Il Duomo di S. Martino a Lucca e il Minotauro. Prima parte.
La facciata del duomo di S. Martino propone alcuni fra i più affascinanti misteri dei templi cristiani dell’alto medioevo. Immantinente, nel capitello del pilastro di destra, la figurazione si complica , poiché viene rappresentata da un lato la Chiesa che offre alla Vergine una corona addentata da un serpente e, dall’altro lato , lo stesso serpente che fa cadere dal capo della Sinagoga ( la cui asta è spezzata ) una corona. Nel pilastro a sinistra si possono riconoscere Adamo ed Eva e l’albero del bene e del male soverchiati dall’albero di Jessé sul quale Fulcanelli seppe fornire una stimolante interpretazione.Colpisce una colonna a spirale che rigogliosa scaturisce dalla bocca di un drago, come se il Bene potesse sorgere dal Male. Sul pilastro di mezzo aderente al campanile un labirinto che porta l’iscrizione:
( 1 )HIC QUEM- CRETICUS- EDIT DEDA-LUS EST-
LABERINT-HUS DE Q( U)O NULLU-S VADER-E
QUIVIT- QUI FUIT- INTUS – NI THESE-US GRAT-IS
ADRIAN-E STAMI-NE IUTUS
Samivel nel suo libro Le soleil se lève sur la Grèce sostiene che la leggenda del Minotauro fosse il racconto più popolare dell’antichità, pur non essendo stata data una risposta ….. a quel “ qualcosa” che si trovava al centro del labirinto: un mostro?, un tesoro?, entrambe le cose?, o cos’altro ? ; questa leggenda pagana, fra le più conosciute, dopo migliaia di anni approda dunque, su un mezzo pilastro di uno dei più interessanti templi cristiani. Ma non è l’unico esempio, a Piacenza, nella chiesa di S.Savino il labirinto viene corredato da questi versi:
HUNC MUNDUM TIPICE LABERINTHUS DENOTAT ISTE
INTRANTI LARGUS REDEUNTI SET NIMIS ARTUS
SIC MUNDI CAPTUS VICIORUM MOLLE GRAVATUS
VIX VALET AD VITE DOCTRINAM QUISVE REDIRE.
A Pavia nella chiesa di San Michele Maggiore, ancora un labirinto, in questo caso semicircolare ( che il Santarcangeli nell’articolato saggio il Libro dei Labirinti teme sia andato distrutto ) dove, a corona di questo, viene rappresentato Golia ( sul cui scudo era scritto: CUPIENS DARE VULNERA MORTIS SUM FERUS ET FORTIS ) e Davide; un drago che lotta contro un uomo nudo e infine, al centro, Teseo che colpisce il Minotauro questa volta rappresentato come un centauro armato di spada mentre con l’altra mano “ ’l capo tronco tenea per le chiome ” di una giovinetta; tutt’intorno si legge:
TESEUS+ INTRAVIT+MOSTRUMQUE+ BIFORME+NECAVIT
Sempre il Santarcangeli riferisce di altri labirinti a Ravenna nella chiesa di S. Vitale, a Roma nelle chiese di Santa Maria di Trastevere e Santa Maria in Aquiro ; famosissimi quelli di Amiens e di Chartres ( dei quali parleremo più avanti ) . Non so se per compiacere Giovanni Verga anche il canonico prebendato della cattedrale di Reims fosse “ grasso e grosso “, comunque, era di certo straordinariamente trullo ( Jacquemart era il suo nome ), poiché ordinò nel 1779 il disfacimento dello splendido labirinto che ornava il pavimento da più di cinquecento anni! ( si trattava di un labirinto ottagonale nei cui cantoni erano raffigurati i maestri costruttori con i relativi strumenti di lavoro). L’ ostilità dimostrata da Jacquemart verso il labirinto della propria cattedrale sembra non essere stato un fatto isolato a giudicare dall’alta percentuale di mortalità dei labirinti , in special modo quando questi assumevano carattere di vere e proprie opere d’arte se, come affermava Umberto Eco nei primi anni sessanta, l’opera d’arte è un messaggio fondamentalmente ambiguo ( ?! ). Quali fastidi procurava ai prepositi la presenza del labirinto nelle loro antiche chiese e cattedrali? L’intreccio della fabula, del mito di Minosse divoratore di esseri umani ? Oppure più semplicemente, che ai templi cristiani fosse associata una tenebrosa narrazione pagana che nulla ha di trascendente ?
