Aurora diffusa ( diversa dall'Aurora boreale).
C’è un fenomeno di meteorologia spaziale che restava, fino a ieri,misterioso: quello delle cosiddette “aurore diffuse”, delle quali solo ora si inizia a comprendere la natura. I loro effetti si verificano nell’alta atmosfera: sono molto estese, fino a coprire tutto il cielo ma sono deboli e non sono visibili a occhio nudo come le altre e quindi non sono così spettacolari; tuttavia sono ben registrabili dalle immagini satellitari e soprattutto sono notate da tutti coloro che vengono disturbati dalla loro presenza. Le aurore diffuse sono infatti delle vere e proprie tempeste spaziali che possono interferire con le trasmissioni satellitari, con le reti elettriche e con il traffico aereo. Il loro apparire varia con le stagioni ed è correlato con il ciclo di undici anni dell’attività del Sole, che in molti modi influenza la fisica del nostro Pianeta.
In realtà il fenomeno non era così incomprensibile. Da tempo era chiaro che a causare l’aurora diffusa sono le collisioni degli elettroni che colpiscono gli strati alti dell’atmosfera. I problemi nascevano quando si considerava che gli elettroni normalmente sono intrappolati nel campo magnetico della Terra molto più in alto e il loro viaggio si svolge attraverso una lunga catena di eventi che iniziano sul Sole. Si trattava quindi di capire come questi elettroni raggiungano l'atmosfera. Ora, un articolo pubblicato sulla rivista Nature, a seguito di una ricerca congiunta tra scienziati della University of California (UCLA) e del British Antarctic Survey (BAS), pone le basi per trovare una risposta soddisfacente.
I due gruppi di ricercatori, guidati da Richard Thorne presso la UCLA e da Richard Horne al BAS, si sono concentrati sulle onde radio a bassissima frequenza (VLF, Very Low Frequency) che già si sospettava potessero essere responsabili della diffusione degli elettroni intrappolati nell'atmosfera. Erano stati identificati nello spazio due tipi di onde VLF come la possibili cause dell’aurora diffusa ma, nonostante anni di discussioni e di ricerca non si era arrivati ad alcun risultato decisivo. Il nuovo studio indica con chiarezza che responsabili del fenomeno sono le onde VLF note come “onde-coro”: sono onde a bassissima frequenza provenienti dallo spazio e individuabili a terra, chiamate così perché se vengono registrate e riprodotte tramite un altoparlante suonano come un coro di uccelli all'alba.
Attraverso l'analisi dettagliata dei dati satellitari gli autori sono stati in grado di calcolare gli effetti sugli elettroni intrappolati e di identificare le onde radio che stavano causando la diffusione aurorale. Secondo il professor Thorne la svolta è arrivata quando si sono resi conto che gli elettroni dispersi nell’atmosfera lasciavano una firma che di fatto raccontava la loro storia e come erano stati dispersi. Analizzando i dati satellitari dei due tipi di onde VLF ed elaborandoli per calcolare, tra l’altro, il tasso al quale gli elettroni si disperdono in atmosfera della Terra, hanno concluso che le onde coro sono la causa della dispersione.
L’importanza della scoperta non è solo che risolve un enigma scientifico ma può aiutare a spiegare se e come l'aurora diffusa induca cambiamenti nella chimica dell'atmosfera superiore, inclusi gli effetti sullo strato di ozono in alta quota; cambiamenti che possono incidere direttamente sulla temperatura dell'atmosfera stessa.
A questo punto le onde VLF verranno inserite nei modelli di simulazione computerizzata che forniscono le “previsione meteo spaziali” necessarie per la navigazione satellitare, per garantire l’accuratezza dei sistemi GPS e per le comunicazioni radio in alta frequenza con gli aerei in volo sulle rotte polari.
Michele Orioli
In realtà il fenomeno non era così incomprensibile. Da tempo era chiaro che a causare l’aurora diffusa sono le collisioni degli elettroni che colpiscono gli strati alti dell’atmosfera. I problemi nascevano quando si considerava che gli elettroni normalmente sono intrappolati nel campo magnetico della Terra molto più in alto e il loro viaggio si svolge attraverso una lunga catena di eventi che iniziano sul Sole. Si trattava quindi di capire come questi elettroni raggiungano l'atmosfera. Ora, un articolo pubblicato sulla rivista Nature, a seguito di una ricerca congiunta tra scienziati della University of California (UCLA) e del British Antarctic Survey (BAS), pone le basi per trovare una risposta soddisfacente.
