Paolo Lucarelli
LETTERE MUSULMANE.
Riflessioni sull'Alchimia.
Perchè aggiungere queste mie limitate considerazioni su questo libro di Paolo Lucarelli ? Per pungolare il lettore ad una riflessione critica di un testo che ad alcuni può apparire onirico? Per proporre una nuova e più attenta lettura di un piccolo libro che il sottoscritto ha colpevolmente trascurato ? Per ritrovare il dolce fluire delle parole di un grande Filosofo della Natura? Per ricordare una età dell'oro che Marsilio Ficino indicò nell'epoca di Lorenzo il Magnifico e il sottoscritto indica negli anni di frequentazione di Paolo Lucarelli?
PRIMA LETTERA
Caro Maestro,
da voi il silenzio, e nel silenzio la pace. Qui tutto
è rumore, e nel rumore la paura. Presso di voi
il frutto, qui nulla se non la vita elementare, con
tutte le sue fatiche.
Che vi posso dire di più. Volevate conoscere il
mio mondo e i miei problemi. Guardate un formicaio:
l'attività è frenetica, furia cieca della natura
che spinge a crescere, procreare, senza altro
scopo che esistere.
[…]
Mi dite che spesso siete nel deserto a meditare
e studiare: immaginate un mondo senza deserti,
dove la solitudine sia un dono impossibile, il silenzio
un ricordo appannato e la vita un affannarsi
insensato, una corsa senza punto di arrivo, fatta a
spintoni e gomitate per conquistare un premio che
non esiste.
COMMENTO.
"Vieni nel deserto perché voglio parlare al tuo cuore”
È l'invito che il profeta Osea ricevette dal Signore Yahweh.
Deserto, in ebraico " midbar " e in greco " eremos " , indica all'uomo la solitudine , l'essenzialità necessaria per avere un rapporto con Dio.
Il nudo deserto di Giovanni Battista è il luogo dove Dio ti << conduce come un uomo porta il
proprio figlio >>Deuteronomio 1,31
E ancora <<«Mi ricordo di
te, dell’affetto della tua giovinezza, dell’amore
al tempo del tuo fidanzamento,
quando mi seguivi nel deserto, in una
terra non seminata >> Geremia 2,2.
La questione puo' essere posta, però, in un altro modo ?
<< A me interessano le persone che riescono a mettersi fuori dal gioco degli interessi. Del proprio interesse, dell’interesse altrui, del servizio agli altri o del servizio a sé stessi, come che sia. Che riescono a uscire da questa capsula di leggi nella quale tutti sono contenuti, e riescono a fare un respiro in un’aria purissima, nell’aria della loro libertà >> Elémire Zolla
[...]
Questa, ha detto, è la Grande Disciplina, da non confondere
con la Piccola Disciplina che consiste solo nel
seguire le regole esteriori cui tutti ci dobbiamo
adattare.
Vorrei conoscere questa Grande Disciplina.
Vorrei la pace di quel facchino ( che dorme in una stazione piena di gente ), qualunque cosa
essa sia.
Così, caro Maestro, ho scoperto l'Alchimia, di
cui tanto vi ho parlato, il motivo per cui chiedo
aiuto e guida.
COMMENTO.
L’ALCHIMIA ovvero LA DISCIPLINA. Da discipulus,discepolo. La disciplina quale modo e regola di insegnare; precetto , istituzione.
<< Quando fanciullo io venni A pormi con le Muse in disciplina, L’una di quelle mi pigliò per mano >> Leopardi.
E' " l’altra scuola” come insegna Fulcanelli.
La pace poi, è il più grande dei favori, dove il cuore colmo della presenza di Dio si acquieta in una sorta di beatitudine . Non c’è dono più grande : è la beatitudine eterna; beatitudine completamente estranea ai “ doni” effimeri di questo mondo .Come ricordava spesso Paolo Lucarelli, Canseliet distribuiva generosamente a chi gli stava accanto una grande, profonda serenità.
[…]
Così è incominciata la mia ricerca. Per caso. Ho
letto un libro ( di alchimia ) e mi sono innamorato del silenzio
che vi abitava. Ho avuto l'intuizione di un luogo di
pace, un ricordo, una nostalgia. Un richiamo al
deserto, al secco, non arido, deserto che non ho
mai conosciuto.
Ho letto, e non ho capito.
COMMENTO.
I più abbandonano dopo aver letto solo le prime pagine di un libro di Alchimia; alcuni dopo un pò di apprendistato pubblicano, a loro volta, libri sull’argomento diffondendo errori in crassa quantità. Pochissimi continuano lo studio nonostante i testi, si badi bene, restino incomprensibili.
Faccio notare che Paolo Lucarelli pur avendo elaborato una quantità impressionante di appunti, con profonda cognizione di causa su molti autori classici dell’Alchimia , non ha pubblicato quasi nulla di queste sue riflessioni . Perchè?
