L'Albero di Jessé.
Questo capolavoro si trova nella chiesa di Saint Etienne a Bauvais che ho avuto modo di visitare nel 1986.
<< Un germoglio spunterà dal tronco di Jesse, un virgulto germoglierà dalle sue radici.
Su di lui si poserà lo spirito del Signore, spirito di sapienza e di intelligenza,
spirito di consiglio e di fortezza, spirito di conoscenza e di timore del Signore.
Si compiacerà del timore del Signore. Non giudicherà secondo le apparenze
e non prenderà decisioni per sentito dire; ma giudicherà con giustizia i poveri
e prederà decisioni eque per gli oppressi del paese.
La sua parola sarà una verga che percuoterà il violento; con il soffio delle sue labbra
ucciderà l’empio. Fascia dei suoi lombi sarà la giustizia, cintura dei suoi fianchi la
fedeltà. Il lupo dimorerà insieme con l’agnello, la pantera si sdraierà accanto al capretto;
il vitello e il leoncello pascoleranno insieme e un fanciullo li guiderà.
La mucca e l’orsa pascoleranno insieme; si sdraieranno insieme i loro piccoli.
Il leone si ciberà di paglia, come il bue >>.
Isaia,XI°
L’albero di Jessé rappresenta l’albero genealogico della famiglia reale alla quale appartengono Maria e Gesù; così infatti commenta nel XII° secolo Herveus, Patrol., t.CLXXXI :“ Il patriarca Jesse appartiene alla famiglia reale, ed è per questo motivo che il ceppo di Jesse significa la linea dei re. Quanto al germoglio, questi simboleggia Maria, come il fiore simboleggia Gesù ”.
<< Gli artisti del Medioevo…………….interpretarono alla lettera, con un candore fanciullesco,
le parole del profeta Isaia. Essi innalzarono nelle cattedrali un albero genealogico molto
simile a quelli che si possono vedere al di sopra dei camini feudali, ma quanto più signi-
ficativo! Combinando i versetti di Isaia con la genealogia di Gesù Cristo, come la si può
trovare nel Vangelo di S.Matteo o come la si recitava il giorno di * Natale e il giorno dell’
Epifania , essi rappresentarono un grande albero che usciva dal ventre di Jesse
addormentato; lungo il tronco essi posero i re di Giuda, al di sopra la Vergine e
sopra ancora Gesù Cristo; infine, essi fecero a Gesù un’aureola di sette colombe,
per ricordare che su di lui erano stati posti i sette doni dello Spirito Santo. Si
trattava veramente dell’albero araldico del Cristo: la sua nobiltà diveniva in tal
modo manifesta a tutti. Ma per dare alla composizione tutto il suo significato, essi misero
a fianco degli antenati secondo la carne, gli avi secondo lo spirito.. ………… ( i profeti ) >>.
Emile Male, L’Art Religieux du XIII° Siècle en France.
Si è creduto per molto tempo, che sull’albero di Jessé ( in particolare, a Notre-dame di Parigi dove l’albero è sicuramente antecedente al 1220 ) fossero stati rappresentati i re di Francia; questa tentazione sciovinista dalla quale i francesi in particolare, come è noto, non sono mai stati completamente immuni, fu contrastata autorevolmente da Eugène Viollet-Le-Duc, l’autore del monumentale Dizionario ragionato dell’Architettura Francese 1854-1868 e dallo stesso Male, anche se quest’ultimo, eminente accademico di Francia ,sembra abbia assunto un atteggiamento “neutrale” sulla questione.
Per quanto possa interessare, tale “ querelle ” appare lontana nel tempo, del tutto fuori luogo e priva di ogni fondamento.
<<D’altra parte, la Bibbia ci insegna che Maria , madre di Gesù, era della stirpe di Jessé. Ora, la parola ebrea Jes significa il fuoco, il sole, la divinità.
Essere della stirpe di Jessé, significa dunque essere della razza del sole, del fuoco.
Come la materia trae la sua origine dal fuoco solare così come noi lo conosciamo,il nome stesso di Gesù ci appare nel suo splendore originale e celeste: fuoco, sole,
Dio >>. Le Mystère des Cathédrales, Fulcanelli.
E’ dai vangeli apocrifi che possiamo trarre notizie sulla consanguineità di Maria, sposa di Giuseppe e madre di Gesù, nonché figlia di Anna e Gioacchino . Anna era figlia di Akar, discendente di Aaron, della tribù di Levi e fratello di Mosé : da questo lignaggio se ne deduce che Maria era di stirpe reale perché apparteneva al casato di Davide .
La moglie di Akar prima di rimanere incinta fu per molti anni sterile; Anna fu così chiamata perché: “………il verbo hhanan…in ebraico significa = fare la grazia……..dal quale deriva Anna ( la Graziosa, la Benefacente ) ” Jacques d’Arès , Encyclopédiede l’Esoterisme, III°.
