Aurum sub scoria.Festina Lente.
L’essere “ piloso ” della colonnetta istoriata di San Ponziano a Lucca che Gigetta Dalli Regoli così ben descrive e che mi auguro resti sconosciuto per ancora molto tempo a tutti quei psicanalisti di derivazione junghiana affinché la coda che spunta dalle natiche di quest’essere selvaggio, ad esempio, non susciti in loro impulsi “ psicologicamente appropriati ”. Il coacervo di corbellerie che ho avuto modo di leggere su Pan e su altre figure mitologiche, non può non essere che il riflesso di quelle menti che “ proiettano” il loro caos interiore e “ istintuale ” su tutta la mitologia convinti come sono che è nella sfera privata ( deviata o deviante……?? ) che nascono i miti!
Si tratta certo, di un essere “ appartenente al genere misto, un ibrido…………( un fauno, un sauro ? ) ………che nella patristica subiscono un rapido processo di demonizzazione ”, e che possiamo ritrovare sorprendentemente ingentilito , in “ Bacco ”, capolavoro di Michelangelo conservato al Museo Nazionale del Bargello.
L’incisore della colonnetta pur confermando che si tratta di un essere villoso come vuole l’iconografia tradizionale sostituisce al piede caprino , artigli e speroni e alle orecchie mobili dei fauni già di ragguardevoli dimensioni, -1- spropositati padiglioni auricolari.
“ Si tratta di un simbolismo solare molto preciso, dove la cabala fonetica potrebbe fornirci la chiave. Che si consideri l’ortografia antica del sostantivo orecchio [...] in latino auricola ( ancora oggi utilizziamo l’aggettivo auricolare ) che si apparenta foneticamente ad aurum, l’oro …..diminutivo di auris, dove aures sono le orecchie. Aures evoca Aries, l’Ariete ( Ares è il dio Marte ) che fu da sempre associato alla ricerca della Pietra Filosofale, poiché il suo -2- vello simboleggia sovente l’attributo della Scienza Reale ”, i cui riferimenti che Séverin Batfroi riporta in Alchimie et Révélation Chrétienne , possono meravigliare: “ Venne il tempo per Gargamelle di dare alla luce un figlio, ma in maniera molto curiosa……poiché l’Infante gravando sul diaframma fino al di sopra delle spalle( dove la detta vena cava si suddivide in due ) prese il suo cammino a sinistra e uscì dall’orecchio sinistro( La vie très orrifique du Grand Gargantua, père de Pantagruel, I°,C. VI° ) ” e ancora “ Il Verbo divino penetrò in Maria attraverso il suo orecchio, e la Natura intima del suo corpo animato fu santificata con tutti i suoi sensi e fu purificata come l’Oro lo é dal fuoco ( Les Evangiles Apocryphes, Le Livre Arménien de l’enfance ) ”.
Aura, in greco [ aemi, aella, aer] = aura, brezza, soffio di vento, esalazione, profumo; è l’aura amorosa del Tasso, un’alito gentile che spande tutt’intorno pace e serenità ; un dono preziosissimo che dovrebbe far riflettere quegli uomini “ moderni ” in particolare, che considerano la pace una sorta di senescenza precoce: nell’arruffio della Grande Mela frenetica e ossessiva, stagna di contro, la bava dell’Ofide vincitore .
<< Gloria a Dio nel più alto dei cieli
e pace in terra -3- agli uomini che egli ama >>
Luca II°, 14
NOTE
-1- Nella Basilica di S. Pietro in Ciel d’oro a Pavia dove è conservata l’ Arca di S. Agostino, ho avuto modo di ammirare nella sagrestia le decorazioni della volta a “grottesche ” , così come Raffaello dipinse le Logge vaticane. Delle tre scene di mezzo, assumano particolare interesse le due minori, allegoriche: una ritrae la Verità divina come una donna imponente che siede su una bestia a quattro zampe e a tre teste, innalzante un vaso prezioso ; l’altra raffigura un’Idra di grandi dimensioni nei pressi di una pietra nera d’innanzi alla quale alcuni astanti ginocchioni si prostrano in adorazione. Di lato se si fa attenzione, si intravede una piccola lepre dalle grandi orecchie………..
AURUM SUB SCORIA
-2- Sembra che Ercole dopo aver catturato il cinghiale di Erimanto, lo abbandonasse incatenato invece di portarlo ad Euristeo, che se ne stava chiuso in un’urna di bronzo , per potersi unire agli Argonauti che stavano partendo alla ricerca ( preferisco questo termine a quello più frequentemente usato e più pomposo , di “ conquista ” ) del vello d’oro, vello che era appartenuto all’ariete , inviato da Ermete, per portare sano e salvo Frisso ( quale mera curiosità, desidero segnalare che Fulcanelli utilizza più di una volta, il verbo onomatopeico frissoner in riferimento alla materia posta nel crogiolo, mettendo sull’avviso l’alchimista di essere prudente e di non farsi cogliere di sorpresa…….) nella Colchide.
-3- Paolo Lucarelli più volte mi disse che questa è la la traduzione corretta del celebre versetto di Luca apostolo.