ICONOLOGIA ERMETICA.
La Primavera del Botticelli, prima parte.

Ad Amburgo in Germania nella sede della Biblioteca Warburg, Ernest Cassirer,Otto Kurtz,Ernst Kris,Erwin Panofsky, Rudolf Wittkower ed Edgar Wind fondarono l’“iconologia ” la quale, come la definiva lo stesso Panofsky, aveva come scopo l’individuazione di un metodo diretto al superamento della mera descrizione ed elencazione sistematica delle opere d’arte; si trattava in sostanza di analizzare il " significato intrinseco o contenuto , costituente il mondo dei valori “simbolici ” così definiti da Cassirer e meglio definiti da Panofsky, come “le forme, i motivi, le immagini, le storie e le allegorie quali manifestazioni di principi più interni ”.
Nei Misteri pagani nel Rinascimento, Edgar Wind propone un’interessante interpretazione iconologica del quadro La Primavera di Sandro Botticelli, ricostruendo l’orditura della tela attraverso “ La costellazione Ficino-Poliziano-Botticelli [...] dove,però, soltanto la componente derivante da Poliziano è stata dimostrata con completo successo [...]mentre, nonostante la comunione di interessi letterari ( fra i tre eminenti personaggi di cui sopra ) , non si riesce a spiegare il programma dei dipinti. La Primavera in special modo, è rimasta un enigma ”.
Sembra di capire pertanto, che non appaiono chiari gli “ influssi ” di Marsilio Ficino su Sandro Botticelli, o meglio che cosa si proponesse di “ testimoniare ” l’augusto filosofo attraverso la straordinaria arte del Botticelli. Su questo argomento mi riprometto di fornire un contributo seppur minimo, che vuole aprire un campo di investigazione per lo studioso libero da preconcetti e appassionato d’Arte .
E’ primavera e -1- Zefiro all’estrema destra della composizione raggiunge irrefutabilmente attratto la ninfa terrestre Chloris, della quale rabbuffa i lunghi capelli . Gli Antichi definivano Zefiro il vento della generazione , il vento della vita e della produzione : ecco perché soffia a primavera, dopo un lungo periodo inospite e freddo.
Chloris per quanto apparentemente riluttante all’abbraccio del vento figlio degli dei, emana ora dei fiori dalla bocca e viene trasformata così, in Flora.
CHLORIS ERAM QUAE FLORA VOCOR
Ovidio -Fasti
“ La ninfa fuggente e l’amoroso Zefiro si uniscono nella bellezza di Flora ” Wind,op.cit.
E’ una trasmutazione che sembra non rimanere isolata nel quadro del Botticelli.
Dal grembo l’avvenente Flora, che i romani solevano celebrare nell’attuale piazza Barberini , coglie bocci di rosa, fiore consacrato a Venere perché tinto dal sangue della dea che si era punta con una spina, in un roseto dai fiori bianchi, mentre cercava di soccorrere Adone colpito a morte da un cinghiale furioso. Come insegna il Pernety, si tratta dello stesso mito di Iside che accorre in aiuto di Osiride ferito da Tifone : “ Venere è la Luna Filosofica che ama Adone che a sua volta rappresenta la Materia Filosofica la cui unione è simboleggiata dal prestarsi mutuo soccorso ………”.
Va ricordato che è dello stesso Botticelli ( con l’ausilio di Marsilio Ficino ) l’altra celeberrima composizione , La Nascita di Venere, che si ricollega naturalmente alla Primavera.
Quest’ ultimo capolavoro trova, a mio avviso, un inconsapevole commentatore d’eccezione in Eugène Canseliet che così si esprime nella prefazione alla seconda edizione delle Dimore Filosofali : “ Quanto a Venere gli autori non la fanno entrare nell’operazione che per indicare , analogicamente, come il solfo nero viene al giorno. Il lettore vedrà , con Fulcanelli, che questo agente filosofico nasce dal mare ermetico e appare, al culmine della agitazione delle acque, sotto la forma di una schiuma che si eleva, galleggia, si inspessisce e fluttua alla superficie. Egli comprenderà allora quanto grave sarebbe l’errore se egli adottasse il piombo quale materia mercuriale , e il rame quale dispensatore del solfo “.
L’enigma può dunque dispiegarsi, nella sua prima parte, nell’azione che il magnete Chloris svolge nei confronti di Zefiro, senza il quale non ci sarebbe Vita e la cui funzione è ben espressa da Nuysement: " Un grain de cet esprit, de celeste origine, pris seul, fais plus d’effects qu’n pot de medecine", un grano di questo spirito d’origine celeste, preso da solo, ha più efficacia di un vaso di medicina.
gdg
Nota.