Minosse figlio di Europa e di Zeus metamorfico, dopo la morte del patrigno Asterio, avanzò pretese sul trono di Creta a scapito dei fratelli Radamante e Sarpedone. A sostegno delle sue richieste affermò che gli dei erano dalla sua parte e che avrebbero esaudito ogni sua richiesta. Consacrato un’altare a Poseidone e fatti i preparativi, implorò gli dei affinché un toro emergesse dal mare e ….. così fu, perché un abbagliante, candido toro spuntò dalle onde e nuotò sino alla riva. Ma l’animale era così bello che Minosse pensò di sostituirlo per il sacrificio con un’ altro appartenente alle proprie mandrie. Minosse, diventato re perché i cretesi ritennero legittime le sue richieste, sposò Pasifae, alias Perseide, figlia di Elio e della ninfa Creta. A questo punto intervenne Poseidone il quale, offeso per il raggiro di Minosse, fece innamorare la moglie di lui del toro sottratto al sacrificio. Dedalo non osteggiò siffatta , insana passione e fece sì, con uno stratagemma, che Pasifae e il toro si unissero nei pressi di Gortina: dalla loro unione nacque il Minotauro, dalla testa di toro e il corpo di in uomo. Minosse, trovandosi fra le braccia il mostruoso figlio di Pasifae, consultò un’oracolo che gli consigliò di rivolgersi a Dedalo: così fu costruito un inestricabile labirinto a Cnosso per occultarvi il Minotauro e -2- Pasifae. A quest’ultima però, quale divinità lunare, furono attribuiti molti altri figli aventi per lo più carattere solare, come gli eroi Cidone, Glauco, Androgeo, Ammone, Catreo e due sole figlie, Fedra e finalmente, Arianna.
A seguito della morte di Androgeo causata dalla gelosia del re Egeo , -3- Minosse impose agli ateniesi che ogni nove anni, sette fanciulle e sette fanciulli fossero inviati nel labirinto per esservi divorati dal Minotauro. Stava scadendo il termine per inviare al martirio già per la terza volta, quattordici virgulti ateniesi quando Teseo presente in città commosso dalla profonda afflizione degli indigeni si unì a questi volontariamente a patto però che, se fosse riuscito ad abbattere il Minotauro, non sarebbe più stato necessario pagare tale tributo. Grazie all’aiuto di Arianna, fortemente attratta da Teseo, in possesso di un gomitolo magico donatole da Dedalo, l’eroe impavido riuscì non solo a raggiungere il Minotauro e a ucciderlo, ma anche a ritrovare l’uscita dell’ intricato labirinto.
Eccoci dunque, anche noi dinanzi ad una grande e complessa costruzione: come interpretare il mito del Minotauro? ( e più in generale, quale può essere il significato della Mitologia, questo tessuto di enigmi, di metafore, di allegorie, presentate sovente con termini ambigui e polivalenti ? ) . Se ci affidiamo a quanto pubblicato in questo secolo sull’argomento potremo avere un quadro attendibile su tutte le forme possibili di labirinto nel mondo, presenti e passate, ad esempio; ma se vogliamo entrare nel merito della questione la cosa si complicherebbe ancor di più, perché se da un lato possiamo fare riferimento a saggi dalla erudita articolazione , magari in una continua saltazione fra Occidente e Oriente , dall’altro è sempre più facile imbattersi in opere stucchevoli “ come per febre rotte…” di qualche sedicente vate.
Che cosa fare allora? Tenteremo insieme caro lettore, di riscoprire l’antica via, quella stessa via della quale interroga il Poeta - << Maestro mio >> diss’io << che via faremo? >> -; tenuto conto del fatto che il vostro nocchiere in questo caso, non so quanto sia capace di “ adopra ( r ) ogn’arte per fuggir il reo periglio ” e di conseguenza, guadagnare un porto sicuro lontano dalle sirene che “con la melodia del canto allettano i passeggeri e gli uccidono "
gdg NOTE.
-1- "QUESTO E ‘ IL LABIRITO COSTRUITO DA DEDALO CRETESE DAL QUALE NESSUNO CHE VI ENTRO’ POTE’ USCIRE ECCETTO TESEO AIUTATO DAL FILO DI ARIANNA “. La tradizione vuole che la soluzione dell’intricato labirinto fosse affidata ai penitenti.
