"
HENRI de LINTHAUT – L’AURORE E L’AMI DE L’AURORE .
DISCORSO BREVE SULLA MANO DEI FILOSOFI. SEGRETO SU TUTTI I SEGRETI DELLA NOSTRA SACRA FILOSOFIA , PER CIO’ CHER CONCERNE LA SUA PRATICA UNIVERSALE.
Quante volte abbiamo incontrato sui libri di Alchimia classica una mano corredata da numerosi simboli alchemici ? Cerchiamo di dare un significato a questi simboli , avvalendoci di pareri qualificati.
Sul pollice si legge :
FLOS AERIS SIVE SALPETER PHILOSOPHORUM .
“ Fra i sali che si mostrano idonei a entrare nella composizione del fuoco segreto e filosofico, il salpetro sembrerebbe avere un posto importante. Del resto l’etimologia lo farebbe presumere. In effetti il greco - nitron – che designa l’azotato di potassio e volgarmente il nitro , trae la sua origine dal greco – nipto- o - nizo- lavare, ora noi sappiamo che i Filosofi raccomandano di lavare con il fuoco . Tutte le loro purificazioni , tutte le loro sublimazioni sono fatte con l’aiuto dei lavaggi ignei così come affermato da Nicolas Flamel.”
Eugène Cansèliet, Prefazione alle Dimore Filosofali
“ Eireneo Filalete dice con grande verità, che il nostro mercurio , tenuamente minerale, è ancor meno metallico , perché non racchiude in se che lo spirito o la semenza metallica , al punto che il corpo tende ad allontanarsi dalla qualità minerale. E’ tuttavia lo spirito dell’oro, chiuso in un olio trasparente , facilmente coagulabile ; il sale di metalli , poiché ogni pietra è un sale, e il sale della nostra pietra , la pietra dei filosofi, che è questo mercurio del quale stiamo parlando ( mercurio dei filosofi ), è il soggetto della pietra filosofale. Da ciò deriva il fatto che alcuni Adepti , volendo creare confusione , lo hanno chiamato nitro o salpetro ( sal petri, sale della pietra) , e copiato il segno sull’immagine dell’altro. Inoltre la sua struttura cristallina, la sua rassomiglianza fisica con il sale fuso, la sua trasparenza hanno permesso di assimilarlo ai sali attribuendogli molti nomi. Egli diventa così, di volta in volta, il sale marino, il salgemma, il sale alembhrot, il sale di Saturno, il sale dei sali. Ancora il famoso vetriolo verde, l’oleum vitri , che Pantheus descrisse come fosse la crisocolla, altri il borace o atincar; il vetriolo romano perché in greco Roma , la Città eterna significa forza, vigore, potenza e dominazione; il minerale di Pierre-Jean Fabre perché in lui l’ or y vit ( vitryol). Lo si è chiamato anche Proteo a causa delle sue metamorfosi durante il lavoro e ancora Camaleonte ( Camaileon in greco, leone rampante ) perché esso riveste tutti i colori dello spettro.”
Fulcanelli, Le Dimore Filosofali I
Sul dito pollice troneggia una corona regale , la corona dell'oro , del Re dell’Opera che vive ( l'or y vit) in un palazzo di cui alla ......"Entrata aperta al palazzo chiuso del Re " di Eireneo Filalete, l'Adepto forse più citato dai suoi pari insieme a Basilio Valentino.
Sul dito indice si legge:
AUREA VITIS SIVE VITRIOLUM PHILOSOPHORUM
“ Andate ora, voi che cercate nei palloni di vetro , con ansiosa preoccupazione, i diversi colori della materia . Andate, voi che cercate la Pietra dei Filosofi nel fisso (1).”
Per questa cosa fissa -fixum , Tollius intende l’oro , vale a dire , anticamente, il sole o il re dei metalli, che molti operatori empirici cuocevano durante numerosi mesi, in un pallone di vetro, dopo averlo amalgamato con il vivo-argento.
L’oro filosofico è, al contrario, giovane e immaturo , ecco perché , lui solamente nella persona del principe reale , conviene al mercurio dei saggi che rappresenta la bella principessa dello stesso sangue. Se la loro unione si realizza, grazie allo smeraldo che nasconde il vetriolo dei filosofi, il potere di questo resta subordinato al ruolo capitale della nera pelle d’asino della quale fu avvolta la nobile e verginale Atalanta fuggente ( 2 ) ”
Eugène Canseliet, Deux Logis Alchimiques
Sul dito indice prende posto la stella intorno alla quale l'Adepto pone questa massima latina in un capitolo successivo dell'Aurore :
Mercurius Mundi sive Magnesia
( Mercurio del Mondo o Magnesia ).