I due gruppi di ricercatori, guidati da Richard Thorne presso la UCLA e da Richard Horne al BAS, si sono concentrati sulle onde radio a bassissima frequenza (VLF, Very Low Frequency) che già si sospettava potessero essere responsabili della diffusione degli elettroni intrappolati nell'atmosfera. Erano stati identificati nello spazio due tipi di onde VLF come la possibili cause dell’aurora diffusa ma, nonostante anni di discussioni e di ricerca non si era arrivati ad alcun risultato decisivo. Il nuovo studio indica con chiarezza che responsabili del fenomeno sono le onde VLF note come “onde-coro”: sono onde a bassissima frequenza provenienti dallo spazio e individuabili a terra, chiamate così perché se vengono registrate e riprodotte tramite un altoparlante suonano come un coro di uccelli all'alba.
Attraverso l'analisi dettagliata dei dati satellitari gli autori sono stati in grado di calcolare gli effetti sugli elettroni intrappolati e di identificare le onde radio che stavano causando la diffusione aurorale. Secondo il professor Thorne la svolta è arrivata quando si sono resi conto che gli elettroni dispersi nell’atmosfera lasciavano una firma che di fatto raccontava la loro storia e come erano stati dispersi. Analizzando i dati satellitari dei due tipi di onde VLF ed elaborandoli per calcolare, tra l’altro, il tasso al quale gli elettroni si disperdono in atmosfera della Terra, hanno concluso che le onde coro sono la causa della dispersione.
L’importanza della scoperta non è solo che risolve un enigma scientifico ma può aiutare a spiegare se e come l'aurora diffusa induca cambiamenti nella chimica dell'atmosfera superiore, inclusi gli effetti sullo strato di ozono in alta quota; cambiamenti che possono incidere direttamente sulla temperatura dell'atmosfera stessa.
A questo punto le onde VLF verranno inserite nei modelli di simulazione computerizzata che forniscono le “previsione meteo spaziali” necessarie per la navigazione satellitare, per garantire l’accuratezza dei sistemi GPS e per le comunicazioni radio in alta frequenza con gli aerei in volo sulle rotte polari.
Michele Orioli
I fuochi della volpe.
Leggende, miti e tanti tentativi di spiegare questo straordinario fenomeno dell’aurora boreale si erano rincorsi nei secoli. Fu lo scienziato norvegese Kristian Birkeland (1867-1917) a dare per primo la spiegazione sull'origine del aurora boreale quale conseguenza delle interazioni tra sole e campo magnetico terrestre. Quando il crepuscolo inizia a farsi strada fra le luci del
lungo tramonto il cielo assume un colore nuovo, diffuso.
Dʹimprovviso quel chiarore dilatato inizia a
fluttuare come mosso da un vento impetuoso e vaste volute
di fumo si generano fino a trasformarsi in unʹimmensa
tenda che oscilla sulle nostre teste.
Da una guida turistica Il fenomeno può durare da pochi minuti fino ad alcune ore e regala uno spettacolo davvero affascinante e coinvolgente : in un magico scenario di neve e ghiaccio si scatena una danza scintillante di colori fra i piu' inaspettati. Per i Vichinghi i colori delle aurore non erano altro che il sole riflesso dagli scudi delle Walchirie. Esse erano le vergini mandate in battaglia da Odino perché scegliessero gli eroi che dovevano morire e li conducessero nel Walhalla.
Gli Inuit, il popolo del lungo inverno, gli eschimesi ritengono che gli esseri umani abbiano due anime. Una è “il respiro della vita” o “il respiro della luce” e l'altra è l'anima vera e propria. Quando una persona muore, il “respiro della luce” scompare e l'anima giunge nell'aldilà. L'aurora boreale è per gli eschimesi provocata dagli spiriti dei morti mentre danzano o quando giocano alla palla (un gioco molto diffuso, descritto come un misto di rugby, calcio e lotta ma con regole diverse a seconda del popolo) con una testa di tricheco. La tradizione narra che l'aurora danzerà al ritmo del fischiare delle persone dal cuore puro.
Per gli Inuit canadesi la Terra è piatta e il cielo è una immensa cupola fatta con un materiale duro punteggiato da molti piccoli fori, attraverso i quali puoi vedere luci (le stelle) quando qui è buio. Un sottile ponte unisce il nostro mondo con l'aldilà e i morti sono guidati nel cammino da spiriti dotati di fiaccole luminose.
Secondo gli Inuit della Groenlandia, le aurore (in lingua Inuktitut, “Qiugyat”) sono gli spiriti dei bambini deceduti di morte violenta o nel giorno del loro compleanno.
Per gli Indiani del nord degli Stati Uniti, nella direzione del vento del nord vivono i Manabai'wok, che sono nostri amici, ma che noi non possiamo vedere. Essi sono giganti cacciatori e pescatori e tutte le volte che sono fuori con le loro torce a cacciare con la fiocina il pesce noi lo sappiamo, perché poi il cielo brilla ad indicare il luogo in cui si trovano.