Di certo Lucarelli come Canseliet, Fulcanelli e molti altri aveva trovato conforto nei risultati di laboratorio : il suo non era più un cammino dubitoso. Avrebbe potuto commentare, ad esempio, Artefio, Lullo, Geber ( il Maestro dei Maestri ), Arnaldo da Villanova con dovizia di particolari e riferimenti .
Quale necessità vi è ,dunque, nel pubblicare un libro di Alchimia quando Autori prestigiosi che ci hanno preceduto restano sconosciuti o , se non lo sono , in molti casi , niente affatto compresi ?
[…]
Mi pare di aver capito, questo
sì, che nella materia, proprio in quella fisicità
che sembra orrenda, spiacevole, ignobile, proprio
in quella stia in qualche modo la chiave per qualcosa
che potrei chiamare il divino, se solo avessi
ancora una religione.
Anche di questa mi avete chiesto. Non saprei
cosa rispondervi. Noterò solo un segno. Un tempo
i nostri sacerdoti officiavano guardando ad
Oriente, alla vita e al suo sorgere. Oggi guardano
ad Occidente, alla morte e al suo approssimarsi.
Prima volgevano le spalle all'uomo e guardavano
a Dio. Oggi volgono le spalle a Dio e guardano
l'uomo.
COMMENTO.
Un tempo si entrava nelle cattedrali procedendo verso l'altare, verso il sole nascente , verso Oriente , verso la vita, verso la Luce quando queste cattedrali venivano costruite cum grano salis. Il celebrante volgeva le spalle ai fedeli rivolto verso il sole nascente; di contro, oggi nelle cattedrali il sacerdote è rivolto verso gli astanti, verso Occidente, verso il sole morente, verso la morte.
[...]
Mi sembra semplice simbolo di un mondo, non
morente, già morto. La convulsa attività che manifesta
non proviene da eccesso di vita, ma da decomposizione
cadaverica, quando nella corruzione
corporea tutto si muove, vermicola, gonfia, erutta,
emana.
L'anima è persa, fuggita con la vita e il respiro.
Resta ancora un oscuro fervore psichico ad emettere
le fetide esalazioni che i demoni amano e da
cui sono abbondantemente nutriti.
Sembra un'opera alchemica in atto: corruptio
unius est generatio alterius, dicevano i vecchi maestri.
Dunque inutile piangere su ciò che è finito,
aspettiamo con curiosità e speranza quello che
verrà. In effetti la morte, qui lo abbiamo dimenticato,è un momento ineluttabile di questa manifestazione,
e non è detto sia sempre un male...
COMMENTO.
<< Dio, mosso dalla sua misericoria, creò un nuovo Cielo ed una nuova Terra, che Lui stesso avrebbe abitato, Lui, il Dio eterno e onnipotente che nulla riesce a contenere.
Il Cielo e questa Terra sono la beata Vergine Maria. Com'è magnifica questa Terra! È una Terra dove la spina del peccato non è mai sbocciata, nè cresciuta >> San Giovanni Damasceno (+753)
L’età che precede il nuovo Cielo e la nuova Terra , è l'età del ferro, l'ultima delle età dell’oro , dell’argento e del bronzo delle quali fa menzione Esiodo;è il kali yuga anch'esso ultimo dopo il satya, il tetra, il dvapara.
Su questi temi si sofferma a lungo Julius Evola in "Rivolta contro il mondo moderno".
[...]
gdg
PRIMA LETTERA
Caro Maestro,
da voi il silenzio, e nel silenzio la pace. Qui tutto
è rumore, e nel rumore la paura. Presso di voi
il frutto, qui nulla se non la vita elementare, con
tutte le sue fatiche.
Che vi posso dire di più. Volevate conoscere il
mio mondo e i miei problemi. Guardate un formicaio:
l'attività è frenetica, furia cieca della natura
che spinge a crescere, procreare, senza altro
scopo che esistere.
[…]
Mi dite che spesso siete nel deserto a meditare
e studiare: immaginate un mondo senza deserti,
dove la solitudine sia un dono impossibile, il silenzio
un ricordo appannato e la vita un affannarsi
insensato, una corsa senza punto di arrivo, fatta a
spintoni e gomitate per conquistare un premio che
non esiste.
COMMENTO.
"Vieni nel deserto perché voglio parlare al tuo cuore”
È l'invito che il profeta Osea ricevette dal Signore Yahweh.
Deserto, in ebraico " midbar " e in greco " eremos " , indica all'uomo la solitudine , l'essenzialità necessaria per avere un rapporto con Dio.
Il nudo deserto di Giovanni Battista è il luogo dove Dio ti << conduce come un uomo porta il
proprio figlio >>Deuteronomio 1,31
E ancora <<«Mi ricordo di
te, dell’affetto della tua giovinezza, dell’amore
al tempo del tuo fidanzamento,
quando mi seguivi nel deserto, in una
terra non seminata >> Geremia 2,2.
La questione puo' essere posta, però, in un altro modo ?
