§. IL DUOMO DI MODENA, IL SANTO GRAAL E LA METOPE ERMETICA.PRIMA PARTE.
La costruzione de Duomo di Modena è iniziata nel 1099. Fu scelto quale architetto Lanfranco per la sua specchiata reputazione , mentre come maestro lapicida la scelta cadde su Wiligelmo. Wiligelmo,“mirabilis artifex”, si impone come uno dei più straordinari protagonisti della scultura (1) romanica . Attivo tra la fine dell’XI e il primo trentennio del XII secolo., la sua presenza è documentata da una iscrizione incisa sulla lastra di fondazione- ancora oggi visibile- della cattedrale di Modena. Il rapporto con l'Antico di Wiligelmo è indiscutibile ma fu anche un innovatore rispetto al periodo che lo ha preceduto .
"La casa di preghiera , in quanto luogo in cui si compiono i misteri, è la << Casa di Dio>> ; circoscrive lo spazio e l'orienta ,sacralizzandolo : è vascello e arca , in cui il visibile e l'invisibile intrecciano un dialogo e l'eternità trasfigura il tempo. Immagine dell'Uomo Cosmico ,essa potrebbe portare , al di sopra della sua porta centrale, l'iscrizione di Ramsete II : << ( 2 ) Questo tempio è come il cielo in tutte le sue parti >> M.M.Davy, Il Simbolismo medievale
.
LA PORTA DELLA PESCHIERA OVVERO LA PORTA DI ARTUS DE BRETANIA.
Tra le prime raffigurazioni di soggetto arturiano si contano quelle scolpite in Italia, alla fine del sec. 11°, sull'archivolto della porta dei Leoni nel S. Nicola di Bari, dove una serie di guerrieri a cavallo, identificati con Artù e la sua leggendaria corte convergono da destra e da sinistra verso un edificio posto al centro, in corrispondenza della chiave dell'arco. Con tratti iconografici analoghi la scena viene riproposta sull'archivolto del portale della pescheria databile intorno al 1099-1106. Una serie di iscrizioni, che nel portale del duomo modenese corrono sulla cornice al di sopra delle figure scolpite svelandone l'identità, hanno consentito di giungere alla lettura del significato iconografico complessivo della scena: Artus de Bretania, alla guida di un gruppo di guerrieri a cavallo (Idernus, Galvaginus, Che, identificabili rispettivamente con Ider, Gawain e Kay del romanzo arturiano), combatte per liberare dalla prigionia la sua donna, Winlogee, identificata con Ginevra, tenuta prigioniera da Mardoc in un castello circondato da un ampio fossato pieno d'acqua . Nel contempo le iscrizioni hanno permesso di collegare le figurazioni a versioni arcaiche dei racconti arturiani - tramandate con tutta probabilità ancora solo oralmente -, sulla base dell'analisi delle forme onomastiche che appaiono vicine alla tradizione bretone più antica. Tra il Duecento e Trecento la “ Matière de Bretagne “ fu reinterpretata in chiave cortese-cavalleresca sia in Francia, nei cicli della Vulgata, sia in Italia e in Germania, dove vennero realizzate elaborazioni originali dei racconti arturiani: Meliadus di Rusticiano da Pisa (1270), Tristano veneto, Tristano riccardiano e Tavola Ritonda, in Italia; Parzival di Wolfram von Eschenbach, incentrato sulla leggenda del Santo Graal e che rappresenta una continuazione del Perceval di Chrétien de Troyes. L'età cavalleresca si arricchisce delle vicende amorose di Tristano e Isotta e di Lancillotto e Ginevra e la ricerca del Santo Graal .
