Email di Paolo Lucarelli del 20 novembre 2002.
Caro Giovanni,
per riprendere i tuoi esempi, guarda che anch'io soffro di vertigini - i due anni vissuti in Val d'Aosta non li dimenticherò mai - e per quanto riguarda il pedalare, ormai ansimo anche in discesa.
Poi una notizia: oggi il postino mi ha portato le prime copie di "Newton scienziato ed alchimista" della Dobbs, che ho tradotto per le Mediterranee. Credo che vi troveresti cose utili e interessanti, specialmente per la ricerca del senso filosofico dell'alchimia.
Vedi, io non temo che l'insegnamento di Fulcanelli sia falsato. Il mio problema è che questo insegnamento, come quello di tutti gli altri nostri autori, è monco della sua parte più importante. Lo sottolinei anche tu con la tua citazione di Etteilla: si parla ancora e sempre di problemi tecnici dell'opera fisica. Ci sono i colori, non ci sono, quali sono...
Ma cosa sta dietro l'alchimia? C'è qualcosa? C'è una dottrina metafisica? Una visione del mondo? Una "religione"?
O dobbiamo soltanto accontentarci di studiare libri che per lo più assomigliano a test da settimana enigmistica, estasiandoci perché scopriamo in un quadro o in una scultura la ricetta delle coobazioni o il simbolo del sale di tartaro?
Insomma, l'alchimia operativa sarà ben l'applicazione di una teoria antropologica e cosmologica, oltre che metafisica! O no? O è poco più di una chimica raffinatissima?
Ora, dove stanno queste teorie? Perché in Occidente nessuno - salvo qualche prudentissimo passo qua e là - ne parla?
Per tornare al tuo esempio: Planis Campy non dice proprio nulla, mentre si può e si deve dire molto. Ma poverino, la materia che stava analizzando era quella, e di quello parla: le ricette. Ma una volta che hai penetrato esattamente le operazioni della grande opera fisica, e che hai scoperto che più o meno tutti dicono la stessa cosa, e descrivono la stessa cosa, magari con stili diversi, ma è sempre la stessa semplicissima cosa, e ormai la conosci, e ne sai le applicazioni... non trovi che sia piuttosto noioso, per non dire inutile, continuare a leggere e rileggere versioni diverse della stessa, sempre la stessa, trama?
Quanto a Swift, Cyrano, Rabelais (Munchausen??) hanno parlato di ben altro che della grande opera fisica. Molto delusi del loro tempo e della società, ricondurre le loro analisi e le loro feroci critiche alla descrizione dell'uso del sale di tartaro!!! Dio mio, tutto si può fare, ma mi sembra un'operazione un po' ridicola.
Vedi, ti farò un esempio di un problema che deve e può trovare soluzione solo in una metafisica superiore: tu parli di "fine dei tempi". Quali tempi? Ma se non ci fosse mai stato un inizio? mancherebbe anche la fine. In base a cosa dai questa definizione? L'hai letto in un libro? te l'ha detto un amico? hai dei motivi per sostenerlo?
Vedi: questo è il problema: hai una ipotesi cosmologica. Da che viene? Su quale dottrina si basa? Su quali prove?
Ti farò un altro esempio. Si sostiene che Jung sbagliasse nelle sue analisi: benissimo, in base a che lo si sostiene? Che cosa gli si può contrapporre, oltre che un volto malevolo? Esiste una spiegazione migliore di quella junghiana? dove sta? chi l'ha scritta?
E' ora di andare alla ricerca di questo, amico mio. Se l'alchimia non rispondesse a questo, non servirebbe a niente.
Su questo, di questo, vado gridando.
Un abbraccio
Paolo
per riprendere i tuoi esempi, guarda che anch'io soffro di vertigini - i due anni vissuti in Val d'Aosta non li dimenticherò mai - e per quanto riguarda il pedalare, ormai ansimo anche in discesa.
Poi una notizia: oggi il postino mi ha portato le prime copie di "Newton scienziato ed alchimista" della Dobbs, che ho tradotto per le Mediterranee. Credo che vi troveresti cose utili e interessanti, specialmente per la ricerca del senso filosofico dell'alchimia.
Vedi, io non temo che l'insegnamento di Fulcanelli sia falsato. Il mio problema è che questo insegnamento, come quello di tutti gli altri nostri autori, è monco della sua parte più importante. Lo sottolinei anche tu con la tua citazione di Etteilla: si parla ancora e sempre di problemi tecnici dell'opera fisica. Ci sono i colori, non ci sono, quali sono...