In sanscrito, poi, Anna significa cibo, nutrimento ; in latino Annus = donna vecchia; in Bretagna Anna è la Madre vecchia dei Bretoni, ed in bretone Anaon significa i morti, mentre la Black-Annis del folclore irlandese, dea antropofaga che dimorava in una tetra caverna, era a guardia dei morti. “ Per omofonia i latini assimilarono Dana-Ana con Di-Ana, l’Artemide greca e credettero di riconoscere la loro Anna-Perenna, dea madre sempre presente come unavecchia donna onorata in un bosco sacro a nord di Roma, della quale ne parla Virgilio nell’Eneide……” Guy Bèatrice , Sante Anne d’Alchimie.
Ana madre degli dei, trova un ulteriore assonanza in Anu o Anoum , dio della Genesi mesopotamica. “ Anna ( o Hanna ) è la figurazione giudaica dell’Anaon bretone ( an in gaelico, anan in gotico ), il soffio, lo spirito, il verbo che per i popoli dell’Atlantico del Nord, dava la nascita alla Vergine dell’Onda……..” Laurence Talbot, Le souffle du Norrois.
Guy Beatrice al quale si devono gran parte di queste dissertazioni aggiunge, inoltre, che Anaon è la sorgente del termine Ahan che si scrive anche afan che, a sua volta, si apparenta al termine inglese to faint = affievolirsi, perdere il proprio soffio ( foen come sappiamo, indica il vento): ecco perché gli “ Anaon “ sono coloro che hanno perso il soffio vitale,vale a dire, i morti.
<< L’ombra fresca e odorosa della chiesa accoglie il Pellegrino che con il cappello in mano,
dopo aver bagnato le punta delle dita della sua mano destra nella merelle madreperlacea colma di acque lustrali unte dei raggi del sole e della luna,si inginocchiò lungamente, tracciando sulla fronte, sul petto e sulle spalle, il segno della Croce.
[...]
Dopo le Saintes- Maries- de- la- Mer dove era andato a pregare e ringraziare le sorelle della Santissima
Vergine, così come la loro serva, Sara - la- Nera, Sara – la – Kali, Sara l’Egiziana; dopo la Cattedrale
Sante - Anne d’Apt dove si era lungamente raccolto sui resti della nonna del nostro dolcissimo Signore
Gesù Cristo, egli era arrivato ora nella buona città d’Aix, l’Acquae Sextiae romane, la città delle acque
guaritrici, ultima tappa del suo pellegrinaggio.
E’ qui che dimorava Nostra Signora della Speranza, un’ammirabile Vergine Nera di pietra, ai piedi della
quale era accucciato, fedele ,un cane.
“ La Pietra Nera,
Nostra signora del Caos,
Sant’Anna d’Alchimia! ” >> Eugène Canseliet, prefazione a Sainte Anne d’Alchimie.
Gioacchino- Joachim - sposo di Anna, viene festeggiato il 20 marzo, che corrisponde all’equinozio di primavera.
Jack,Joack,Jock, è la radice e Jack-Yack in Oriente = toro . Giovanni Damasceno in Su la Fede Ortodossa , sostiene che Yoachim appartiene al casato di Davide e ne ricostruisce la genealogia “ secondo natura” e “ secondo la legge ”. Yoachim a causa della sterilità di Anna, si ritirò nel deserto e digiunò per 40 giorni e 40 notti, come riferisce il Protovangelo di Giacomo.
<< Come noi lo abbiamo spiegato altrove, Yoachim che in ebraico significa “ Preparazione del
Signore ” designa la preparazione della materia, vale a dire il susseguirsi delle operazioni
“ principio” alle quali si deve sottomettere la terra originale della Grande Opera………..>>
G.Beatrice, op.citata
Così finalmente, Anna si libera delle sue vesti di dolore, perché l’Angelo le annuncia la fine della sterilità e quindi la nascita della Vergine Maria, Arca dell’Alleanza, Torre d’Avorio, Rosa Mistica.
<< Salve, o piena di grazia, / il Signore è con te./Salve, abitazione della divinità./
Colui che i cieli non possono contenere,/ è contenuto nel tuo seno, o Benedetta./
Salve, o pia, salvezza d’Adamo,/ riscatto di Eva, gioia del mondo./
Salve, trono infuocato…./Salve, cattedra celeste del re./Salve, montagna intatta,
dimora di ogni onore./ In te infatti abita / la pienezza della divinità/
per volontà dell’eterno Padre/ e l’intervento dello Spirito Santo./
Salve, o piena di grazia,/ il Signore è con te >>.
Anatolio, dai Vespri della festa del 25 marzo, sec.VII°.
gdg ( segue immagine espicativa)