“ Il bel poema medievale fa parte del ciclo dei romanzi della Tavola rotonda , leggende ermetiche tradizionali che rinnovano le fiabe greche. Si riallacciano direttamente alla trasmissione delle antiche conoscenze scientifiche, rese popolari sotto il velo di ingegnose finzioni dei nostri trovieri piccardi. Al centro del soggetto, ai piedi di un albero frondoso, sporge un cofanetto cavo e cubico. Il fogliame dell’albero nasconde la testa coronata di re Marco. Ai due lati vediamo Tristano di Léonois e Isotta . Lui con un cappuccio a ciambella , lei con una corona che tiene ferma con la mano destra. I personaggi sono raffigurati nella foresta di Morois su un tappeto di erbe alte e fiori, gli sguardi fissi sulla misteriosa pietra incavata che li separa. Il mito di Tristano di Léonois è una replica di quello di Teseo. Tristano combatte e uccide Morhout, Teseo il Minotauro. Ritroviamo qui il geroglifico della preparazione del Leone verde- da cui il nome di Lèonois o Léonnais portato da Tristano-insegnata da Basilio Valentino con la lotta dei due campioni, l’aquila e il drago ( 3 ). Questo singolare combattimento dei corpi chimici , la cui combinazione fornisce il dissolvente segreto ( e il vaso del composto), ha dato spunto a numerose fiabe profane e allegorie sacre. E’ Cadmo che trafigge il serpente contro la quercia, Apollo che uccide a colpi di freccia il mostro Pitone, Horo che combatte il Tifone del mito osirico; Ercole che taglia la testa dell’Idra e Perseo quella della Gorgone; san Michele, san Giorgio , san Marcello che abbattono il Drago, repliche cristiane di Perseo che a cavallo di Pegaso uccide il mostro custode di Andromeda ; è anche il combattimento della volpe e del gallo del quale abbiamo parlato descrivendo i medaglioni di Parigi, quello dell’alchimista e del Drago ( Cyliani ), della remora e della salamandra ( Cyrano de Bergerac ), del serpente rosso e del serpente verde etc. Questo dissolvente poco comune permette la rincrudazione dell’oro naturale, il suo ammollimento e il ritorno al primo stato in forma salina, friabile e fusibilissima” Fulcanelli, Bourges, Il Mistero delle Cattedrali
<< E` mia ferma convinzione, ma ne accenna già Fulcanelli, che la tradizione del romanzo bretone o arturiano tragga ispirazione dalla gnosi ermetica, o, se si vuole essere più chiari, dall'Arte Sacra o Regia, l'Alchimia. Si dovrebbe iniziare qui un lungo discorso su una catena che risale nei secoli all'esoterismo della cavalleria mistica, le cui prime tracce iraniche restano nell'immaginario leggendario come origine della cavalleria ismailita, poi da questa trasmessa ai Cavalieri Templari, e da questi ad altri Ordini in Occidente.
[...]
Il contenuto consiste nell'avventura di Lancillotto che deve liberare la regina prigioniera, Ginevra; ecco come avviene descritta altrove da Galvano: " .... è cortese, bella e saggia senza pari. Insegna e istruisce tutti coloro che vivono: da lei discende tutto il bene del mondo. Esso ne è fonte e origine ......Nessuno si comporta con rettitudine e conquista onore se non avendoli appresi da lei .... " Si riscoprono parole chiave che ci ricordano tra l'altro Alano di Lilla: "Pax amor virtus regimen potestas ordo lex finis via dux origo vita lux splendor figura Regula Mundi" Ginevra dunque è Dama Natura, lo Spirito o, meglio, l'Anima Universale, l'Anima del Mondo, qui corporificata nella Fontana degli innamorati della Dottrina e nella nostra Regina imprigionata in una veste orrenda e tenebrosa. Deve esserne liberata. E' la materia prima, nera, oscura, vile, disprezzata dal volgo, preziosissima per il Filosofo. Per liberarla occorre Lancelot . >> Paolo Lucarelli, Ermetismo e Tradizione Arturiana, ou Le Chevalier A’ la Charrette.
"E' questa acqua prigioniera [( 4 )la nostra Regina ] che grida senza posa :Aiutami e ti aiuterò. Cioè liberami dalla prigione , e una volta che mi avrai fatto uscire , ti renderò padrone della fortezza in cui sono racchiusa. L'Acqua dunque che è racchiusa in questo Corpo è la stessa natura dell'Acqua che gli diamo da bere ( Lancillotto ) , che è chiamata Mercurio Trismegisto, di cui intende parlare Parmenide quando dice: " Natura si allieta di Natura. Natura supera Natura e Natura contiene Natura" . Perché quest'acqua imprigionata si allieta con il suo compagno che la viene a liberare dai sui ferri, si mescola con lui ( l'amplesso, l'adulterio ) e quindi convertendo in se stessi la detta prigione , rigettando ciò che è loro contrario , che è la preparazione , sono trasformati in acqua mercuriale e permanente...." Nicolas Valois, Le cinq livres ou la Clef du secret des secrets, livre premier, Théorique
L’uomo moderno non capisce il Medio Evo perché non lo conosce né vuole fare il minimo sforzo per cercare di conoscerlo e liquida l'argomento con semplicioneria. Oggi le chiese vengono costruite senza nessun criterio, senza nessun riferimento. Allo sguardo ricordano un magazzino e tali sono nella sostanza. Il rosone del Duomo di Modena , come nelle Cattedrali gotiche, guarda a occidente e l’abside ad oriente . Chi entra nel Duomo di Modena procede vero il sole nascente , verso la Vita come ricorda Paolo Lucarelli, lasciandosi alle spalle la morte, il sole calante. Oggi nelle chiese si celebra la Messa porgendo le spalle al sole nascente , una idea peregrina che conferma quanto sia crassa l’ ignoranza del clero .
