DUOMO DI MILANO. CANDELABRO TRIVULZIANO. 2^ PARTE.
Questo è un altro lato del piede del candelabro, dove i due giovani armati di coltellacci sono stati sostituiti da due scimmie incappucciate anch'esse armate di coltellacci.
I coltellacci vogliono indicare, anche in questo caso, la fondamentale quanto pericolosa "operazione" dell'alchimista tesa alla uccisione del Drago.
" La scimmia, noi lo sappiamo, esprime l'alchimista praticante , discepolo studioso e imitatore fedele di Madre Natura."
Eugène Canseliet , Deux Logis Alchimiques
“ L’alchimista , nel suo paziente lavoro, deve essere lo scrupoloso imitatore della Natura, la scimmia della creazione , seguendo l’espressione genuina di numerosi Maestri. Guidato dall’analogia, egli realizza in piccolo, con i suoi deboli mezzi e in un dominio ristretto, ciò che Dio fece in grande nell’ universo cosmico. Qui l’immenso, là il minuscolo. A queste due estremità , lo stesso pensiero, lo stesso sforzo, volontà simile nella sua relatività. Dio fa tutto dal nulla: Egli crea. L’uomo prende una particella di questo tutto e la moltiplica : egli prolunga e continua. Così il microcosmo amplifica il macrocosmo. Tale è lo scopo, la sua ragione d’essere; tale ci appare essere la sua vera missione terrestre e la causa della propria salute. In alto Dio; in basso l’uomo. Tra il Creatore immortale e la sua creatura peritura, tutta la Natura creata. Cercate: voi non troverete nulla di più, né scoprirete nulla di meno, che l’Autore del primo sforzo, congiunto alla massa dei beneficiari dell’esempio divino, sottomessi alla stessa volontà imperiosa per una attività costante, di eterno lavoro. Tutti gli autori classici sono unanimi nel riconoscere che la Grande Opera è un compendio , ridotto alle proporzioni e alle possibilità umane , dell’Opera divina. E , come l’Adepto vi deve apportare le sue migliori qualità se vuole portarla a buon fine , è giusto ed equo che l’alchimista possa raccogliere i frutti dell’Albero della Vita e tragga profitto dai meravigliosi pomi del giardino delle Esperidi.” Fulcanelli, Le Dimore Filosofali
HORTI MAGICI INGRESSUM HESPERIDUS CUSTODIT DRACO ET SINE ALCIDE COLCHIAS DELICIAS NON GUSTAVESSET IASON.
Amphitheatrum Eternae Sapientiae . H.Khunrath
Base del cero pasquale della Basilica di San Paolo a Roma . Realizzato nel 1170 da Pietro Vassalletto e Nicolò d’Angelo sfuggì miracolosamente al devastante incendio che distrusse la chiesa nel 1823.
<< Il basamento accoglie quattro figure femminili diademate identiche, che afferrano al collo quattro coppie di animali simbolici (sfingi, montoni e leoni) da interpretare quale raffigurazione metaforica della Prostituta di Babilonia: “È caduta, è caduta Babilonia la grande ed è diventata covo di demoni, carcere di ogni spirito immondo, carcere d'ogni uccello impuro e aborrito e carcere di ogni bestia immonda e aborrita. Perché tutte le nazioni hanno bevuto del vino della sua sfrenata prostituzione, i re della terra si sono prostituiti con essa e i mercanti della terra si sono arricchiti del suo lusso sfrenato” (Apocalisse 17, 2-3).
Essa tiene legate a sé le potenze demoniache, vinte, come ci ricorda San Paolo, dalla potenza della fede in Cristo.
[...]
L’ultimo registro narrativo, diviso nettamente in due parti, comprende la Resurrezione: i soldati addormentati vicino al sepolcro si confondono con gli angeli reggenti la mandorla entro la quale avviene l’Ascensione, intesa come una Maiestas Domini dove Cristo appare in tutta la sua maestà, seduto sopra l'arcobaleno, con una mano benedicente ed uno scettro nell'altra.
Secondo il gusto decorativo e simbolico romanico segue un’alta fascia con motivi ornamentali, i cui intrecci fitomorfi ben si accordano con il commento al candelabro inciso dai marmorari in uno dei registri:
+Arbor poma gerit. arbor ego lumina gesto. porto libamina. Nuntio gaudia, sed die festo. Surrexit Christus. Nam talia munera p[rae] sto.
"L’albero reca i frutti. Io sono un albero che reca luce. E doni. Annunzio gioia in un giorno di festa. Cristo è risorto. Ed io offro tali doni".
Altre otto figure di animali mostruosi chiudono il ciclo per sostenere la coppa reggicero»
Andrea Lonardo
Il Drago e la Prostituta di Babilonia sono le basi dalle quali sorgono rispettivamente il Candelabro Trivulziano e il Cero della Basilica di San Paolo. Nell'ermetismo i fondamenti del Candelabro e quello del Cero, quali alberi di luce, hanno lo stesso significato.
"Poco più oltre, sette alberi d’oro
falsava nel parere il lungo tratto
del mezzo ch’era ancor tra noi e loro;
ma quand’i’ fui sì presso di lor fatto,
che l’obietto comun, che ’l senso inganna,
non perdea per distanza alcun suo atto,
la virtù ch’a ragion discorso ammanna,
sì com’elli eran candelabri apprese,
e ne le voci del cantare ’Osanna’.
Di sopra fiammeggiava il bello arnese
più chiaro assai che luna per sereno
di mezza notte nel suo mezzo mese. "
Purgatorio, XXIX 42-54
gdg