<< A me interessano le persone che riescono a mettersi fuori dal gioco degli interessi. Del proprio interesse, dell’interesse altrui, del servizio agli altri o del servizio a sé stessi, come che sia. Che riescono a uscire da questa capsula di leggi nella quale tutti sono contenuti, e riescono a fare un respiro in un’aria purissima, nell’aria della loro libertà >> Elémire Zolla
[...]
Questa, ha detto, è la Grande Disciplina, da non confondere
con la Piccola Disciplina che consiste solo nel
seguire le regole esteriori cui tutti ci dobbiamo
adattare.
Vorrei conoscere questa Grande Disciplina.
Vorrei la pace di quel facchino ( che dorme in una stazione piena di gente ), qualunque cosa
essa sia.
Così, caro Maestro, ho scoperto l'Alchimia, di
cui tanto vi ho parlato, il motivo per cui chiedo
aiuto e guida.
COMMENTO.
L’ALCHIMIA ovvero LA DISCIPLINA. Da discipulus,discepolo. La disciplina quale modo e regola di insegnare; precetto , istituzione.
<< Quando fanciullo io venni A pormi con le Muse in disciplina, L’una di quelle mi pigliò per mano >> Leopardi.
E' " l’altra scuola” come insegna Fulcanelli.
La pace poi, è il più grande dei favori, dove il cuore colmo della presenza di Dio si acquieta in una sorta di beatitudine . Non c’è dono più grande : è la beatitudine eterna; beatitudine completamente estranea ai “ doni” effimeri di questo mondo .Come ricordava spesso Paolo Lucarelli, Canseliet distribuiva generosamente a chi gli stava accanto una grande, profonda serenità.
[…]
Così è incominciata la mia ricerca. Per caso. Ho
letto un libro ( di alchimia ) e mi sono innamorato del silenzio
che vi abitava. Ho avuto l'intuizione di un luogo di
pace, un ricordo, una nostalgia. Un richiamo al
deserto, al secco, non arido, deserto che non ho
mai conosciuto.
Ho letto, e non ho capito.
COMMENTO.
I più abbandonano dopo aver letto solo le prime pagine di un libro di Alchimia; alcuni dopo un pò di apprendistato pubblicano, a loro volta, libri sull’argomento diffondendo errori in crassa quantità. Pochissimi continuano lo studio nonostante i testi, si badi bene, restino incomprensibili.
Faccio notare che Paolo Lucarelli pur avendo elaborato una quantità impressionante di appunti, con profonda cognizione di causa su molti autori classici dell’Alchimia , non ha pubblicato quasi nulla di queste sue riflessioni . Perchè?
Di certo Lucarelli come Canseliet, Fulcanelli e molti altri aveva trovato conforto nei risultati di laboratorio : il suo non era più un cammino dubitoso. Avrebbe potuto commentare, ad esempio, Artefio, Lullo, Geber ( il Maestro dei Maestri ), Arnaldo da Villanova con dovizia di particolari e riferimenti .
Quale necessità vi è ,dunque, nel pubblicare un libro di Alchimia quando Autori prestigiosi che ci hanno preceduto restano sconosciuti o , se non lo sono , in molti casi , niente affatto compresi ?
[…]
Mi pare di aver capito, questo
sì, che nella materia, proprio in quella fisicità
che sembra orrenda, spiacevole, ignobile, proprio
in quella stia in qualche modo la chiave per qualcosa
che potrei chiamare il divino, se solo avessi
ancora una religione.
Anche di questa mi avete chiesto. Non saprei
cosa rispondervi. Noterò solo un segno. Un tempo
i nostri sacerdoti officiavano guardando ad
Oriente, alla vita e al suo sorgere. Oggi guardano
ad Occidente, alla morte e al suo approssimarsi.
Prima volgevano le spalle all'uomo e guardavano
a Dio. Oggi volgono le spalle a Dio e guardano
l'uomo.
COMMENTO.
Un tempo si entrava nelle cattedrali procedendo verso l'altare, verso il sole nascente , verso Oriente , verso la vita, verso la Luce quando queste cattedrali venivano costruite cum grano salis. Il celebrante volgeva le spalle ai fedeli rivolto verso il sole nascente; di contro, oggi nelle cattedrali il sacerdote è rivolto verso gli astanti, verso Occidente, verso il sole morente, verso la morte.
[...]
Mi sembra semplice simbolo di un mondo, non
morente, già morto. La convulsa attività che manifesta
non proviene da eccesso di vita, ma da decomposizione
cadaverica, quando nella corruzione
corporea tutto si muove, vermicola, gonfia, erutta,
emana.
L'anima è persa, fuggita con la vita e il respiro.
Resta ancora un oscuro fervore psichico ad emettere
le fetide esalazioni che i demoni amano e da
cui sono abbondantemente nutriti.
Sembra un'opera alchemica in atto: corruptio
unius est generatio alterius, dicevano i vecchi maestri.
Dunque inutile piangere su ciò che è finito,
aspettiamo con curiosità e speranza quello che
verrà. In effetti la morte, qui lo abbiamo dimenticato,è un momento ineluttabile di questa manifestazione,
e non è detto sia sempre un male...