Gli Indiani Athabaska ritenevano che le aurore fossero i riflessi della danza del fuoco di folletti e, similmente, per gli Aborigeni australiani è una danza degli dei. Per i nativi dello Sri Lanka si tratta, ancora oggi, di un messaggio di Buddha.
Alcuni Inuit pensavano che le aurore fossero infauste, e per respingerle agitavano i coltelli taglienti o le scagliavano contro getti di urina. Anticamente all'apparire delle luci cangianti, gli Inuit dell'Alaska nascondevano i loro figli dalla potenza nociva delle aurore perché credevano che se un bambino le indica durante la loro apparizione, esse venivano e lo portavano via per strappargli la testa e giocare con essa, mentre i Sami svedesi proteggevano le loro donne dai raggi luminosi. Il nome finnico “ revontulet ”,significa “ volpi di fuoco ”, e trae la sua origine da una leggenda secondo cui le Aurore Boreali erano scintille che si creavano nella pelliccia di alcune volpi di fuoco giganti.
Da sempre si afferma che le aurore sono accompagnate da suoni misteriosi e affascinanti. Il mistero del suono delle aurore ha intrigato esploratori, scienziati e abitanti del nord. Tradizioni orali riportano di un “frusciare” o “sibilare” durante i rapidi movimenti delle aurore. ma, fino ad oggi non esistono registrazioni di tali suoni. Onde radio di frequenze molto basse prodotte da sorgenti a grandi altitudini hanno suggerito un possibile meccanismo del suono associato alle aurore. Esiste la possibilità che oltre l'apparizione visibile, una persona può percepire, ma non udire realmente, l'aurora.
Il Trattato del Cielo Terrestre e l'Aurora boreale.
Vi è un solo Spirito Corporale che la Natura ha creato per primo, che è comune e nascosto, e che è il Balsamo prezioso della vita, che conserva ciò che è buono e puro, e distrugge tutto ciò che è impuro e cattivo. Questo Spirito è la fine e l'inizio di ogni creatura, triplo in sostanza, perché è fatto di Sale, Zolfo e Mercurio , o di Acqua pura; che dall'alto coagula, unisce, assembla e bagna di stille tutti questi bassi luoghi […] questi è colmo di un fuoco sottile e potente e , discendendo dal Cielo, influisce e imprime la sua forza ai corpi della Terra e il ventre di questa ,che è poroso ,è tutto pieno d’ardore ed esso è il padre di ogni cosa […] Questa acqua, che può essere coagulata e che genera tutte le cose, diventa una terra pura, che attraverso una forte unione ,tiene racchiusa in se la virtù degli alti cieli. E poiché questa stessa Terra è unita e congiunta con il Cielo io gli ho dato il bel nome di Cielo Terrestre.
Vincislao Lavinio di Moravia, Il Cielo Terrestre-1612
Il campo magnetico terrestre per quanto debole esso sia,trattiene un numero considerevole di particelle attive ( magnetosfera ).
Il vento solare , che è un plasma ( gas ionizzato ) che fuorisce dalla corona solare , dopo pochi giorni di " viaggio " interagisce con il campo magnetico della Terra producendo un gigantesco generatore che a sua volta alimenta le aurore boreali. Le aurore, quali esempio perfetto di Cielo terrestre, si possono verificare in ogni periodo dell’anno, anche se sono favoriti i mesi contigui agli equinozi di primavera e d’autunno. L’attività magnetica solare non è costante ma segue un proprio ciclo variabile dai 10/12 anni : più macchie solari sono presenti sul sole, maggiore è l’attività magnetica e più frequenti possono essere le aurore boreali. Il prossimo picco di massima dell’attività solare è previsto nell’anno 2012.
Straordinaria fu l’aurora boreale del gennaio 1938 che fu vista persino nel Salento e della quale fa menzione Eugène Canseliet , nel capitolo dedicato alla Fenice nel suo libro capolavoro I Due Luoghi Alchemici .
"Così senza la conoscenza di questo mercurio o Spirito del Cielo , che fa corpo con il centro della terra,non sarà possibile scorgere la agognata luce del nostro Febo, così come la Aurora precede il giorno[…] "Henri de Lintaut, L’Aurora.
gdg
CURIOSITA'. Quale la causa delle esplosioni di radiazioni, con lampi molto luminosi, che qualche volta si osservano durante le aurore boreali? Larry Lyons della Università di Los Angeles tramite 5 sonde lanciate nel 2006 e 20 videocamere a grande campo distribuite lungo migliaia di chilometri fra l'Alaska e il Canada, sostiene che all'origine di queste esplosioni ci sarebbero le collisioni fra due differenti tipi di aurore: una artica, lenta dall'ampio drappeggio e una veloce costituita da un piccolo nodo proveniente dalla coda di plasma , overossia la zona allungata del campo magnetico terrestre in direzione opposta al sole.
