Pittori di quale immaginario ? Prima parte.
In un articolo di Parvopolis, Paolo Lucarelli così si esprime:
<< Nella pressoché sterminata letteratura alchemica c'è un testo anonimo, si chiama "Rosario dei Filosofi". Un libro di duecento pagine. Ad un certo punto si legge una frase:
"Tu devi esaminare le cose con una immaginazione vera e non fantastica".
[...]
Gli alchimisti sapevano che quello che conta è l'immaginazione attiva, come viene insegnato da Avicenna. La capacità di trovare una frase in un testo di centinaia di pagine e di capire come questa frase sia la chiave di lettura del testo stesso, l'essenza, il vero "segreto" se vogliamo, dimostra da un lato le sua capacità e dall'altro testimonia il suo grande insegnamento >>
Esposto per la prima volta nel 1782 a Somerset House, in occasione della rassegna estiva della Royal Academy, il dipinto dello svizzero Johann Heinrich Füssli (1741-1825), divenuto Henry Fuseli in Inghilterra, che qui propongo fece un gran rumore. Non nego che il tema della composizione è sorprendente. Agli scandalizzati critici William Blake disse: «Voi pensate che Fuseli non sia un grande pittore ? Ne sono felice! Questo è uno dei migliori complimenti che egli abbia mai avuto».
Il pittore svizzero in un'altra opera , nel Peccato inseguito dalla morte, realizzato nel 1796 e conservato alla Kunsthaus di Zurigo, che fu ispirato da un episodio del Paradiso perduto di Milton, un autore che Fussli ammirava al pari di Dante, Omero e Shakespeare, lascia ancora una volta attoniti . L’ombra della morte ghermisce i seni di una fanciulla e vuole trascinarla con sé nel precipizio. Li tormenta con unghie affilate approfittando delle catene che impediscono la fuga ( si veda l'immagine che segue )...Si tratta solo di emozioni, di incubi, di angosce o Fussli esprime qualcosa di più, di nuovo, di stravolgente che ci può interessare?
Lucarelli nello stesso articolo di Parvopolis di cui sopra così continua:
<< Io sono molto pessimista a riguardo. Sono piuttosto della convinzione che questo sia un millennio di cialtroni e che dunque l'insegnamento di Zolla alla fine non sia per nessuno, se non per quattro o cinque persone . Il suo messaggio è quello di superare quello che chiamava il momento dei significanti, le banalità, le sciocchezze, riuscendo a cercare e cogliere i veri significati, quelli che chiamava gli archetipi. Oggi a chi interessa?
Noi viviamo di significanti, di sogni sognati da altri. Nessuno ha interesse o voglia di andare dietro alle cose >>
Possiamo affermare con certezza che i sogni di Fussli gli appartenevano totalmente non solo per la loro originalità ma , sopratutto, per il significato profondo che W. Blake seppe cogliere.
In questi sogni si fondono grandi autori come Milton, Dante, Omero e Shakespeare che, a loro volta, seppero sconcertare, scombussolare il mondo intero.
gdg
<< Nella pressoché sterminata letteratura alchemica c'è un testo anonimo, si chiama "Rosario dei Filosofi". Un libro di duecento pagine. Ad un certo punto si legge una frase:
"Tu devi esaminare le cose con una immaginazione vera e non fantastica".
[...]
Gli alchimisti sapevano che quello che conta è l'immaginazione attiva, come viene insegnato da Avicenna. La capacità di trovare una frase in un testo di centinaia di pagine e di capire come questa frase sia la chiave di lettura del testo stesso, l'essenza, il vero "segreto" se vogliamo, dimostra da un lato le sua capacità e dall'altro testimonia il suo grande insegnamento >>
Esposto per la prima volta nel 1782 a Somerset House, in occasione della rassegna estiva della Royal Academy, il dipinto dello svizzero Johann Heinrich Füssli (1741-1825), divenuto Henry Fuseli in Inghilterra, che qui propongo fece un gran rumore. Non nego che il tema della composizione è sorprendente. Agli scandalizzati critici William Blake disse: «Voi pensate che Fuseli non sia un grande pittore ? Ne sono felice! Questo è uno dei migliori complimenti che egli abbia mai avuto».
Il pittore svizzero in un'altra opera , nel Peccato inseguito dalla morte, realizzato nel 1796 e conservato alla Kunsthaus di Zurigo, che fu ispirato da un episodio del Paradiso perduto di Milton, un autore che Fussli ammirava al pari di Dante, Omero e Shakespeare, lascia ancora una volta attoniti . L’ombra della morte ghermisce i seni di una fanciulla e vuole trascinarla con sé nel precipizio. Li tormenta con unghie affilate approfittando delle catene che impediscono la fuga ( si veda l'immagine che segue )...Si tratta solo di emozioni, di incubi, di angosce o Fussli esprime qualcosa di più, di nuovo, di stravolgente che ci può interessare?
Lucarelli nello stesso articolo di Parvopolis di cui sopra così continua:
<< Io sono molto pessimista a riguardo. Sono piuttosto della convinzione che questo sia un millennio di cialtroni e che dunque l'insegnamento di Zolla alla fine non sia per nessuno, se non per quattro o cinque persone . Il suo messaggio è quello di superare quello che chiamava il momento dei significanti, le banalità, le sciocchezze, riuscendo a cercare e cogliere i veri significati, quelli che chiamava gli archetipi. Oggi a chi interessa?
Noi viviamo di significanti, di sogni sognati da altri. Nessuno ha interesse o voglia di andare dietro alle cose >>
Possiamo affermare con certezza che i sogni di Fussli gli appartenevano totalmente non solo per la loro originalità ma , sopratutto, per il significato profondo che W. Blake seppe cogliere.
In questi sogni si fondono grandi autori come Milton, Dante, Omero e Shakespeare che, a loro volta, seppero sconcertare, scombussolare il mondo intero.
gdg