COMMENTO.
<< Dio, mosso dalla sua misericoria, creò un nuovo Cielo ed una nuova Terra, che Lui stesso avrebbe abitato, Lui, il Dio eterno e onnipotente che nulla riesce a contenere.
Il Cielo e questa Terra sono la beata Vergine Maria. Com'è magnifica questa Terra! È una Terra dove la spina del peccato non è mai sbocciata, nè cresciuta >> San Giovanni Damasceno (+753)
L’età che precede il nuovo Cielo e la nuova Terra , è l'età del ferro, l'ultima delle età dell’oro , dell’argento e del bronzo delle quali fa menzione Esiodo;è il kali yuga anch'esso ultimo dopo il satya, il tetra, il dvapara.
Su questi temi si sofferma a lungo Julius Evola in "Rivolta contro il mondo moderno".
[...]
gdg
SECONDA LETTERA
Caro Maestro,credo che si diventi alchimisti come ci si innamora:
misteriosamente e incomprensibilmente.
All'inizio, una predisposizione, un essere già innamorati
senza oggetto d'amore, inconsapevolmente:
è un sentimento che si unisce a disperazione quieta,
non malvagia o triste, piuttosto melanconica.
Nasce dalla nostalgia di qualcosa di perso, di abbandonato,
di un posto che ci apparteneva, che
non sappiamo più trovare. Il sentimento di chi ha
perso la propria patria e non sa come raggiungerla.
COMMENTO.
L’ “ innamoramento senza oggetto d’amore” è stato un tema caro a Paolo Lucarelli che ripeteva spesso. Profondo conoscitore dell’animo umano, Paolo Lucarelli “ sperimentava “ in più occasioni come comunicare il proprio sapere, o meglio, i primi gradini del proprio sapere ai propri contemporanei affinchè, poi, procedessero da soli se vocati . In queste poche righe l’insegnamento raggiunge vette “inusitate e nove ". Questo è un esempio “ parlante” di che cosa significhi insegnare in Alchimia.L'insegnamento non consiste nel comunicare qualche segreto operativo come credono i più . Sarebbe un errore gravissimo perché non si discende nell’abisso tenebroso insalutati ospiti senza rispettare le regole ancestrali. Le celebri parole di Artefio non sempre sono ascoltate :
“ Povero stolto saresti davvero così ingenuo da illuderti che ti sveliamo, apertamente e chiaramente, il più grande e il più importante dei segreti? Davvero così ingenuo da prendere le nostre parole alla lettera? In buona fede ti dico che chiunque pretenda di spiegare secondo il senso più comune e letterale ciò che gli altri filosofi hanno scritto, si troverà ben presto smarrito in un labirinto da cui non riuscirà mai più a liberarsi. “
[…]
La patria diventa facilmente donna. La nostalgia
si traduce in amore.
Trovo questo richiamo all'amore in tutti i
Maestri dell'Arte, sin dal nome che danno a se
stessi e ai loro fratelli: Innamorati della Dottrina.
La Dottrina, la Sapienza, la Sofia degli gnostici,
non qualcosa di intellettuale, razionale, nel senso
comune della parola. La Dottrina come vita e
gioia, felicità ritrovata, dolcezza e riposo, virtù e
potenza, patria e donna amata. La Dottrina come
bellezza inimmaginabile.
COMMENTO.
Questo tema della “ Gran Dama” o , se si preferisce della Dottrina, ha trovato molti estimatori fra i lettori di Paolo Lucarelli. Affinchè codesti estimatori possano avere ulteriori elementi di riflessione, ricordo loro quanto scritto dal Filosofo in Ermetismo e Tradizione Arturiana : " Ginevra dunque è Dama Natura, lo Spirito o, meglio, l'Anima Universale, l'Anima del Mondo, qui corporificata nella Fontana degli innamorati della Dottrina e nella nostra Regina imprigionata in una veste orrenda e tenebrosa. Deve esserne liberata. E' la materia prima, nera, oscura, vile, disprezzata dal volgo, preziosissima per il Filosofo "
Si tratta, dunque, di un Amore difficilissimo,periglioso, molto faticoso anche se questo Amore promette doni incommensurabili. Va da se che non è sufficiente amare la Gran Dama, ma, soprattutto, bisogna essere da questa amati. Un Amore che si conquista ( o meglio che si conferma ) con la dedizione,lo studio ,il lavoro come , a suo tempo, fecero i
Fedeli D'Amore.
[…]
Tutto questo suona un po' retorico e troppo
intelligente. Eppure dal Cantico dei Cantici ai romanzi
del Graal, dai miti greci a Goethe, dalle melanconiche
pagine del triste cavaliere della Mancia
ai momenti più ispirati di Melville, tutti cantano
questo amore, questa nostalgia, e tutti dicono che
soltanto chi giunge alla Terra Promessa sta in pace
ed è felice.
Io cerco l'oggetto del mio amore perché questa
passione, che ora è sofferenza, disperazione, logorio
della mente e dell'anima, si quieti.
COMMENTO.