"Nelle Indie la tradizione del Vastupurushamandala – vale a dire il piano del tempio fondato sull’ Uomo Cosmico – è ancora viva . Le cattedrali del Medio Evo cristiano avevano l’immagine del Cristo in croce quale modello dell’edificio. ........…Tutti i templi iniziatici sono fondati sul principio dell’Antropocosmo ,<< vale a dire l’uomo in quanto Universo >> l’antropormofizzazione della Idea divina , sia nella sua totalità , sia in una delle funzioni cosmiche innate nell’uomo, ultimo prodotto della Natura. Non si tratta solo di una simbolizzazione ma di una dottrina -base che riguarda l’intera Idea.” R.A Schwaller de Lubicz , Le Miracle Egyptien.
gdg
( 1 ) Il termine Romanico (franc. Roman; ingl. Romanesque; ted. Romanik) venne riferito per la prima volta all'arte medievale nel decennio 1810-1820 . Si voleva così individuare uno stile che precedeva le grandi cattedrali del Duecento e seguiva un periodo oscuro di architetture nate dopo il crollo dell'Impero romano, considerate ancora 'barbariche'. L'arco cronologico del Romanico venne collocato, dopo molte incertezze, tra la fine del sec. 10° e la prima metà del 12°.. Il nuovo impiego del termine esprimeva già una valutazione del carattere percepito come fondamentale: una tenue continuità con l'arte di costruire di Roma antica.
( 2 ) R.A. Schwaller de Lubicz, Le Miracle égyptien
( 3 ) Nella seconda delle Dodici Chiavi di Basilio Valentino, dove tra l’altro si dice:” Perché veramente, se unisci all’aquila il freddo dragone che per lungo tempo ha avuto domicilio tra le Pietre e che giunge strisciando dalla caverne della terra, e li porti entrambi insieme sul seggio infernale , allora Plutone soffierà il vento e farà uscire dal freddo dragone lo spirito volatile e igneo che , con il suo grande calore brucerà le ali dell’aquila e produrrà il bagno sudorifero. A tal punto che la neve sulle montagne più alte , comincia a fondere e si forma l’acqua ; per cui il bagno minerale sia ben preparato e dia al Re fortuna e salute” Nota a piè di pagina di Paolo Lucarelli , quale curatore del Mistero delle Cattedrali di Fulcanelli.
( 4 ) Le note fra parentesi sono di Paolo Lucarelli.
LA PORTA DELLA PESCHIERA OVVERO LA PORTA DI ARTUS DE BRETANIA.
Tra le prime raffigurazioni di soggetto arturiano si contano quelle scolpite in Italia, alla fine del sec. 11°, sull'archivolto della porta dei Leoni nel S. Nicola di Bari, dove una serie di guerrieri a cavallo, identificati con Artù e la sua leggendaria corte convergono da destra e da sinistra verso un edificio posto al centro, in corrispondenza della chiave dell'arco. Con tratti iconografici analoghi la scena viene riproposta sull'archivolto del portale della pescheria databile intorno al 1099-1106. Una serie di iscrizioni, che nel portale del duomo modenese corrono sulla cornice al di sopra delle figure scolpite svelandone l'identità, hanno consentito di giungere alla lettura del significato iconografico complessivo della scena: Artus de Bretania, alla guida di un gruppo di guerrieri a cavallo (Idernus, Galvaginus, Che, identificabili rispettivamente con Ider, Gawain e Kay del romanzo arturiano), combatte per liberare dalla prigionia la sua donna, Winlogee, identificata con Ginevra, tenuta prigioniera da Mardoc in un castello circondato da un ampio fossato pieno d'acqua . Nel contempo le iscrizioni hanno permesso di collegare le figurazioni a versioni arcaiche dei racconti arturiani - tramandate con tutta probabilità ancora solo oralmente -, sulla base dell'analisi delle forme onomastiche che appaiono vicine alla tradizione bretone più antica. Tra il Duecento e Trecento la “ Matière de Bretagne “ fu reinterpretata in chiave cortese-cavalleresca sia in Francia, nei cicli della Vulgata, sia in Italia e in Germania, dove vennero realizzate elaborazioni originali dei racconti arturiani: Meliadus di Rusticiano da Pisa (1270), Tristano veneto, Tristano riccardiano e Tavola Ritonda, in Italia; Parzival di Wolfram von Eschenbach, incentrato sulla leggenda del Santo Graal e che rappresenta una continuazione del Perceval di Chrétien de Troyes. L'età cavalleresca si arricchisce delle vicende amorose di Tristano e Isotta e di Lancillotto e Ginevra e la ricerca del Santo Graal .
