DUOMO DI MILANO. IL CANDELABRO TRIVULZIO. PRIMA PARTE.
Il candelabro Trivulziano si trova nel transetto sinistro del Duomo di Milano in condizioni di semioscurità. Il candelabro trova collocazione nel Duomo a metà del 1500 dono dell’arciprete Giovan Battista Trivulzio. Il candelabro è un'opera di oreficeria in bronzo di cinque metri d'altezza per quattro di larghezza, considerata un capolavoro della scultura gotica ( d'oltralpe ?). I più attribuirono il candelabro al francese Nicola di Verdun ( 1130-1205 ), maestro di toroeutica . Ai nostri giorni il candelabro lo si attribuisce ad un artista più giovane del Verdun ( anni 1210-20 ) e forse, potrebbe essere opera di un lombardo influenzato dall'arte del Nord. Insomma, l'autore di questa sorprendente opera d'arte è sconosciuto.
Dio disse a Mosè :
“Farai un candelabro d’oro puro. Il candelabro sarà d’oro battuto. Sarà un unico pezzo: la sua base, il suo fusto, i suoi bracci, i suoi calici, i suoi pomi e le sue corolle. E dai lati del candelabro si dipartiranno 6 bracci, 3 da un lato e 3 dall’altro.
Esodo,31-32
Dal fusto centrale si staccano 6 bracci laterali . Una struttura piramidale dove i bracci sono posti sullo stesso piano. Complessivamente sette sono i bracci come sette sono i giorni della Genesi, giorni della completezza e della perfezione .Sette gli anni necessari a Re Salomone per edificare il Tempio (sul numero sette si rimanda allo Studio dei Numeri di R.A. Schwaller de Lubicz ).
Dio disse a Mosè :
“Farai un candelabro d’oro puro. Il candelabro sarà d’oro battuto. Sarà un unico pezzo: la sua base, il suo fusto, i suoi bracci, i suoi calici, i suoi pomi e le sue corolle. E dai lati del candelabro si dipartiranno 6 bracci, 3 da un lato e 3 dall’altro.
Esodo,31-32
Dal fusto centrale si staccano 6 bracci laterali . Una struttura piramidale dove i bracci sono posti sullo stesso piano. Complessivamente sette sono i bracci come sette sono i giorni della Genesi, giorni della completezza e della perfezione .Sette gli anni necessari a Re Salomone per edificare il Tempio (sul numero sette si rimanda allo Studio dei Numeri di R.A. Schwaller de Lubicz ).
ICONOGRAFIA
Il piede ha quattro lati e ogni lato gode di una composizione diversa. Nella prima composizione un grande drago alato ( apparentemente “ gonfio d’aria” secondo Fulvio Cervini) arriccia la coda quasi in una spirale fitoforma , le cui zampe lambiscono il mascherone facciale dalle grandi fauci spalancate nelle quali, due giovani distesi a fianco della grande bocca, puntano un coltellaccio .
In alto a destra, un giovane imberbe rovescia sul drago un liquido contenuto in un'urna.
Il piede ha quattro lati e ogni lato gode di una composizione diversa. Nella prima composizione un grande drago alato ( apparentemente “ gonfio d’aria” secondo Fulvio Cervini) arriccia la coda quasi in una spirale fitoforma , le cui zampe lambiscono il mascherone facciale dalle grandi fauci spalancate nelle quali, due giovani distesi a fianco della grande bocca, puntano un coltellaccio .
In alto a destra, un giovane imberbe rovescia sul drago un liquido contenuto in un'urna.
ICONOLOGIA
Questa Immagine è tratta da IL CANDELABRO TRIVULZIANO DEL DUOMO DI MILANO di Silvana Editoriale.
L'etimologia della parola drago ci riporta ad un'antica radice sanscrita, drk- o derk- che significa "vedere". Da essa il verbo greco δέρκομαι, (dérkomai) = , da cui,finalmente, δράκων (dràkon) = drago, rettile, pesce marino, serpente (al quale veniva attribuito il potere di paralizzare con lo sguardo la sua preda per poi divorarla). Il Drago (o Leviatan o Leviathan; ebr. Liwyātān) nella mitologia fenicia, rappresentava il caos primitivo. Il Drago è una figura ibrida come si può verificare nell’immagine del piede del Candelabro Trivulziano. Nella sezione BESTIARIO di questo sito , alla voce IL DRAGO NELL’APOCALISSE , il lettore potrà trovare numerose indicazioni sul drago , quale simbolo nella Bibbia ,nell’Alchimia e nella Mitologia .
L'etimologia della parola drago ci riporta ad un'antica radice sanscrita, drk- o derk- che significa "vedere". Da essa il verbo greco δέρκομαι, (dérkomai) = , da cui,finalmente, δράκων (dràkon) = drago, rettile, pesce marino, serpente (al quale veniva attribuito il potere di paralizzare con lo sguardo la sua preda per poi divorarla). Il Drago (o Leviatan o Leviathan; ebr. Liwyātān) nella mitologia fenicia, rappresentava il caos primitivo. Il Drago è una figura ibrida come si può verificare nell’immagine del piede del Candelabro Trivulziano. Nella sezione BESTIARIO di questo sito , alla voce IL DRAGO NELL’APOCALISSE , il lettore potrà trovare numerose indicazioni sul drago , quale simbolo nella Bibbia ,nell’Alchimia e nella Mitologia .
Lambsprinck, De lapide Philosophico, II tavola, Francoforte 1625
Il Drago e il Cavaliere ( in questo caso appiedato) , o Cabaliere come insegna Eugène Canseliet. San Michele e San Giorgio anch'essi trionfarono sul Drago .
"Presso l'albero dai frutti d'oro un dragone robusto e tozzo esercita la sua vigilanza all'entrata del giardino delle Esperidi. Il filatterio particolare di questo soggetto , porta incisa questa iscrizione:
AB. INSOMNI.NON. CUSTODITA.DRACONE
AL DI FUORI DEL DRAGONE CHE VEGLIA,
LE COSE NON SONO CUSTODITE.
Il mito del dragone proposto alla sorveglianza del famoso giardino del leggendario Toson d'Oro , è molto conosciuto per evitarci l'onere di riproporlo. E' sufficiente indicare che il dragone è il rappresentante geroglifico della materia minerale bruta con la quale si deve cominciare l'Opera " . Fulcanelli, le Dimore Filosofali
La fiamma che come un drago tutto divora,
Incalzava per deturpare la bella vergine:
Quando bagnata di lacrime , la vide un prode
che prontamente soccorse la misera.
Subito parando lo scudo, si lanciò nella pugna
E le insegnò a spezzar con intelligenza le minacce.
Michael Maier, EPIGRAMMA XX
Atalanta Fugiens
gdg