TRATTATO AUREO DELLA PIETRA FILOSOFALE
0h quanto è preziosa questa cenere per i figli della dottrina, e quanto è prezioso ciò che da lei si fa! O quam preciosus est iste filiis doctrinae, et quam preciosum est quod ex eo " Anaxagora , La Turba dei Filosofi, discorsi III e LIV.
Paolo Lucarelli ha pubblicato e commentato I TRE TRATTATI TEDESCHI DI ALCHIMIA DEL XVII SECOLO nella sua veste di direttore della Collana Ermetica della Mediterranee . I TRE TRATTATI sono i primi nella raccolta nel MUSAEUM HERMETICUM REFORMATUM ET AMPLIFICATUM nell’edizione ampliata del 1677 . Paolo Lucarelli esordisce con alcune brevi note , quanto preziose , sulle immagini relative al bestiario alchemico del frontespizio del MUSAEUM HERMETICUM e sulle due illustrazioni centrali i cui attori sono noti agli studiosi d’alchimia.
Di grande interesse poi, le osservazioni sui contenuti ermetici e massonici dell’immagine posta sulla pagina che fronteggia il titolo interno del MUSAEUM
Nella prefazione al Trattato Aureo della Pietra Filosofale , prima dissertazione del Musaeum , Paolo Lucarelli così scrive:
<< La pagina di frontespizio ci presenta una specie di croce di (1 ) Lorena, simbolo spagirico della cenere, su un (2) campo quadrangolare azzurro (secondo il simbolismo araldico). Sui due bracci orizzontali si legge: ogni virtù è posta nella sabbia, frase che ritroveremo all'inizio del testo. In verticale, tra il sole e la luna, sta scritto: ha in sé tutto la pietra benedetta. Nella Prefazione l'autore ricorda di aver studiato per ( 3 ) ventidue anni l'Arte ermetica, e che dopo diciotto aveva infine tutto chiaro, ma dovette ancora attendere prima di metterla in pratica il tempo in cui Dio si degnò di concedermela. In tutta questa prima parte si insiste molto sull'alchimia intesa come dono di Dio, data ai degni e ai predestinati: l'Arte è facile, purché Dio decida di donarla >>
Sulle cenere si sono addensati molti dubbi che , ai più , hanno reso il cor condenso di dolorosa nebbia.
L’Adepto Basilio Valentino nelle 12 Chiavi della Filosofia , testo che Severin Batfroi consiglia di leggere più volte con la dovuta attenzione , con straordinaria maestria indugia sulla cenere:
<< Se le prime letture delle Dodici Chiavi della Filosofia di Basilio Valentino possono rivelarsi poco fruttuose, se non aride, una rilettura, seguita da fasi di riflessione, ne fa emergere a poco a poco il contenuto profondamente originale. Tutti i punti principali della Grande Opera vi sono esaminati, ma la lunga dissertazione concernente le ceneri rivela un dettaglio capitale, la cui valorizzazione è stata considerata, da alcuni praticanti di alchimia, come una vera e propria divulgazione. Ora, è noto quanto costoro siano avari di confidenze. Inoltre, è opportuno distinguere accuratamente gli autori che non dicono nulla per necessità di difendere il segreto, da coloro che non possono dire nulla per pura ignoranza ( si veda nota a piè di pagina)... A partire dal XVIII secolo questa seconda categoria diviene la più numerosa. Occorre tuttavia riconoscere che tra la teoria e l'applicazione pratica spesso c'è un muro apparentemente insormontabile, che solo la pazienza ed il lavoro permettono di valicare. Ascoltiamo dunque Basilio Valentino: "Nel giudizio finale del mondo, il mondo sarà giudicato per mezzo del fuoco, perché ciò che prima fu fatto dal nulla dal Maestro, sia di nuovo ridotto nella cenere da cui la Fenice infine creerà i suoi piccoli. Perché in modo simile, nella cenere sta nascosto il tartaro vero e naturale che deve essere dissolto. Dopo la dissoluzione di questo tartaro, la potente serratura dell'appartamento del Re può essere aperta” …… ………………………………………… ………………………………………………………………………[...]……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………