-2- Altra, sorprendente genealogia: conosciuta come Dafne, la Ninfa dei monti, sacerdotessa della Madre Terra, figlia del fiume Peneo di Tessaglia, inseguita dal focoso Apollo , fu trasportata a Creta dalla Madre Terra dove divenne Pasifae ( al posto di Danae, la Madre Terra fece crescere un lauro ). Diodoro definisce la luna come Leucotea , la << bianca dea>>. Altri appellativi. che possono essere ricordati Alia , << del mare >> o anche, Acmena, << forte nell’ira >>. Gli egiziani la onoravano come Iside, sposa di Osiride .Macrobio e successivamente, Vossius, ritenevano che Cerere, Diana, Venere, Vesta, Giunone, Minerva; Proserpina non sono altro che nomi differenti dati alla luna .
-3- L’ira di Pasifae ( come Acmena !? ) non risparmiò lo stesso Minosse che subì una terribile magia da parte della moglie per le sue continue infedeltà: “ ogni qual volta Minosse si giaceva con un’altra donna, spandeva in lei uno sciame di scorpioni, millepiedi e serpenti che facevano scempio del ventre della donna ”. Robert Graves, I Miti Greci.
( 1 )HIC QUEM- CRETICUS- EDIT DEDA-LUS EST-
LABERINT-HUS DE Q( U)O NULLU-S VADER-E
QUIVIT- QUI FUIT- INTUS – NI THESE-US GRAT-IS
ADRIAN-E STAMI-NE IUTUS
Samivel nel suo libro Le soleil se lève sur la Grèce sostiene che la leggenda del Minotauro fosse il racconto più popolare dell’antichità, pur non essendo stata data una risposta ….. a quel “ qualcosa” che si trovava al centro del labirinto: un mostro?, un tesoro?, entrambe le cose?, o cos’altro ? ; questa leggenda pagana, fra le più conosciute, dopo migliaia di anni approda dunque, su un mezzo pilastro di uno dei più interessanti templi cristiani. Ma non è l’unico esempio, a Piacenza, nella chiesa di S.Savino il labirinto viene corredato da questi versi:
HUNC MUNDUM TIPICE LABERINTHUS DENOTAT ISTE
INTRANTI LARGUS REDEUNTI SET NIMIS ARTUS
SIC MUNDI CAPTUS VICIORUM MOLLE GRAVATUS
VIX VALET AD VITE DOCTRINAM QUISVE REDIRE.
A Pavia nella chiesa di San Michele Maggiore, ancora un labirinto, in questo caso semicircolare ( che il Santarcangeli nell’articolato saggio il Libro dei Labirinti teme sia andato distrutto ) dove, a corona di questo, viene rappresentato Golia ( sul cui scudo era scritto: CUPIENS DARE VULNERA MORTIS SUM FERUS ET FORTIS ) e Davide; un drago che lotta contro un uomo nudo e infine, al centro, Teseo che colpisce il Minotauro questa volta rappresentato come un centauro armato di spada mentre con l’altra mano “ ’l capo tronco tenea per le chiome ” di una giovinetta; tutt’intorno si legge:
TESEUS+ INTRAVIT+MOSTRUMQUE+ BIFORME+NECAVIT
Sempre il Santarcangeli riferisce di altri labirinti a Ravenna nella chiesa di S. Vitale, a Roma nelle chiese di Santa Maria di Trastevere e Santa Maria in Aquiro ; famosissimi quelli di Amiens e di Chartres ( dei quali parleremo più avanti ) . Non so se per compiacere Giovanni Verga anche il canonico prebendato della cattedrale di Reims fosse “ grasso e grosso “, comunque, era di certo straordinariamente trullo ( Jacquemart era il suo nome ), poiché ordinò nel 1779 il disfacimento dello splendido labirinto che ornava il pavimento da più di cinquecento anni! ( si trattava di un labirinto ottagonale nei cui cantoni erano raffigurati i maestri costruttori con i relativi strumenti di lavoro). L’ ostilità dimostrata da Jacquemart verso il labirinto della propria cattedrale sembra non essere stato un fatto isolato a giudicare dall’alta percentuale di mortalità dei labirinti , in special modo quando questi assumevano carattere di vere e proprie opere d’arte se, come affermava Umberto Eco nei primi anni sessanta, l’opera d’arte è un messaggio fondamentalmente ambiguo ( ?! ). Quali fastidi procurava ai prepositi la presenza del labirinto nelle loro antiche chiese e cattedrali? L’intreccio della fabula, del mito di Minosse divoratore di esseri umani ? Oppure più semplicemente, che ai templi cristiani fosse associata una tenebrosa narrazione pagana che nulla ha di trascendente ?