Fonte Le Scienze
Vincislao Lavinio di Moravia, Il Cielo Terrestre-1612
Il campo magnetico terrestre per quanto debole esso sia,trattiene un numero considerevole di particelle attive ( magnetosfera ).
Il vento solare , che è un plasma ( gas ionizzato ) che fuorisce dalla corona solare , dopo pochi giorni di " viaggio " interagisce con il campo magnetico della Terra producendo un gigantesco generatore che a sua volta alimenta le aurore boreali. Le aurore, quali esempio perfetto di Cielo terrestre, si possono verificare in ogni periodo dell’anno, anche se sono favoriti i mesi contigui agli equinozi di primavera e d’autunno. L’attività magnetica solare non è costante ma segue un proprio ciclo variabile dai 10/12 anni : più macchie solari sono presenti sul sole, maggiore è l’attività magnetica e più frequenti possono essere le aurore boreali. Il prossimo picco di massima dell’attività solare è previsto nell’anno 2012.
Straordinaria fu l’aurora boreale del gennaio 1938 che fu vista persino nel Salento e della quale fa menzione Eugène Canseliet , nel capitolo dedicato alla Fenice nel suo libro capolavoro I Due Luoghi Alchemici .
"Così senza la conoscenza di questo mercurio o Spirito del Cielo , che fa corpo con il centro della terra,non sarà possibile scorgere la agognata luce del nostro Febo, così come la Aurora precede il giorno[…] "Henri de Lintaut, L’Aurora.
gdg
CURIOSITA'. Quale la causa delle esplosioni di radiazioni, con lampi molto luminosi, che qualche volta si osservano durante le aurore boreali? Larry Lyons della Università di Los Angeles tramite 5 sonde lanciate nel 2006 e 20 videocamere a grande campo distribuite lungo migliaia di chilometri fra l'Alaska e il Canada, sostiene che all'origine di queste esplosioni ci sarebbero le collisioni fra due differenti tipi di aurore: una artica, lenta dall'ampio drappeggio e una veloce costituita da un piccolo nodo proveniente dalla coda di plasma , overossia la zona allungata del campo magnetico terrestre in direzione opposta al sole.
Fonte Le Scienze
Interazioni del vento solare con la terra.
L'Aurora Boreale
Ai miei primi anni… infermo ero e lontano
da tombe amate… udivo dei compagni
il suon del sonno, uguale e piano,
sommosso da improvvisi lagni;
e, solo, e come chi non sa se giunga
mai, troversava con il mio martirio
io tutta l’oscurità, lunga,
con, sopra, il fisso occhio di Sirio.
E nella notte giovinetto insonne
vidi la luce postuma, lo spettro
dell’alba: tremole colonne
d’opale, ondanti archi d’elettro.
E sotto i flessili archi e tra le frante
colonne vidi rampollare il flutto
d’un’ampia chiarità, cangiante
al palpitare del gran Tutto.
Ti vidi, o giorno che dalla grande Orsa
inopinato esci nel cielo, e trovi
le costellazïoni in corsa
dirette a firmamenti nuovi!
Ti vidi, o giorno che su l’infinita
via delle nebulose ultime e sole
appari. M’apparisti, o vita
che splendi quando è morto il sole.
Un alito era, solo, per il miro
gurge, di luce; un alito disperso
da un solo tacito respiro
e che velava l’universo:
come se fosse, là, per un istante,
immobile sul sonno e su l’oblio
di tutti, nella sua raggiante
incomprensibilità, Dio!
Giovanni Pascoli
da tombe amate… udivo dei compagni
il suon del sonno, uguale e piano,
sommosso da improvvisi lagni;
e, solo, e come chi non sa se giunga
mai, troversava con il mio martirio
io tutta l’oscurità, lunga,
con, sopra, il fisso occhio di Sirio.
E nella notte giovinetto insonne
vidi la luce postuma, lo spettro
dell’alba: tremole colonne
d’opale, ondanti archi d’elettro.
E sotto i flessili archi e tra le frante
colonne vidi rampollare il flutto
d’un’ampia chiarità, cangiante
al palpitare del gran Tutto.
Ti vidi, o giorno che dalla grande Orsa
inopinato esci nel cielo, e trovi
le costellazïoni in corsa
dirette a firmamenti nuovi!
Ti vidi, o giorno che su l’infinita
via delle nebulose ultime e sole
appari. M’apparisti, o vita
che splendi quando è morto il sole.
Un alito era, solo, per il miro
gurge, di luce; un alito disperso
da un solo tacito respiro
e che velava l’universo:
come se fosse, là, per un istante,
immobile sul sonno e su l’oblio
di tutti, nella sua raggiante
incomprensibilità, Dio!
Giovanni Pascoli