Questa estenuante ricerca, questa passione , sono così ben definite e circostanziate da Paolo Lucarelli , mentre in altri ricercatori questi stati abituali d’insoddisfazione, di intimo travaglio possono essere sintomi non così ben chiari . Per costoro la Terra Promessa è un disegno lontano, misterioso. Per tutti ,comunque, vale il detto:
" Stai lontano dall'Arte, tu che non sei
della nostra razza, perché tu non sei del sangue di
Abramo!" Maria la Profetessa
gdg
misteriosamente e incomprensibilmente.
All'inizio, una predisposizione, un essere già innamorati
senza oggetto d'amore, inconsapevolmente:
è un sentimento che si unisce a disperazione quieta,
non malvagia o triste, piuttosto melanconica.
Nasce dalla nostalgia di qualcosa di perso, di abbandonato,
di un posto che ci apparteneva, che
non sappiamo più trovare. Il sentimento di chi ha
perso la propria patria e non sa come raggiungerla.
COMMENTO.
L’ “ innamoramento senza oggetto d’amore” è stato un tema caro a Paolo Lucarelli che ripeteva spesso. Profondo conoscitore dell’animo umano, Paolo Lucarelli “ sperimentava “ in più occasioni come comunicare il proprio sapere, o meglio, i primi gradini del proprio sapere ai propri contemporanei affinchè, poi, procedessero da soli se vocati . In queste poche righe l’insegnamento raggiunge vette “inusitate e nove ". Questo è un esempio “ parlante” di che cosa significhi insegnare in Alchimia.L'insegnamento non consiste nel comunicare qualche segreto operativo come credono i più . Sarebbe un errore gravissimo perché non si discende nell’abisso tenebroso insalutati ospiti senza rispettare le regole ancestrali. Le celebri parole di Artefio non sempre sono ascoltate :
“ Povero stolto saresti davvero così ingenuo da illuderti che ti sveliamo, apertamente e chiaramente, il più grande e il più importante dei segreti? Davvero così ingenuo da prendere le nostre parole alla lettera? In buona fede ti dico che chiunque pretenda di spiegare secondo il senso più comune e letterale ciò che gli altri filosofi hanno scritto, si troverà ben presto smarrito in un labirinto da cui non riuscirà mai più a liberarsi. “
[…]
La patria diventa facilmente donna. La nostalgia
si traduce in amore.
Trovo questo richiamo all'amore in tutti i
Maestri dell'Arte, sin dal nome che danno a se
stessi e ai loro fratelli: Innamorati della Dottrina.
La Dottrina, la Sapienza, la Sofia degli gnostici,
non qualcosa di intellettuale, razionale, nel senso
comune della parola. La Dottrina come vita e
gioia, felicità ritrovata, dolcezza e riposo, virtù e
potenza, patria e donna amata. La Dottrina come
bellezza inimmaginabile.
COMMENTO.
Questo tema della “ Gran Dama” o , se si preferisce della Dottrina, ha trovato molti estimatori fra i lettori di Paolo Lucarelli. Affinchè codesti estimatori possano avere ulteriori elementi di riflessione, ricordo loro quanto scritto dal Filosofo in Ermetismo e Tradizione Arturiana : " Ginevra dunque è Dama Natura, lo Spirito o, meglio, l'Anima Universale, l'Anima del Mondo, qui corporificata nella Fontana degli innamorati della Dottrina e nella nostra Regina imprigionata in una veste orrenda e tenebrosa. Deve esserne liberata. E' la materia prima, nera, oscura, vile, disprezzata dal volgo, preziosissima per il Filosofo "
Si tratta, dunque, di un Amore difficilissimo,periglioso, molto faticoso anche se questo Amore promette doni incommensurabili. Va da se che non è sufficiente amare la Gran Dama, ma, soprattutto, bisogna essere da questa amati. Un Amore che si conquista ( o meglio che si conferma ) con la dedizione,lo studio ,il lavoro come , a suo tempo, fecero i
Fedeli D'Amore.
[…]
Tutto questo suona un po' retorico e troppo
intelligente. Eppure dal Cantico dei Cantici ai romanzi
del Graal, dai miti greci a Goethe, dalle melanconiche
pagine del triste cavaliere della Mancia
ai momenti più ispirati di Melville, tutti cantano
questo amore, questa nostalgia, e tutti dicono che
soltanto chi giunge alla Terra Promessa sta in pace
ed è felice.
Io cerco l'oggetto del mio amore perché questa
passione, che ora è sofferenza, disperazione, logorio
della mente e dell'anima, si quieti.
COMMENTO.