Minosse figlio di Europa e di Zeus metamorfico, dopo la morte del patrigno Asterio, avanzò pretese sul trono di Creta a scapito dei fratelli Radamante e Sarpedone. A sostegno delle sue richieste affermò che gli dei erano dalla sua parte e che avrebbero esaudito ogni sua richiesta. Consacrato un’altare a Poseidone e fatti i preparativi, implorò gli dei affinché un toro emergesse dal mare e ….. così fu, perché un abbagliante, candido toro spuntò dalle onde e nuotò sino alla riva. Ma l’animale era così bello che Minosse pensò di sostituirlo per il sacrificio con un’ altro appartenente alle proprie mandrie. Minosse, diventato re perché i cretesi ritennero legittime le sue richieste, sposò Pasifae, alias Perseide, figlia di Elio e della ninfa Creta. A questo punto intervenne Poseidone il quale, offeso per il raggiro di Minosse, fece innamorare la moglie di lui del toro sottratto al sacrificio. Dedalo non osteggiò siffatta , insana passione e fece sì, con uno stratagemma, che Pasifae e il toro si unissero nei pressi di Gortina: dalla loro unione nacque il Minotauro, dalla testa di toro e il corpo di in uomo. Minosse, trovandosi fra le braccia il mostruoso figlio di Pasifae, consultò un’oracolo che gli consigliò di rivolgersi a Dedalo: così fu costruito un inestricabile labirinto a Cnosso per occultarvi il Minotauro e -2- Pasifae. A quest’ultima però, quale divinità lunare, furono attribuiti molti altri figli aventi per lo più carattere solare, come gli eroi Cidone, Glauco, Androgeo, Ammone, Catreo e due sole figlie, Fedra e finalmente, Arianna.
A seguito della morte di Androgeo causata dalla gelosia del re Egeo , -3- Minosse impose agli ateniesi che ogni nove anni, sette fanciulle e sette fanciulli fossero inviati nel labirinto per esservi divorati dal Minotauro. Stava scadendo il termine per inviare al martirio già per la terza volta, quattordici virgulti ateniesi quando Teseo presente in città commosso dalla profonda afflizione degli indigeni si unì a questi volontariamente a patto però che, se fosse riuscito ad abbattere il Minotauro, non sarebbe più stato necessario pagare tale tributo. Grazie all’aiuto di Arianna, fortemente attratta da Teseo, in possesso di un gomitolo magico donatole da Dedalo, l’eroe impavido riuscì non solo a raggiungere il Minotauro e a ucciderlo, ma anche a ritrovare l’uscita dell’ intricato labirinto.
Eccoci dunque, anche noi dinanzi ad una grande e complessa costruzione: come interpretare il mito del Minotauro? ( e più in generale, quale può essere il significato della Mitologia, questo tessuto di enigmi, di metafore, di allegorie, presentate sovente con termini ambigui e polivalenti ? ) . Se ci affidiamo a quanto pubblicato in questo secolo sull’argomento potremo avere un quadro attendibile su tutte le forme possibili di labirinto nel mondo, presenti e passate, ad esempio; ma se vogliamo entrare nel merito della questione la cosa si complicherebbe ancor di più, perché se da un lato possiamo fare riferimento a saggi dalla erudita articolazione , magari in una continua saltazione fra Occidente e Oriente , dall’altro è sempre più facile imbattersi in opere stucchevoli “ come per febre rotte…” di qualche sedicente vate.
Che cosa fare allora? Tenteremo insieme caro lettore, di riscoprire l’antica via, quella stessa via della quale interroga il Poeta - << Maestro mio >> diss’io << che via faremo? >> -; tenuto conto del fatto che il vostro nocchiere in questo caso, non so quanto sia capace di “ adopra ( r ) ogn’arte per fuggir il reo periglio ” e di conseguenza, guadagnare un porto sicuro lontano dalle sirene che “con la melodia del canto allettano i passeggeri e gli uccidono "
gdg NOTE.