Lucifero ( lux,lucis luce e fero , portare ) la stella che precede il sorgere del Sole.
" Lucifero è la stella del mattino, la Venere dei Saggi, che porta sulla sua corona questo sale smaragdino , tanto prezioso all'artista" Eugène Canseliet, Alchimia
Sul dito medio si legge:
SAL ARMONIACUM SIVE SPLENDOR SOLIS
“ Ci si può sorprendere , a buon diritto, che Nefele ( 3 ) non abbia parenti mitologici per poterne trarre qualche prezioso insegnamento . Tuttavia qualche prezioso insegnamento proviene dalla istruttiva parentela della seconda moglie Ino ( 4 ) di Atamante che era figlia di Cadmo e Armonia dove il primo, presso tutti i buoni autori di alchimia , si identifica con cadmia ( terra nera ) e Armonia con il sale armoniaco ( 5 ), al quale il lavoro filosofale deve la nomea di arte della musica e senza il quale nessuna unione è possibile nell’Opera.”
Eugène Canseliet, Alchimia
Sul dito anulare si legge:
SUCERIS LUNARIAE SIVE ALUMEN PHORUM
Una lanterna spicca sul dito anulare e la nota di Eugène Canseliet ( che nella stessa pagina si intrattiene sull’Adepto Henri de Linthaut ) porta una prima precisazione che sorprenderà alcuni lettori più propensi alla metallurgia che all'alchimia. Il vocabolo latino crucibulum dal quale proviene crogiolo, nel vecchio francese crucible,cruzol,croiset , aveva il senso di lucerna ovvero lampada, lanterna secondo l’Ambrosius Calepinus. Nella pagina seguente il Filosofo di Savignies precisa: “ Nella putrefazione liquida , nera e gelida, il composto ha ceduto il suo nucleo puro, igneo, spirituale, nel quale i filosofi vedono la loro lanterna tanto studiata da Rabelais.”
Eugène Canseliet, Deux Logis Alchimiques
Sul dito mignolo si legge:
HUMOR SIVE SAL COMMUNE PHORUM
“ Il piccolo bassorilievo ha per motto la parola dell’apostolo Pietro che fu liberato miracolosamente dalla sua prigione da un angelo:
NU(N)C.SCIO.VERE.
Ora , io so veramente! Parole di gioia viva, slancio di intima soddisfazione, un grido di allegria che spinge l’Adepto davanti alla certezza di un prodigio. Fino a quel momento il dubbio avrebbe potuto assalirlo; ma , in presenza di una realizzazione perfetta e tangibile, egli non teme più di sbagliare. Egli ha scoperto la via , riconosciuto la verità ereditata dal Donum Dei . Nulla del grande segreto egli ignora…..Ahimè ! quanti , tra la folla di cercatori , possono vantarsi di essere arrivati alla fine , di vedere, con i loro occhi, aprirsi la prigione per sempre chiusa per il più grande numero! La prigione è l’emblema del corpo imperfetto, soggetto iniziale dell’Opera, nel quale l’anima acquosa e metallica si trova fortemente fissata e trattenuta. << E’ quest’acqua prigioniera, dice Nicolas Valois , che grida continuamente: aiutami, io ti aiuterò , vale a dire liberami dalla mia prigione e , una volta che mi hai liberato, io ti renderò maestro della fortezza nella quale mi trovo. L’acqua dunque , che è in questo corpo chiuso è della stessa natura dell’acqua che gli diamo da bere , che si chiama Mercurio Trismegisto , del quale ne parla Parmenide quando dice: La Natura gioisce della Natura, la Natura sormonta la Natura e la Natura contiene la Natura. Poiché questa acqua prigioniera si rallegra del suo compagno che la viene a liberare dai suoi ferri, si mescola con lui e infine, convertono la suddetta prigione in se stessi, rigettando ciò che è loro contrario, quale preparazione , sono convertiti in acqua mercuriale e permanente…..E’ a buon diritto che la nostra Acqua divina è chiamata la Chiave, Luce, Diana che illumina nelle tenebre della notte. Poiché questo è l’inizio di tutta l’Opera che illumina ogni uomo>>
Fulcanelli, Le Dimore Filosofali
Sul palmo della mano sopra un pesce che arde fra le fiamme si legge :
MERCURIUS NOSTER QUEM SCIS
Sotto il pesce si legge:
GUMMI SIVE SULPHUR COAGULANS
