I Vasi di Ermete.
Anonimo, 1700.
Il volumetto si compone di 5 tavole. La tavola n.5 é quella che più incuriosisce perché ricorda la vetrata della Cappella di S. Tommaso d'Aquino ( di cui alla tavola n.6 ) della antica chiesa dei Giacobini a Parigi disegnata con eleganza da Julien Champagne e doviziosamente commentata nel Mistero delle Cattedrali da Fulcanelli.
La nota caritatevole di Paolo Lucarelli a pagina 215 del Mistero delle Cattedrali è di grande aiuto per una migliore comprensione : " Lo scudo dipinto da Champagne ( tavola n.6 ) si discosta un po' dalla lettura di Fulcanelli, eseguita secondo la tradizione araldica, specialmente nel canton sinistro del capo , ma probabilmente l'Adepto aveva sotto gli occhi la riproduzione di Chodet, più precisa ( si veda la tavola n.7 ).Aggiungo un breve commento che sembra proprio che i quarti dello scudo descrivano la stessa operazione , o meglio, la sua triplice reiterazione , da quattro punti di vista complementari, per cui alle tre stelle corrisponde la fecondità della terra, e ai tre dardi, omologhi dei colpi della verga di Aronne sulla roccia , le tre serpi mercuriali d'acqua argentea. "
La sorprendente 6 ^ tavola precisa meglio cosa sia questa terra feconda : é il caput mortum , dove il nero è più nero del nero, che pur collocandosi in un quarto diverso , quest'ultimo non ne inficia il significato. Le tavole 2,3,4 indicano nell'ordine il susseguirsi delle operazioni della Grande Opera: il dragone furioso che lo scudo mette ben in risalto, l'uroboro intento a divorare la sua coda, l'androgine sulla cui mitria svetta la croce redentrice.
Sembra quasi che un'unica mano si sia ingegnata a proporre alla nostra attenzione più simboli fra loro interconnessi affinché si possa " estrarne il succo ".
gdg
( per ingrandire le immagini basta cliccarci sopra.)
Il volumetto si compone di 5 tavole. La tavola n.5 é quella che più incuriosisce perché ricorda la vetrata della Cappella di S. Tommaso d'Aquino ( di cui alla tavola n.6 ) della antica chiesa dei Giacobini a Parigi disegnata con eleganza da Julien Champagne e doviziosamente commentata nel Mistero delle Cattedrali da Fulcanelli.
La nota caritatevole di Paolo Lucarelli a pagina 215 del Mistero delle Cattedrali è di grande aiuto per una migliore comprensione : " Lo scudo dipinto da Champagne ( tavola n.6 ) si discosta un po' dalla lettura di Fulcanelli, eseguita secondo la tradizione araldica, specialmente nel canton sinistro del capo , ma probabilmente l'Adepto aveva sotto gli occhi la riproduzione di Chodet, più precisa ( si veda la tavola n.7 ).Aggiungo un breve commento che sembra proprio che i quarti dello scudo descrivano la stessa operazione , o meglio, la sua triplice reiterazione , da quattro punti di vista complementari, per cui alle tre stelle corrisponde la fecondità della terra, e ai tre dardi, omologhi dei colpi della verga di Aronne sulla roccia , le tre serpi mercuriali d'acqua argentea. "
La sorprendente 6 ^ tavola precisa meglio cosa sia questa terra feconda : é il caput mortum , dove il nero è più nero del nero, che pur collocandosi in un quarto diverso , quest'ultimo non ne inficia il significato. Le tavole 2,3,4 indicano nell'ordine il susseguirsi delle operazioni della Grande Opera: il dragone furioso che lo scudo mette ben in risalto, l'uroboro intento a divorare la sua coda, l'androgine sulla cui mitria svetta la croce redentrice.
Sembra quasi che un'unica mano si sia ingegnata a proporre alla nostra attenzione più simboli fra loro interconnessi affinché si possa " estrarne il succo ".
gdg
( per ingrandire le immagini basta cliccarci sopra.)