-1- "QUESTO E ‘ IL LABIRITO COSTRUITO DA DEDALO CRETESE DAL QUALE NESSUNO CHE VI ENTRO’ POTE’ USCIRE ECCETTO TESEO AIUTATO DAL FILO DI ARIANNA “. La tradizione vuole che la soluzione dell’intricato labirinto fosse affidata ai penitenti.
-2- Altra, sorprendente genealogia: conosciuta come Dafne, la Ninfa dei monti, sacerdotessa della Madre Terra, figlia del fiume Peneo di Tessaglia, inseguita dal focoso Apollo , fu trasportata a Creta dalla Madre Terra dove divenne Pasifae ( al posto di Danae, la Madre Terra fece crescere un lauro ). Diodoro definisce la luna come Leucotea , la << bianca dea>>. Altri appellativi. che possono essere ricordati Alia , << del mare >> o anche, Acmena, << forte nell’ira >>. Gli egiziani la onoravano come Iside, sposa di Osiride .Macrobio e successivamente, Vossius, ritenevano che Cerere, Diana, Venere, Vesta, Giunone, Minerva; Proserpina non sono altro che nomi differenti dati alla luna .
-3- L’ira di Pasifae ( come Acmena !? ) non risparmiò lo stesso Minosse che subì una terribile magia da parte della moglie per le sue continue infedeltà: “ ogni qual volta Minosse si giaceva con un’altra donna, spandeva in lei uno sciame di scorpioni, millepiedi e serpenti che facevano scempio del ventre della donna ”. Robert Graves, I Miti Greci.
Labirinto del Duomo di S. Martino di Lucca. Seconda parte.
Rispetto ad ogni altra occupazione, noi dobbiamo considerare il Tempo,
per dividerne esattamente l’impiego, donandoci allo studio della Giustizia
e della Verità, e implorando lo Spirito Santo di darci la conoscenza delle
cose spirituali, e facendo attenzione che i Vizi non ci facciano cadere
nel Labirinto di questo Mondo.
Basilio Valentino, Azoth , M.DC.LIX
Hai tu inteso parlare straniero, di un labirinto del quale Salomone formò
il progetto nel suo spirito e che fece costruire con delle pietre assemblate
in forma circolare? [...] Vedendo i suoi mille circuiti, dall’interno
all’esterno, le sue strade sferiche, che ritornano in circolo, di qua e di là, su esse stesse, apprendi il corso circolare della vita, le curve a gomito dei suoi
percorsi bruscamente ripiegati. Con le sue evoluzioni sferiche, circolari il
labirinto si arrotola sottilmente in cordoni composti; così come il serpente
pernicioso, nelle sue spire, scivola e glissa, in modo talvolta manifesto, talvolta
segreto. Vi è una porta posta obliquamente e dall’accesso difficile. Più tu ti
approssimi a questa porta, più lui con le sue repentine giravolte ti avviluppa all’interno, verso la profondità dove può allontanarti dall’ingresso.
Esso si prende gioco e si beffa di te attraverso il ritorno della speranza; come
un sogno che ti trae in inganno con delle vane visioni, fino a che il tempo che
regola la commedia è terminato, e che il trapasso ahimè, relegando tutto
nell’ombra, non ti ha consentito di raggiungere l’uscita.
Manoscritto alchemico greco di S. Marco; trad.Ch.-Em. Ruelle, 1887
Poiché attraverso le tenebre del dubbio, procedendo a tentoni con
il bastone della sola congettura, che ha indotto in errore i più esperti,
i quali abbandonando il vero e piano cammino della Natura,
si sono persi in quel groviglio di strade che è il labirinto, sprovvisti
come sono del filo della nostra Arianna.
Clovis Hestau de Nuysement , Traictez du vray sel,1621
Il Minotauro quanto a lui ( etimologicamente: Toro di Minosse ), possedeva
un altro nome, Asterios = del cielo stellato o Asterionn=del sole; è uno
dei figli di -1- Pasifae= colei che splende per tutti, figlia essa stessa del Sole e
di un-2- toro inviato da Poseidone, il dio dell’Oceano, re fondatore di “ Atlantide”.
