La Pietra Filosofale che ...pietra non è.
La stima che Paolo Lucarelli nutriva per Elémire Zolla può trovare giustificazione , in buona parte, nelle note di cui al libro del grande erudito piemontese : “ Le Meraviglie della Natura-Introduzione all’Alchimia ”.
<< Io son venuto
al punto
de la rota
che
l'orizzonte,
quando il sol
si corca,
* Io sono arrivato
al momento
della rivoluzione celeste
in cui
l’orizzonte,
quando il sole
tramonta,
ci partorisce
il geminato cielo,
e la stella d'amor
ci sta remota
per lo raggio
fa sorgere per noi
il cielo con i Gemelli, [la costellazione de]
e la stella d’amore [:Venere]
è nascosta (alla vista)
a causa del raggio
lucente
che la 'nforca sì di traverso
che le si fa velo;
e quel pianeta
che conforta
luminoso [del sole]
che la colpisce lateralmente
in modo tale che la nasconde;
e quel pianeta [:Saturno]
che accompagna
e però non
un sol penser d'amore,
ond'io son carco,
disgombra
la mente mia,
ma non per questo
un solo pensiero d’amore,
di cui io sono carico,
lascia libera
la mia mente,
il gelo
si mostra a noi
tutto per lo grand'arco
nel qual ciascun di sette
fa poca ombra:
il gelo
si mostra a noi
per tutto il grande arco [del Tropico del Cancro]
nel quale ciascuno dei sette [pianeti]
fa poca ombra:
ch'è più dura
che petra
in tener forte imagine di petra.
che è più dura
che [la] pietra
nel conservare crudele immagine di pietra.
* Note esplicative.
La pietra filosofale, che è il disprezzo delle cose da cui gli altri si fanno signoreggiare, infonde orrore dell’esistenza , ( e quindi ) impietra >> E.Zolla
[...]
<<Come degnasti d’accedere al monte?
Non sapei tu che qui è l’uom felice?>>
[...]
<<Accedere alla pietra, al monte Purgatorio, alla pietra, come la Kaaba annerita dei peccati umani deve rendere felici : Saturno è re di una rinnovata età dell’oro , per chi sia puro. Questa trasmutazione , questa metamorfosi della pietra e dei suoi effetti , corrisponde al buon uso che l’alchimista fa della fase nera dell’opera, della putrefazione delle sostanze , dell’ala di corvo . Per attraversare questa fase Dante e Wolfram von Eschenbach ( autore del Parzifal , il re sofferente ,freddo come neve, malato di “ gelo ” specie ai ritorni di Saturno…) attingevano alla stessa fonte di sapienza dei “ fratelli della verità “ di cui parla Avicenna nella Epistola degli uccelli >> E.Zolla
[...]
<<Canzone, io porto nella mente donna
Tal che,con tutto ch’ella mi sia pietra,
mi dà baldanza , ov’ogni uom mi par freddo.
Si ch’io ardisco far per questo freddo
La novità che per tua forma luce,
che mai non fu pensata in alcun tempo.>>
Le Meraviglie della Natura , pag.126 ,127
<<Che cos’è una pietra? È questa la domanda che dobbiamo porci e da cui dobbiamo partire per una riflessione sull’antico concetto di pietra, in quanto la risposta non può e non deve essere affatto scontata. È infatti in relazione al contesto di riferimento che un termine o un enunciato acquista il suo valore e il suo potere semantico. Come oggi i numerosi studi sugli atti linguistici1 confermano, un messaggio, o un contenuto testuale, che viene ricevuto con successo dal suo destinatario, è un messaggio pragmatico , un testo cioè il cui autore condivide gli stessi referenti sintattici, semantici, cognitivi, culturali del destinatario o del lettore implicito cui si rivolge. Le petrose di Dante Alighieri , che hanno come oggetto lirico una donna definita col termine medievale di petra ,oggi non sono più un testo adeguatamente pragmatico. Non lo sono in prima istanza poiché la nozione di pietra non veicola più per noi contemporanei i medesimi significati o i medesimi codici (per usare un’espressione di Umberto Eco) di settecento anni fa. Non lo sono poiché probabilmente alla domanda sul cosa sia una pietra, sempre che abbiamo posto un cosa e non un chi, la risposta è prontamente dettata dai referenti cognitivi e culturali del nostro tempo.>>
Nella Coletta-Università di Bergamo
Le rime "petrose" di Dante , corredate dal commento di Elémire Zolla , sono di ausilio alla Filosofia Naturale quale fattore di illuminazione e , nel contempo, sono un essenziale proginnasma della operatività degli alchimisti.
Vergine, in cui ho tutta mia speranza,
Che possi, e vogli al gran bisogno aitarme;
Non mi lasciare in su l’estremo passo:
Non guardar, me, ma chi degnò crearme:
No ’l mio valor, ma l’alta sua sembianza,
Ch’è in me, ti mova a curar d’uom sì basso.
Medusa, e l’error mio m’han fatto un sasso
D’umor vano stillante:
Vergine, tu di sante
Lagrime, e pie adempi ’l mio cor lasso;
Ch’almen l’ultimo pianto sia divoto,
Senza terrestro limo;
Come fu ’l primo non d’insania voto.
Vergine umana, e nemica d’orgoglio,
Del comune principio amor t’induca;
Miserere d’un cor contrito umile:
Che se poca mortal terra caduca
Amar con sì mirabil fede soglio;
Che devrò far di te, cosa gentile?
Francesco Petrarca, Canzone XLIX
gdg