Questa estenuante ricerca, questa passione , sono così ben definite e circostanziate da Paolo Lucarelli , mentre in altri ricercatori questi stati abituali d’insoddisfazione, di intimo travaglio possono essere sintomi non così ben chiari . Per costoro la Terra Promessa è un disegno lontano, misterioso. Per tutti ,comunque, vale il detto:
" Stai lontano dall'Arte, tu che non sei
della nostra razza, perché tu non sei del sangue di
Abramo!" Maria la Profetessa
gdg
SECONDA RISPOSTA
Caro studioso,
l'amore di cui tu parli, è innanzitutto amore di
Dio, per Dio. La donna è la sua Sapienza e la
Maestà del suo Trono. Rivolgiti a lui e digli: "O
Signore, fa' che il mio amore per te sia più profondo
del mio amore per me stesso, per il mio udito,
per la mia vista, per la mia gente, per i miei averi".
COMMENTO.
Se posso fare un paragone per una migliore comprensione, Paolo Lucarelli si esprime coma Dante nella VITA NOVA, perché di una nuova vita ci parla Lucarelli , di una vita rinnovata per l’incontro con la sua Beatrice che gli concede il saluto e , da qui, inizia la “tirannia d’Amore”. In questa vita rinnovata ,che poco ha in comune con la nostra vita, il Filosofo della Natura ci spiega cos’è l’Amore .Parole che pesano come macigni e che è difficile accettare perché cancellano ogni pluralità di principi e di concetti. L’alchimista Lucarelli ci vuole dire che chi intende aprire “ la porta stretta” deve aver ricevuto questo dono da Dio , un dono propedeutico e fondamentale dal quale non si può prescindere: una fede ferma, generosa come quella dei pellegrini che ,alcuni secoli or sono ,affrontavano pericoli inimmaginabili per raggiungere Santiago di Compostella .
[...]
Alla fine di questo breve capitolo si puo' leggere:
Dio è la fiaccola che illumina i cieli e la terra. La sua
Luce assomiglia a quella che sfugge da una nicchia di
cristallo dove brilla una fiamma inestinguibile. Il cristallo
è una stella di perle il cui splendore viene da un
ulivo benedetto che non è né d'Oriente né d'Occidente.
Il suo olio illumina senza contatto col fuoco. Vi
è là Luce su Luce. E Dio accorda la sua Luce a chi gli
piace. (Sura XXIV)
gdg
TERZA LETTERA.
Caro Maestro,
mi interrogate sugli obiettivi, tenterò una risposta.
Tre doni si dice procuri la Pietra Filosofale,
quelli che i re Magi portarono al bambino divino,
Pietra vivente e miracolo celeste.
Per primo l'Oro, la ricchezza mondana. È l'unico
descritto senza velamenti, con estrema precisione.
Si prende la Pietra, si aggiunge in proporzioni
ben determinate a oro o argento in fusione, si
ottiene così 'a «Polvere di Proiezione», medicina
capace di curare o tingere i metalli imperfetti per
transmutarli in preziosi.
Mi chiedo perché sia posto tanto in evidenza:
non dovrebbe interessare il filosofo. Ci si è sforzati
di trovarvi un significato recondito, più nobile.
Quell'oro è diventato spirituale, mistico, simbolo
di cambiamenti umani; si è negata ogni realtà alla
transmutazione metallica e all'acquisto di dovizie.
Curiosamente la nostra epoca, tutta tesa alla ricchezza
materiale e ai piaceri che questa può procurare,
ama esaltare quella miseria che in pratica
aborre. Non fu sempre così. Guardando le grandi
figure bibliche: Abramo si arricchisce con modi
ambigui, Giacobbe inventa trucchi per farsi un
gregge numeroso - aveva già dato prova di abilità
ulissiache per conquistare la primogenitura - di
Salomone si esaltano ricchezza e possessi.
Resta comunque un dono dall'aria perversa e
insoddisfacente. Non credo valga tanti sforzi, ci
sono modi più semplici per arricchire.
Seconda la Mirra, «Elisir di lunga vita», l'immortalità
fisica, l'eterna giovinezza al riparo da
ogni male. E il dono di Mefistofele, la fonte di
Ponce de Leon, la sorgente di ogni piacere e di
ogni dolcezza in vita.
Così sarebbe se non avesse in sé il suo veleno:
l'eterna vita in questo mondo.
Davvero questa sarebbe l'estrema beffa. Solo un
folle potrebbe voler restare un attimo più del dovuto.
Già pesa il divieto di fuggirne, certo non
interessa restarci.
Ho il dubbio che sia qualcosa di diverso, forse
addirittura il suo opposto simbolico, la certezza di
non vivere, di non vivere più, non la Medicina Universale,
ma il veleno perfetto, la perfetta morte.
Infine l'Incenso, la completa sapienza, essere
come Salomone, conoscere tutti gli arcani del
mondo, i più reconditi recessi della Natura, i
misteri dell'Alto e del Basso. Questo davvero sembra
il giusto obiettivo di un filosofo, di un innamorato
della Dottrina-, ritrovare la Parola Perduta,
la vera pronunzia del Nome, riscoprire la perla
nascosta, sembra l'unico scopo che valga.
[...]
COMMENTO.