Si tratta dunque, di questa -3- “ forza forte di ogni forza ”, questo oro astrale e aereo
il cui centro stesso è nel sole, secondo le parole di Limojon, signore di Saint-Didier .
NOTE.
-1- Pasife, in greco = Pas ( tutto ) + Fais ( luce ). -2-“ Vieni, o Dionisio, in primavera / al tuo tempio sul mare / e le Cariti siano con te, rapide con piede di bue. / Nobile Toro! Nobile Toro! “ Plutarco, Questiones Graecae.
-3-Questa frase fa parte dalla Tavola Smeraldina di Ermete Trismegisto e tratta di come si elabora l’opera filosofale. In particolare il riferimento “ alla forza forte di ogni forza, poiché essa vincerà ogni cosa sottile e penetrerà ogni cosa solida ” è di fondamentale importanza per lo studioso d’ alchimia, perché senza questa forza ogni fatica è inutile in laboratorio.
G.Beatrice, Le Labyrinthe Hermetique, par.seconda, Atlantis
per dividerne esattamente l’impiego, donandoci allo studio della Giustizia
e della Verità, e implorando lo Spirito Santo di darci la conoscenza delle
cose spirituali, e facendo attenzione che i Vizi non ci facciano cadere
nel Labirinto di questo Mondo.
Basilio Valentino, Azoth , M.DC.LIX
Hai tu inteso parlare straniero, di un labirinto del quale Salomone formò
il progetto nel suo spirito e che fece costruire con delle pietre assemblate
in forma circolare? [...] Vedendo i suoi mille circuiti, dall’interno
all’esterno, le sue strade sferiche, che ritornano in circolo, di qua e di là, su esse stesse, apprendi il corso circolare della vita, le curve a gomito dei suoi
percorsi bruscamente ripiegati. Con le sue evoluzioni sferiche, circolari il
labirinto si arrotola sottilmente in cordoni composti; così come il serpente
pernicioso, nelle sue spire, scivola e glissa, in modo talvolta manifesto, talvolta
segreto. Vi è una porta posta obliquamente e dall’accesso difficile. Più tu ti
approssimi a questa porta, più lui con le sue repentine giravolte ti avviluppa all’interno, verso la profondità dove può allontanarti dall’ingresso.
Esso si prende gioco e si beffa di te attraverso il ritorno della speranza; come
un sogno che ti trae in inganno con delle vane visioni, fino a che il tempo che
regola la commedia è terminato, e che il trapasso ahimè, relegando tutto
nell’ombra, non ti ha consentito di raggiungere l’uscita.
Manoscritto alchemico greco di S. Marco; trad.Ch.-Em. Ruelle, 1887
Poiché attraverso le tenebre del dubbio, procedendo a tentoni con
il bastone della sola congettura, che ha indotto in errore i più esperti,
i quali abbandonando il vero e piano cammino della Natura,
si sono persi in quel groviglio di strade che è il labirinto, sprovvisti
come sono del filo della nostra Arianna.
Clovis Hestau de Nuysement , Traictez du vray sel,1621
Il Minotauro quanto a lui ( etimologicamente: Toro di Minosse ), possedeva
un altro nome, Asterios = del cielo stellato o Asterionn=del sole; è uno
dei figli di -1- Pasifae= colei che splende per tutti, figlia essa stessa del Sole e
di un-2- toro inviato da Poseidone, il dio dell’Oceano, re fondatore di “ Atlantide”.
Si tratta dunque, di questa -3- “ forza forte di ogni forza ”, questo oro astrale e aereo
il cui centro stesso è nel sole, secondo le parole di Limojon, signore di Saint-Didier .
NOTE.
-1- Pasife, in greco = Pas ( tutto ) + Fais ( luce ). -2-“ Vieni, o Dionisio, in primavera / al tuo tempio sul mare / e le Cariti siano con te, rapide con piede di bue. / Nobile Toro! Nobile Toro! “ Plutarco, Questiones Graecae.
-3-Questa frase fa parte dalla Tavola Smeraldina di Ermete Trismegisto e tratta di come si elabora l’opera filosofale. In particolare il riferimento “ alla forza forte di ogni forza, poiché essa vincerà ogni cosa sottile e penetrerà ogni cosa solida ” è di fondamentale importanza per lo studioso d’ alchimia, perché senza questa forza ogni fatica è inutile in laboratorio.