“ Il bel poema medievale fa parte del ciclo dei romanzi della Tavola rotonda , leggende ermetiche tradizionali che rinnovano le fiabe greche. Si riallacciano direttamente alla trasmissione delle antiche conoscenze scientifiche, rese popolari sotto il velo di ingegnose finzioni dei nostri trovieri piccardi. Al centro del soggetto, ai piedi di un albero frondoso, sporge un cofanetto cavo e cubico. Il fogliame dell’albero nasconde la testa coronata di re Marco. Ai due lati vediamo Tristano di Léonois e Isotta . Lui con un cappuccio a ciambella , lei con una corona che tiene ferma con la mano destra. I personaggi sono raffigurati nella foresta di Morois su un tappeto di erbe alte e fiori, gli sguardi fissi sulla misteriosa pietra incavata che li separa. Il mito di Tristano di Léonois è una replica di quello di Teseo. Tristano combatte e uccide Morhout, Teseo il Minotauro. Ritroviamo qui il geroglifico della preparazione del Leone verde- da cui il nome di Lèonois o Léonnais portato da Tristano-insegnata da Basilio Valentino con la lotta dei due campioni, l’aquila e il drago ( 3 ). Questo singolare combattimento dei corpi chimici , la cui combinazione fornisce il dissolvente segreto ( e il vaso del composto), ha dato spunto a numerose fiabe profane e allegorie sacre. E’ Cadmo che trafigge il serpente contro la quercia, Apollo che uccide a colpi di freccia il mostro Pitone, Horo che combatte il Tifone del mito osirico; Ercole che taglia la testa dell’Idra e Perseo quella della Gorgone; san Michele, san Giorgio , san Marcello che abbattono il Drago, repliche cristiane di Perseo che a cavallo di Pegaso uccide il mostro custode di Andromeda ; è anche il combattimento della volpe e del gallo del quale abbiamo parlato descrivendo i medaglioni di Parigi, quello dell’alchimista e del Drago ( Cyliani ), della remora e della salamandra ( Cyrano de Bergerac ), del serpente rosso e del serpente verde etc. Questo dissolvente poco comune permette la rincrudazione dell’oro naturale, il suo ammollimento e il ritorno al primo stato in forma salina, friabile e fusibilissima” Fulcanelli, Bourges, Il Mistero delle Cattedrali
<< E` mia ferma convinzione, ma ne accenna già Fulcanelli, che la tradizione del romanzo bretone o arturiano tragga ispirazione dalla gnosi ermetica, o, se si vuole essere più chiari, dall'Arte Sacra o Regia, l'Alchimia. Si dovrebbe iniziare qui un lungo discorso su una catena che risale nei secoli all'esoterismo della cavalleria mistica, le cui prime tracce iraniche restano nell'immaginario leggendario come origine della cavalleria ismailita, poi da questa trasmessa ai Cavalieri Templari, e da questi ad altri Ordini in Occidente.
[...]
Il contenuto consiste nell'avventura di Lancillotto che deve liberare la regina prigioniera, Ginevra; ecco come avviene descritta altrove da Galvano: " .... è cortese, bella e saggia senza pari. Insegna e istruisce tutti coloro che vivono: da lei discende tutto il bene del mondo. Esso ne è fonte e origine ......Nessuno si comporta con rettitudine e conquista onore se non avendoli appresi da lei .... " Si riscoprono parole chiave che ci ricordano tra l'altro Alano di Lilla: "Pax amor virtus regimen potestas ordo lex finis via dux origo vita lux splendor figura Regula Mundi" Ginevra dunque è Dama Natura, lo Spirito o, meglio, l'Anima Universale, l'Anima del Mondo, qui corporificata nella Fontana degli innamorati della Dottrina e nella nostra Regina imprigionata in una veste orrenda e tenebrosa. Deve esserne liberata. E' la materia prima, nera, oscura, vile, disprezzata dal volgo, preziosissima per il Filosofo. Per liberarla occorre Lancelot . >> Paolo Lucarelli, Ermetismo e Tradizione Arturiana, ou Le Chevalier A’ la Charrette.