Letti ancora una volta questi insegnamenti, posso affermare che resta un mistero per il sottoscritto il fatto che Paolo Lucarelli abbia voluto onorarmi della Sua amicizia per tanti anni. Il mistero resta fitto perchè Paolo Lucarelli non diede peso alla mia manifesta povertà di intelletto , alla mia misera condizione di studioso e di baggeo. Questo breve capitolo è una perla vedova, che il Filosofo ermetico fa cadere con generosità dal suo ampio mantello.
gdg
TERZA RISPOSTA.
_
Caro studioso,
non dire mai che la conoscenza sta nel celestiale:
nessuno discende con essa. Non dire nemmeno
che sta nei limiti del terrestre: nessuno ascende
con essa. Essa sta nei cuori.
COMMENTO.
E' l'intelligenza del cuore di Schwaller de Lubicz.
Vale a dire quell'intelligenza preponderante sull'intelligenza
cerebrale , sul mentale. E' il mezzo che consente di andare
oltre la ragione così come la conosciamo.
E' un dono che consente il raggiungimento
di una liberalità aristocratica, una liaison con il Tutto .
[...]
Chi sono io? E il sole e la luna si oscurarono, e le stelle
caddero dal cielo e le luci impallidirono e le
tenebre coprirono ogni cosa, eccetto lui.
E tutte le cose parlarono e dissero: "Dio è grandissimo".
COMMENTO.
Il crogiolo fonde la Materia segreta con il Tutto. E il Tutto diventa la Materia segreta . " Dio è grandissimo " e ogni cosa si sovverte, sprofonda.
L'universo si scompiglia al cospetto di Dio .
[...]
Quando io guardo il tuo cuore, nessun'altra cosa
vi entra.
Se tu mi vedi nel tuo cuore, sei capace di sopportarmi.
I miei amici sono quelli che non hanno nessuna
opinione personale.
II tuo corpo dopo la morte sta nel posto del tuo
cuore prima della morte.
Quando tu stai di fronte a me, nessun altro starà
con te eccetto te.
Quando l'alterità diventa un pensiero biasimevole,
Paradiso e Inferno svaniscono.
COMMENTO.
L'opinione definitiva é la stessa che impedisce ogni
comprensione dei testi alchemici. L'autore non è
compreso perchè i pregiudizi del lettore sono di
ostacolo.
gdg
Caro studioso,
non dire mai che la conoscenza sta nel celestiale:
nessuno discende con essa. Non dire nemmeno
che sta nei limiti del terrestre: nessuno ascende
con essa. Essa sta nei cuori.
COMMENTO.
E' l'intelligenza del cuore di Schwaller de Lubicz.
Vale a dire quell'intelligenza preponderante sull'intelligenza
cerebrale , sul mentale. E' il mezzo che consente di andare
oltre la ragione così come la conosciamo.
E' un dono che consente il raggiungimento
di una liberalità aristocratica, una liaison con il Tutto .
[...]
Chi sono io? E il sole e la luna si oscurarono, e le stelle
caddero dal cielo e le luci impallidirono e le
tenebre coprirono ogni cosa, eccetto lui.
E tutte le cose parlarono e dissero: "Dio è grandissimo".
COMMENTO.
Il crogiolo fonde la Materia segreta con il Tutto. E il Tutto diventa la Materia segreta . " Dio è grandissimo " e ogni cosa si sovverte, sprofonda.
L'universo si scompiglia al cospetto di Dio .
[...]
Quando io guardo il tuo cuore, nessun'altra cosa
vi entra.
Se tu mi vedi nel tuo cuore, sei capace di sopportarmi.
I miei amici sono quelli che non hanno nessuna
opinione personale.
II tuo corpo dopo la morte sta nel posto del tuo
cuore prima della morte.
Quando tu stai di fronte a me, nessun altro starà
con te eccetto te.
Quando l'alterità diventa un pensiero biasimevole,
Paradiso e Inferno svaniscono.
COMMENTO.
L'opinione definitiva é la stessa che impedisce ogni
comprensione dei testi alchemici. L'autore non è
compreso perchè i pregiudizi del lettore sono di
ostacolo.
gdg
QUARTA LETTERA.
Caro Maestro, ho letto a lungo...... Jàbir ( noto come Geber ) ........ho trovato queste affermazioni:
Se tu, uomo intelligente, esamini tutte queste cose, vedrai che lo scopo da raggiungere non si ottiene se non con l'aiuto di cose diverse, cioè delle quattro nature.
Occorrono forze diverse, spirituali e corporali. Queste forze debbono essere convergenti e non divergenti, come forma e come colore
[...]
Tu devi operare in una sola volta, in maniera continua, senza interruzione, per realizzare la mescolanza delle parti, le une con le altre.
Dovrà esserci equilibrio per quanto riguarda la natura, la quantità e il peso.....
L'elemento corporale è dominato dall'elemento spirituale in seguito all'operazione vera che lo trasforma in elemento spirituale. L'elemento spirituale è ugualmente dominato
dall'elemento corporale e trasformato in elemento corporale
[...]
Sempre in Jabir leggo:
Ho visto [...] che nessuno potrà arrivare ad estrarne la verità
a meno di consacrarvi tutta la propria vita, di avere un'intelligenza superiore,
di dedicarvi tutto il proprio studio, di vegliare notte e giorno
e di rinunciare a frequentare i propri amici
[...]