“ L’unione stessa di Zeus e di Danae indica il modo con il quale il dissolvente deve essere applicato; il corpo ridotto in polvere fine , messo in digestione con una flebile quantità d’acqua, è in seguito inumidito , annaffiato ( arrosé ) poco a poco, in eguale misura alla quantità che assorbe, tecnica che i saggi chiamano imbibizione. In questo modo si ottiene una pasta sempre più molle che diventa sciropposa , oleosa, infine fluida e limpida. Sottomessa allora, in certe condizioni, alla azione del fuoco, una parte di questo liquore si coagula in una massa che cade al fondo e che va raccolta con cura. E’ questo il nostro prezioso solfo , l’infante nuovamente nato, il piccolo re e il nostro delfino , pesce simbolico altrimenti denominato échénéis, remora o pilota , Perseo o pesce del mare Rosso ( in greco Perseus)”
L’Adepto Fulcanelli nel capitolo Le Grimoire du Chateau de Dampierre del secondo volume delle Dimore Filosofali , precisa con la consueta generosità:
“ E questa volontà imprime alla sostanza una disposizione cruciforme [ ( 6 ) Xiasma ] e dà al mercurio una impronta filosofica effettiva . E’ la ragione per la quale compare questo inviluppo a maglie della rete che serve per pescare il pesce simbolico ; la corba eucaristica che porta l’IXTHYC (ichtùs) delle catacombe romane; o la mangiatoia di Gesù , culla dello Spirito Santo incarnato nel Salvatore degli uomini; la cesta di Bacco che si diceva contenesse oggetti misteriosi ; la culla di Ercole infante che soffocò i due serpenti inviatigli da Giunone, il cestino di Mosè salvato dalle acque; il dolce dei re dagli stessi caratteri ; la focaccia del Piccolo Cappuccio rosso, la più affascinante creazione , probabilmente , di queste favole ermetiche che sono le Fiabe di mia madre l’Oca."
I ceppi che alimentano il fuoco, la loro disposizione può incuriosire. I ceppi sono disposti a X ( se ne intravede solo la metà) per alimentare il fuoco che Henri de Linthaut definisce coagulante . La X rappresenta l’irraggiamento , sulla quale l’Adepto Fulcanelli si è intrattenuto con dovizia di particolari nelle Dimore Filosofali .
Sul polso si legge :
ASPICE, CONSPICE NECT DESPICE – ( APPRENDI,COMPRENDI E NON DISPREZZARE)
Su uno scudo retto da una catena ( così sembra) che avvolge il polso della stessa mano, sono rappresentati i pianeti . Al centro un simbolo composito. Bernard Biebel sostiene che quel simbolo è le safran de Venus , simbolo spagirico che appare più chiaro nell’immagine che si può trovare nella revisione del manoscritto di cui sopra. La stessa immagine viene condivisa da Eugène Canseliet in Deux Logis Alchimiques. Eugène Canseliet fece una copia messa in bella calligrafia del manoscritto di Henry de Linthaut n° 3020 della Biblioteca del’Arsenal. In Deux Logis Alchimiques il Filosofo di Savignies commenta l’immagine della Lanterna il cui testo originale non va malgiudicato perché redatto con uno stile di ricette spagiriche che non aiutano ad estrarne il succo . Chi è interessato può trovare una copia del suddetto manoscritto ( in un francese accessibile ) a questo indirizzo : http://bnam.fr/IMG/pdf/aurore.pdf . Dobbiamo affidarci alla ricostruzione del testo che si trova in internet. Eugène Canseliet comunque , consiglia di porre particolare attenzione alle immagini del manoscritto .
gdg
1.Jacobi Tollii, Manoductio ad coelum chemicum, Amstelaedami,apud Janssonio-Waesberg
2.Atalanta Fugiens, Michel Maier
3.Nefele (gr. Νεϕέλη) Personaggio della mitologia classica, il cui nome significa «9..mmm..,»; moglie di Atamante, madre di Frisso e di Elle, salvò i figli dalla gelosia di Ino, seconda moglie di Atamante, facendoli fuggire in volo sul montone dal vello d’oro verso la Colchide.
4.Ino(gr. ᾽Ινώ) vuotare,far evacuare, purgare.
5.Il sale armoniaco non va confuso con il sale ammoniaco o cloruro d’ammonio NH4Cl
6.Dal lat. tardo chiasmus, gr. χιασμός, tratto dal nome della lettera χ, per la sua forma incrociata.