Una Vedova che non è vedova. I^ Parte.
« Ferrara per tutto il Trecento non aveva avuto una scuola locale e soltanto con Lionello si trasformò in un centro d'arte e di cultura di prim 'ordine.Lionello fu dapprima attratto dalla maniera tardo-gotica, chiamò Pisanello, poi Iacopo Bellini. Sopratutto l'amicizia con 1'Alberti gli permise di accostarsi, come spiega Salmi ( M.Salmi,1961,p.9), al "novusordo". Chiamò poi Piero della Francesca,attorno al 1448; in quello stesso momento va collocato il passaggio di Rogier van der Weyden(1449) e l'arrivo del giovanissimo Mantegna; inquegli anni Donatello operava nella vicina Padova.
L'incontro di uomini, ricerche,esperienze diverse creò a Ferrara un clima artisticamente e culturalmente fertile .
[...]
Attorno al 1473, Ferrara aveva fama di centro studi di prim'ordine, in particolare avevano avuto grande sviluppo gli studi filosofici, volti sopratutto allo insegnamento platonico».
La brava Alessandra Uguccioni é consapevole che sta descrivendo un cenacolo di "prim'ordine" . La Uguccioni , che è l'autrice dello studio sul tondo che si trova nel Museum of Fine Arts di Huston, non dimentica inoltre, di sottolineare che" in ognuna delle opere considerate é evidente la compresenza di elementi propri della cultura cortese, echi della struttura e dell'atmosfera del giardino d’amore ».
« Un altro movimento in apparenza principalmente “letterario", ma che comportava-molto probabilmente- una organizzazione iniziatica era quello dei Fedeli d’Amore. Dei rappresentanti di questo movimento sono stati individuati nel XII° secolo in Provenza,in Italia,in Francia e in Belgio.
Costoro costituivano una milizia segreta e spirituale, avente come scopo
il culto della "Donna unica" e l’imitazione dei misteri dell'Amore.
Tutti utilizzavano un linguaggio segreto (parlar cruz, affinché la loro dottrina non fosse accessibile alla "gente grossa "come si esprime uno dei più famosi fra i Fedeli, Francesco da Barberino(1264-1348).
Un 'altro Fedele d'Amore,]acques de Baisieux .
.......... interpretando la parola Amore:
«A significa -senza-, e mor(e) significa morte;
Ora unendoli, significheranno senza morte »
La Donna simboleggia la Saggezza.
In effetti,si incontra nei testi dei Fedeli d'Amore l'allusione a una " vedova che non é vedova " : é la Madonna Intelligenza, che é restata " vedova " perché il suo sposo,il Papa, morì alla vita spirituale per dedicarsi esclusivamente agli affari temporali. » Initiation,rites,sociétés secrètes Mircea Iliade
IL TONDO
Una balaustra "separa" dal dipinto un buffone di corte; al di là, il pavimento a scacchi bianchi e neri. Altri esempi sono riportati dalla Uguccioni dove il giullare viene dipinto avulso dalla composizione come nel Festino di Erode del Ghirlandaio ( che bellissimo nome! ) presso il coro di S.Maria Novella a Firenze.
Si tratta indubitabilmente della prima carta dei Tarocchi: il matto o folle è " considerato un essere vizioso e blasfemo,colpevole di corrompere la società e veniva osteggiato,deriso,isolato nel medioevo . (Casagrande-Vecchio,L'interdizione del giullare nel vocabolario clericale del XlI° secolo ). E' una carta non numerata nei Tarocchi,quindi "separata" dalle altre così come la balaustra ( il balaustium é il fiore di melo grano ) lo separa dagli augusti sposi ( Re Salomone e la Regina di Saba ).
“ D'altronde é sufficente ricordare che la parola francese fou ( un tempo si diceva fol ) viene dal latino follis, vale a dire mantice per attivare il fuoco, onde richiamare l’idea di soffiatore, epiteto spregiativo dato agli spagiristi medievali .....
Il loro costume variegato, il loro abbigliamento bizzarro - essi portavano alla cintura una vescica che essi qualificavano lanterna -i loro frizzi, le loro mistificazioni lo provano, così come quel raro privilegio, che li assimila ai filosofi, di poter dire impunemente delle ardite verità. Infine il mercurio, chiamato il folle della Grande Opera, a causa della sua incostanza e volatilità » Fulcanelli,Le Dimore Filosofali-Vol.I°
Lo si può trovare (il folle di corte) coperto anche da un cappuccio da pellegrino.
L’identità dell'abbigliamento porta ad assimilare il giullare di corte con il pellegrino, il cui bastone trova nella marotte del buffone di corte un proprio equivalente : entrambi possono essere assimilati al caduceo che, come insegna lo stesso Fulcanelli, con sapienti riferimenti al greco antico, richiama il gallo, araldo del sole.
gdg