Leggo però anche:
Fatevi aiutare dalle persone intelligenti che si occupano di questi lavori,
perché i libri sono inchiavardati, e le chiavi dei loro catenacci
sono nei petti degli uomini
[...]
COMMENTO
Nel dicembre del 1990 Paolo Lucarelli pubblicò sulla rivista Abstracta ,rivista che non ebbe fortuna e della quale conservo alcune pregevoli copie, un articolo su Geber, il maestro dei maestri .
Si attribuiscono a Geber 3000 trattati dei quali 250 sono giunti fino a noi. Adepto molto stimato e , nel contempo,
autore molto difficile ( chi avrà modo di leggere l'articolo di Lucarelli se ne renderà conto )nei suoi numerosi trattati " disperde il sapere " con indubbia maestria .
Leggere Geber non é agevole certo, ma in nostro soccorso corre il caritatevole Paolo .
Le quattro nature di cui alla Quarta Lettera << non sono le quattro nature aristoteliche ,Caldo, Freddo, Umido, Secco ma le Nature filosofiche che devono attirarsi ,
congiungersi e interagire e generare gli occulti fenomeni di cui si parla nei testi >>
Il riferimento al peso di cui sopra ovvero ai pesi della Grande Opera trova il seguente commento << pesi che sono di due tipi,cosidetti dell'Arte e di Natura .
Del secondo nessuno , nemmeno i più grandi Adepti,
conosce le proporzioni, che d'altronde non servono per operare. Dei primi invece , tutti
gli autori riconoscono la grande importanza nelle prime operazioni....>>
Infine tra i segreti " inchiavardati " nei petti dei Maestri ,
Lucarelli ricorda che un segreto fra i più gelosamente custoditi
è il nome della cosidetta " Materia Prima " , fondamento operativo e base concreta della Grande Opera.
gdg
Caro Maestro, ho letto a lungo...... Jàbir ( noto come Geber ) ........ho trovato queste affermazioni:
Se tu, uomo intelligente, esamini tutte queste cose, vedrai che lo scopo da raggiungere non si ottiene se non con l'aiuto di cose diverse, cioè delle quattro nature.
Occorrono forze diverse, spirituali e corporali. Queste forze debbono essere convergenti e non divergenti, come forma e come colore
[...]
Tu devi operare in una sola volta, in maniera continua, senza interruzione, per realizzare la mescolanza delle parti, le une con le altre.
Dovrà esserci equilibrio per quanto riguarda la natura, la quantità e il peso.....
L'elemento corporale è dominato dall'elemento spirituale in seguito all'operazione vera che lo trasforma in elemento spirituale. L'elemento spirituale è ugualmente dominato
dall'elemento corporale e trasformato in elemento corporale
[...]
Sempre in Jabir leggo:
Ho visto [...] che nessuno potrà arrivare ad estrarne la verità
a meno di consacrarvi tutta la propria vita, di avere un'intelligenza superiore,
di dedicarvi tutto il proprio studio, di vegliare notte e giorno
e di rinunciare a frequentare i propri amici
[...]
Leggo però anche:
Fatevi aiutare dalle persone intelligenti che si occupano di questi lavori,
perché i libri sono inchiavardati, e le chiavi dei loro catenacci
sono nei petti degli uomini
[...]
COMMENTO
Nel dicembre del 1990 Paolo Lucarelli pubblicò sulla rivista Abstracta ,rivista che non ebbe fortuna e della quale conservo alcune pregevoli copie, un articolo su Geber, il maestro dei maestri .
Si attribuiscono a Geber 3000 trattati dei quali 250 sono giunti fino a noi. Adepto molto stimato e , nel contempo,
autore molto difficile ( chi avrà modo di leggere l'articolo di Lucarelli se ne renderà conto )nei suoi numerosi trattati " disperde il sapere " con indubbia maestria .
Leggere Geber non é agevole certo, ma in nostro soccorso corre il caritatevole Paolo .
Le quattro nature di cui alla Quarta Lettera << non sono le quattro nature aristoteliche ,Caldo, Freddo, Umido, Secco ma le Nature filosofiche che devono attirarsi ,
congiungersi e interagire e generare gli occulti fenomeni di cui si parla nei testi >>
Il riferimento al peso di cui sopra ovvero ai pesi della Grande Opera trova il seguente commento << pesi che sono di due tipi,cosidetti dell'Arte e di Natura .
Del secondo nessuno , nemmeno i più grandi Adepti,
conosce le proporzioni, che d'altronde non servono per operare. Dei primi invece , tutti
gli autori riconoscono la grande importanza nelle prime operazioni....>>
Infine tra i segreti " inchiavardati " nei petti dei Maestri ,
Lucarelli ricorda che un segreto fra i più gelosamente custoditi
è il nome della cosidetta " Materia Prima " , fondamento operativo e base concreta della Grande Opera.
gdg