Ma cosa sta dietro l'alchimia? C'è qualcosa? C'è una dottrina metafisica? Una visione del mondo? Una "religione"?
O dobbiamo soltanto accontentarci di studiare libri che per lo più assomigliano a test da settimana enigmistica, estasiandoci perché scopriamo in un quadro o in una scultura la ricetta delle coobazioni o il simbolo del sale di tartaro?
Insomma, l'alchimia operativa sarà ben l'applicazione di una teoria antropologica e cosmologica, oltre che metafisica! O no? O è poco più di una chimica raffinatissima?
Ora, dove stanno queste teorie? Perché in Occidente nessuno - salvo qualche prudentissimo passo qua e là - ne parla?
Per tornare al tuo esempio: Planis Campy non dice proprio nulla, mentre si può e si deve dire molto. Ma poverino, la materia che stava analizzando era quella, e di quello parla: le ricette. Ma una volta che hai penetrato esattamente le operazioni della grande opera fisica, e che hai scoperto che più o meno tutti dicono la stessa cosa, e descrivono la stessa cosa, magari con stili diversi, ma è sempre la stessa semplicissima cosa, e ormai la conosci, e ne sai le applicazioni... non trovi che sia piuttosto noioso, per non dire inutile, continuare a leggere e rileggere versioni diverse della stessa, sempre la stessa, trama?
Quanto a Swift, Cyrano, Rabelais (Munchausen??) hanno parlato di ben altro che della grande opera fisica. Molto delusi del loro tempo e della società, ricondurre le loro analisi e le loro feroci critiche alla descrizione dell'uso del sale di tartaro!!! Dio mio, tutto si può fare, ma mi sembra un'operazione un po' ridicola.
Vedi, ti farò un esempio di un problema che deve e può trovare soluzione solo in una metafisica superiore: tu parli di "fine dei tempi". Quali tempi? Ma se non ci fosse mai stato un inizio? mancherebbe anche la fine. In base a cosa dai questa definizione? L'hai letto in un libro? te l'ha detto un amico? hai dei motivi per sostenerlo?
Vedi: questo è il problema: hai una ipotesi cosmologica. Da che viene? Su quale dottrina si basa? Su quali prove?
Ti farò un altro esempio. Si sostiene che Jung sbagliasse nelle sue analisi: benissimo, in base a che lo si sostiene? Che cosa gli si può contrapporre, oltre che un volto malevolo? Esiste una spiegazione migliore di quella junghiana? dove sta? chi l'ha scritta?
E' ora di andare alla ricerca di questo, amico mio. Se l'alchimia non rispondesse a questo, non servirebbe a niente.
Su questo, di questo, vado gridando.
Un abbraccio
Paolo
COMMENTO
Penso che sia tempo di pubblicare questa email. Paolo Lucarelli era a conoscenza degli autori che in quel momento mi interessavano niente affatto utili per un profittevole proseguimento dello studio dell'Alchimia e me ne spiegò le ragioni. Disquisire di qualsivoglia ricettario "galenico " prima di una solida formazione filosofica è inopportuno quanto dannoso.
Posso dire , caro lettore, che Paolo era il mio " maestro " ? Non lo posso dire perché gli farei fare una brutta figura.
Su richiesta di "Gratianus " il 3 dicembre 2012 gli inviai imprudentemente questa email e molte altre .
gdg
P.S. Il riferimento a Fulcanelli deriva dal fatto che , avendo letto in anteprima le note sul Mistero delle Cattedrali , avevo mosso una scialba osservazione quale conferma della mia galoppante presunzione nonché crassa ignoranza.
Penso che sia tempo di pubblicare questa email. Paolo Lucarelli era a conoscenza degli autori che in quel momento mi interessavano niente affatto utili per un profittevole proseguimento dello studio dell'Alchimia e me ne spiegò le ragioni. Disquisire di qualsivoglia ricettario "galenico " prima di una solida formazione filosofica è inopportuno quanto dannoso.
Posso dire , caro lettore, che Paolo era il mio " maestro " ? Non lo posso dire perché gli farei fare una brutta figura.
Su richiesta di "Gratianus " il 3 dicembre 2012 gli inviai imprudentemente questa email e molte altre .
gdg
P.S. Il riferimento a Fulcanelli deriva dal fatto che , avendo letto in anteprima le note sul Mistero delle Cattedrali , avevo mosso una scialba osservazione quale conferma della mia galoppante presunzione nonché crassa ignoranza.