"E' questa acqua prigioniera [( 4 )la nostra Regina ] che grida senza posa :Aiutami e ti aiuterò. Cioè liberami dalla prigione , e una volta che mi avrai fatto uscire , ti renderò padrone della fortezza in cui sono racchiusa. L'Acqua dunque che è racchiusa in questo Corpo è la stessa natura dell'Acqua che gli diamo da bere ( Lancillotto ) , che è chiamata Mercurio Trismegisto, di cui intende parlare Parmenide quando dice: " Natura si allieta di Natura. Natura supera Natura e Natura contiene Natura" . Perché quest'acqua imprigionata si allieta con il suo compagno che la viene a liberare dai sui ferri, si mescola con lui ( l'amplesso, l'adulterio ) e quindi convertendo in se stessi la detta prigione , rigettando ciò che è loro contrario , che è la preparazione , sono trasformati in acqua mercuriale e permanente...." Nicolas Valois, Le cinq livres ou la Clef du secret des secrets, livre premier, Théorique
L’uomo moderno non capisce il Medio Evo perché non lo conosce né vuole fare il minimo sforzo per cercare di conoscerlo e liquida l'argomento con semplicioneria. Oggi le chiese vengono costruite senza nessun criterio, senza nessun riferimento. Allo sguardo ricordano un magazzino e tali sono nella sostanza. Il rosone del Duomo di Modena , come nelle Cattedrali gotiche, guarda a occidente e l’abside ad oriente . Chi entra nel Duomo di Modena procede vero il sole nascente , verso la Vita come ricorda Paolo Lucarelli, lasciandosi alle spalle la morte, il sole calante. Oggi nelle chiese si celebra la Messa porgendo le spalle al sole nascente , una idea peregrina che conferma quanto sia crassa l’ ignoranza del clero .
"Nelle Indie la tradizione del Vastupurushamandala – vale a dire il piano del tempio fondato sull’ Uomo Cosmico – è ancora viva . Le cattedrali del Medio Evo cristiano avevano l’immagine del Cristo in croce quale modello dell’edificio. ........…Tutti i templi iniziatici sono fondati sul principio dell’Antropocosmo ,<< vale a dire l’uomo in quanto Universo >> l’antropormofizzazione della Idea divina , sia nella sua totalità , sia in una delle funzioni cosmiche innate nell’uomo, ultimo prodotto della Natura. Non si tratta solo di una simbolizzazione ma di una dottrina -base che riguarda l’intera Idea.” R.A Schwaller de Lubicz , Le Miracle Egyptien.
gdg
( 1 ) Il termine Romanico (franc. Roman; ingl. Romanesque; ted. Romanik) venne riferito per la prima volta all'arte medievale nel decennio 1810-1820 . Si voleva così individuare uno stile che precedeva le grandi cattedrali del Duecento e seguiva un periodo oscuro di architetture nate dopo il crollo dell'Impero romano, considerate ancora 'barbariche'. L'arco cronologico del Romanico venne collocato, dopo molte incertezze, tra la fine del sec. 10° e la prima metà del 12°.. Il nuovo impiego del termine esprimeva già una valutazione del carattere percepito come fondamentale: una tenue continuità con l'arte di costruire di Roma antica.
( 2 ) R.A. Schwaller de Lubicz, Le Miracle égyptien
( 3 ) Nella seconda delle Dodici Chiavi di Basilio Valentino, dove tra l’altro si dice:” Perché veramente, se unisci all’aquila il freddo dragone che per lungo tempo ha avuto domicilio tra le Pietre e che giunge strisciando dalla caverne della terra, e li porti entrambi insieme sul seggio infernale , allora Plutone soffierà il vento e farà uscire dal freddo dragone lo spirito volatile e igneo che , con il suo grande calore brucerà le ali dell’aquila e produrrà il bagno sudorifero. A tal punto che la neve sulle montagne più alte , comincia a fondere e si forma l’acqua ; per cui il bagno minerale sia ben preparato e dia al Re fortuna e salute” Nota a piè di pagina di Paolo Lucarelli , quale curatore del Mistero delle Cattedrali di Fulcanelli.
( 4 ) Le note fra parentesi sono di Paolo Lucarelli.