-1-Zefiro o Favonio: vento dolce,primaverile, che soffia da occidente. Zefiro in greco suona Zéphyros, derivato da zóphos = zona delle tenebre, occidente. Favonio deriva invece dal latino faveo = favorire la crescita, perché favorisce i germogli .
Nei Misteri pagani nel Rinascimento, Edgar Wind propone un’interessante interpretazione iconologica del quadro La Primavera di Sandro Botticelli, ricostruendo l’orditura della tela attraverso “ La costellazione Ficino-Poliziano-Botticelli [...] dove,però, soltanto la componente derivante da Poliziano è stata dimostrata con completo successo [...]mentre, nonostante la comunione di interessi letterari ( fra i tre eminenti personaggi di cui sopra ) , non si riesce a spiegare il programma dei dipinti. La Primavera in special modo, è rimasta un enigma ”.
Sembra di capire pertanto, che non appaiono chiari gli “ influssi ” di Marsilio Ficino su Sandro Botticelli, o meglio che cosa si proponesse di “ testimoniare ” l’augusto filosofo attraverso la straordinaria arte del Botticelli. Su questo argomento mi riprometto di fornire un contributo seppur minimo, che vuole aprire un campo di investigazione per lo studioso libero da preconcetti e appassionato d’Arte .
E’ primavera e -1- Zefiro all’estrema destra della composizione raggiunge irrefutabilmente attratto la ninfa terrestre Chloris, della quale rabbuffa i lunghi capelli . Gli Antichi definivano Zefiro il vento della generazione , il vento della vita e della produzione : ecco perché soffia a primavera, dopo un lungo periodo inospite e freddo.
Chloris per quanto apparentemente riluttante all’abbraccio del vento figlio degli dei, emana ora dei fiori dalla bocca e viene trasformata così, in Flora.
CHLORIS ERAM QUAE FLORA VOCOR
Ovidio -Fasti
“ La ninfa fuggente e l’amoroso Zefiro si uniscono nella bellezza di Flora ” Wind,op.cit.
E’ una trasmutazione che sembra non rimanere isolata nel quadro del Botticelli.
Dal grembo l’avvenente Flora, che i romani solevano celebrare nell’attuale piazza Barberini , coglie bocci di rosa, fiore consacrato a Venere perché tinto dal sangue della dea che si era punta con una spina, in un roseto dai fiori bianchi, mentre cercava di soccorrere Adone colpito a morte da un cinghiale furioso. Come insegna il Pernety, si tratta dello stesso mito di Iside che accorre in aiuto di Osiride ferito da Tifone : “ Venere è la Luna Filosofica che ama Adone che a sua volta rappresenta la Materia Filosofica la cui unione è simboleggiata dal prestarsi mutuo soccorso ………”.
Va ricordato che è dello stesso Botticelli ( con l’ausilio di Marsilio Ficino ) l’altra celeberrima composizione , La Nascita di Venere, che si ricollega naturalmente alla Primavera.
Quest’ ultimo capolavoro trova, a mio avviso, un inconsapevole commentatore d’eccezione in Eugène Canseliet che così si esprime nella prefazione alla seconda edizione delle Dimore Filosofali : “ Quanto a Venere gli autori non la fanno entrare nell’operazione che per indicare , analogicamente, come il solfo nero viene al giorno. Il lettore vedrà , con Fulcanelli, che questo agente filosofico nasce dal mare ermetico e appare, al culmine della agitazione delle acque, sotto la forma di una schiuma che si eleva, galleggia, si inspessisce e fluttua alla superficie. Egli comprenderà allora quanto grave sarebbe l’errore se egli adottasse il piombo quale materia mercuriale , e il rame quale dispensatore del solfo “.
L’enigma può dunque dispiegarsi, nella sua prima parte, nell’azione che il magnete Chloris svolge nei confronti di Zefiro, senza il quale non ci sarebbe Vita e la cui funzione è ben espressa da Nuysement: " Un grain de cet esprit, de celeste origine, pris seul, fais plus d’effects qu’n pot de medecine", un grano di questo spirito d’origine celeste, preso da solo, ha più efficacia di un vaso di medicina.
gdg
Nota.
-1-Zefiro o Favonio: vento dolce,primaverile, che soffia da occidente. Zefiro in greco suona Zéphyros, derivato da zóphos = zona delle tenebre, occidente. Favonio deriva invece dal latino faveo = favorire la crescita, perché favorisce i germogli .