G.Beatrice, Le Labyrinthe Hermetique, par.seconda, Atlantis
Il Labirinto nel Medioevo. Terza parte.
Nel medioevo i labirinti venivano denominati in diversi modi: Cammino di S .Giacomo, Casa di Dedalo, Cammino di Gerusalemme, Labirinto di Salomone, il Luogo ( come a Chartres, almeno fino al 1793 ), e così via. Era opinione comune che essi rappresentassero una sorta di pellegrinaggio a Gerusalemme, ridotto in piccola scala per coloro che non potevano recarsi in Palestina o , anche, il doloroso cammino di Gesù del Venerdì Santo, per salire il Golgota ( da ciò scaturiva l’abitudine di percorre -1- ginocchioni il tortuoso tracciato posto sul pavimento della chiesa ); essi trovavano collocazione o nei pressi dell’Altare Maggiore ( nel cuore della croce, che costituiva la pianta della chiesa )o più di frequente, all’inizio della nave ( nel nostro caso addirittura, all’inizio dell’atrio ) come prima immagine per i fedeli che accedevano al tempio. Ad -2- Amiens al centro del labirinto è stata posta una pietra nera, con un cordone di rame con incisa un’iscrizione attribuita al Compagnonaggio, mentre una croce era stata impressa nell’oro, anch’esso supportato da una pietra nera.
<< Il labirinto é il simbolo della via, tanto difficile da scoprire quanto da saper
mantenere, fino alla camera centrale dove risplende, nel seno dell’oscurità
cimmeria, la gemma ermetica, egualmente chiamata il sole dei filosofi >>.
Eugène Canseliet , Atlantis n°218
<<Quale che sia la loro forma , la complicazione del loro tracciato, i labirinti
sono dei simboli parlanti della Grande Opera considerato sotto il rapporto
della sua realizzazione materiale. Così essi esprimono le due grandi difficoltà che comporta l’opera: 1) accedere alla camera interiore;2) avere la possibilità
di uscirne.
Di questi due punti, il primo riguarda la conoscenza della materia
che assicura l’entrata, nonché il suo perfezionamento che l’artista compie nel
centro del dedalo. Il secondo concerne la mutazione grazie al soccorso del
fuoco, della materia preparata. L’alchimista rifà dunque, in senso inverso,
ma con prudenza, lentezza, perseveranza, il percorso rapidamente effettuato
all’inizio del suo lavoro >>.
Fulcanelli, Les Demeures Philosophales
Tenendo sempre presente però, che questa è la via stretta, alla quale si accede basandosi non solo sulle proprie forze:
<<……Poiché attraverso le tenebre del dubbio, procedendo a tentoni con
il bastone della sola congettura, che ha indotto in errore i più esperti,
i quali abbandonando il vero e piano cammino della Natura,
si sono persi in quel groviglio di strade che è il labirinto, sprovvisti
come sono del filo della nostra Arianna >>.
Clovis Hestau de Nuysement , Traictez du vray sel,1621
gdg
NOTE
-1- Tale consuetudine sembra trovi una sua giustificazione nel fatto che alcuni labirinti nel proprio centro raffiguravano l’immagine della “ Gerusalemme Celeste ” con agli angoli i quattro fiumi del Paradiso.
-2- Nella tradizione cinese, a titolo di mera curiosità , il labirinto raffigura le viscere del Grande Dragone ( figura pleonastica, per noi occidentali ), “quale forza reale e sovrana per eccellenza” .
Considerazioni etimologiche sul Labirinto. Parte quarta.
Nella ricerca dell’etimologia del labirinto la mente va al palazzo di Cnosso a Creta, dove fu rinvenuta più volte l’ascia metallica, con doppio tagliente - labrys che riporta a -1- pelechys ( L. Rocci; Vocabolario Greco-Italiano ) - nota arma rituale del sacrificio religioso. Non tutti gli archeologi, convengono con Hall e con Evans, come ricorda Paolo Santarcangeli, in quanto se “ dabirinthos, sia lo stesso della parola caria dabrainda che è probabilmente labrys, ascia doppia, più il suffisso iranico, -nda-…...” , il termine labrys probabilmente non veniva utilizzato a Creta in quel tempo per indicare la bipenne ( -2- bensì l’equivalente pelechys, di cui sopra ); va considerato inoltre, che Strabone poneva il Minotauro in una grotta, in greco labra = via stretta, viottolo, la cui radice laas = pietra, sasso, roccia ( originariamente anche caverna, miniera ….a causa dei suoi stretti corridoi scavati nel terreno ), latomia =cava di pietre ( latino =lautumiae, lapis ).-3- Labirintos, dunque deriva da labrys o da labra, o da entrambi ? Secondo il Rocci ed altri studiosi, va tenuto conto anche di Labranda , città della Caria con un tempio famoso dedicato a Giove ( al quale era associata l’ascia a doppio tagliente ).
gdg
NOTE.
-1- Pelecoforos , portatore di scure; littore. Nella cosiddetta “ tomba del Littore “ a Vetulonia fu rinvenuto un fascio formato da verghe di ferro vuote racchiudenti una bipenne. Sorprende come questo simbolo rituale romano trovi un “ sinistro ” riscontro nella prima parte di questo secolo, con l’antichissima croce uncinata, dove –- ironia della sorte -svasti in sanscrito, significa felicità !
-2- Questo è un punto focale di ogni ricerca accademica: la necessità di disporre di riscontri “ oggettivi ”; esigenza legittima certo, ma che deve comunque tener conto dei “ piani ” di riferimento: si può ad esempio, particolareggiare il mondo culturale e/o filosofico, dei patrizi romani cercando riferimenti sulle credenze religiose della….. suburra ?; ed inoltre, tutta la costruzione mitologica quale ordito concettuale ( e non consequenziale ….a supposte paure e fobie della gente comune ) può avere una così stretta dipendenza con il Tempo, se questa è stata capace di attraversare in un lungo viaggio durato migliaia di anni il mondo egizio, greco e latino sostanzialmente….immutata, sino ad arrivare prima del declino inesorabile, alle soglie del XIX° secolo ?
-3-Altre ipotesi sono state fatte sull’etimologia del nome che pur non concordando sull’origine dello stesso , non portano a mio avviso, alcun contributo significativo. Di un certo interesse invece, gli studi di Ventris su un labirinto non più abitato dal Minotauro, ma da una misteriosa Signora( Ptonia, Ctonia ? ). Grazie sempre al Santarcangeli , devo ricordare i vocaboli irrweg e irrgarten, dove irre, in tedescosignifica pazzo ma anche colui che “ erra” come Ulisse certo, che fatica a trovare la strada del ritorno in patria . Doolhof in olandese significa , infine, corte dei pazzi.
gdg
NOTE.
-1- Pelecoforos , portatore di scure; littore. Nella cosiddetta “ tomba del Littore “ a Vetulonia fu rinvenuto un fascio formato da verghe di ferro vuote racchiudenti una bipenne. Sorprende come questo simbolo rituale romano trovi un “ sinistro ” riscontro nella prima parte di questo secolo, con l’antichissima croce uncinata, dove –- ironia della sorte -svasti in sanscrito, significa felicità !
-2- Questo è un punto focale di ogni ricerca accademica: la necessità di disporre di riscontri “ oggettivi ”; esigenza legittima certo, ma che deve comunque tener conto dei “ piani ” di riferimento: si può ad esempio, particolareggiare il mondo culturale e/o filosofico, dei patrizi romani cercando riferimenti sulle credenze religiose della….. suburra ?; ed inoltre, tutta la costruzione mitologica quale ordito concettuale ( e non consequenziale ….a supposte paure e fobie della gente comune ) può avere una così stretta dipendenza con il Tempo, se questa è stata capace di attraversare in un lungo viaggio durato migliaia di anni il mondo egizio, greco e latino sostanzialmente….immutata, sino ad arrivare prima del declino inesorabile, alle soglie del XIX° secolo ?
-3-Altre ipotesi sono state fatte sull’etimologia del nome che pur non concordando sull’origine dello stesso , non portano a mio avviso, alcun contributo significativo. Di un certo interesse invece, gli studi di Ventris su un labirinto non più abitato dal Minotauro, ma da una misteriosa Signora( Ptonia, Ctonia ? ). Grazie sempre al Santarcangeli , devo ricordare i vocaboli irrweg e irrgarten, dove irre, in tedescosignifica pazzo ma anche colui che “ erra” come Ulisse certo, che fatica a trovare la strada del ritorno in patria . Doolhof in olandese significa , infine, corte dei pazzi.