Queste parole fanno riferimento all'estrazione di un sale per mezzo di una "via umida", ovvero mediante dissoluzione ed evaporazione, operazione che è realizzabile, secondo certi autori, anche tramite "via secca", anche se la realtà operativa e scientifica di quest'ultima manipolazione sembra quanto mai ipotetica. Eugène Canseliet: "Essa resta tributaria del potentissimo catalizzatore di cui l'artista sperimentato dispone evidentemente all'interno della sua Grande Opera, e di cui avrà prima o poi l'idea, in conseguenza del più semplice ragionamento logìco” Dopo tutto, quale che sia la via scelta dall'operatore, questi non deve ignorare che per gli antichi, in generale, tutti i carbonati erano tartari. È quanto di fatto traspare allorché si leggono i trattati di chimica. E se ai nostri giorni Fulcanelli ed Eugène Canseliet non hanno fatto eccezione alla regola, è necessario soprattutto prendere in esame la qualità di questo sale rispondendo a questa domanda: qual era, precisamente, la particolarità del "tartaro" per i chimici antichi ? >> Severin Batfroi, La Via dell’Alchimia Cristiana
Nelle libro di Basilio Valentino una nota a piè di pagina di Eugène Canseliet riporta alla ( 4 ) cendrillon , alla piccola pantofola di vetro della fiaba di Charles Perrault , ovvero a Cenerentola , a Cinderella. La nota è la seguente: “La fine di ogni cosa sembra essere la cenere, ma si dice che la fine della cenere sia il vetro.” Il filosofo di Savignies , come tutti quanti , non precisa meglio cosa sia il vetro nell'opera alchemica, anche se con tutta logica....
Le fenice che nasce dal fuoco e dalle sue ceneri (dal greco antico φοῖνιξ / Foinix ) ha più significati : rosso porpora, uccello favoloso e palma .Eugène Canseliet precisa in Heterodoxe propos sur l’Eglise sain-Pierre ,che il rosso porpora è il colore della Pietra Filosofale mentre la palma riporta alla Vergine gravida che sedutasi presso un tronco dissecato questo si coprì di foglie e di frutti e una sorgente d’acqua viva sgorgò dalle sue radici( dai testi apocrifi della Nuova Alleanza)
(1 )La croce patriarcale, chiamata croce d'Angiò poi di Lorena , deve la sua forma alla croce cristiana. La piccola traversa superiore rappresenta il titulus crucis, cioè l'iscrizione che Ponzio Pilato avrebbe fatto porre sulla croce abbreviata in "INRI" ( Iesus Nazarenus Rex Iudaeorum) . Più corretta la significazione :” Igne Natura Renovatur Integra “.La croce di Lorena fu ripresa poi, da molti stemmi dell’europa nord-orientale.
(2) In araldica, il termine campo in senso stretto indica la superficie dello scudo. In una prima estensione del significato, il campo indica anche il modo in cui, nel suo insieme, è trattata la superficie dello scudo. Indica in tal caso l'"attributo di campo", cioè il modo in cui la superficie è stata riempita. In un'ulteriore estensione del significato, questo "attributo del campo" si può applicare a una superficie qualsiasi, e non solo al campo propriamente detto.
(3) Con la scomparsa di Eugène Canseliet e ,successivamente, di Paolo Lucarelli, sono apparsi nelle librerie e su internet numerosi prestidigitateurs dell' alchimia con testi altisonanti sulla Grande Opera ( rien va plus ! ) o su importanti maestri come Artefio e il Cosmopolita ( per non lesinare nulla ,beninteso ! ), magari dopo un paio di annetti di apprendistato o di abbrivo ad una operatività manchevole o dando ascolto a qualche chef delle pispole . Altro che 20 anni di studi assidui o addirittura i 30 anni di impasse subiti dallo stesso Fulcanelli sull’enigma della Terra Adamitica! Una genia di ciarlatani, predestinati al disdoro eterno perché questi cialtroni seminano confusione e errori ! “Chi scandalizza ( scandalo dal gr. σκάνδαλον «ostacolo, inciampo, insidia» ) anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina d’ asino e fosse gettato negli abissi del mare. ” Matteo 18,6
(4) Cendrillion , elegante costruzione cabalistica.
gdg
(1 )La croce patriarcale, chiamata croce d'Angiò poi di Lorena , deve la sua forma alla croce cristiana. La piccola traversa superiore rappresenta il titulus crucis, cioè l'iscrizione che Ponzio Pilato avrebbe fatto porre sulla croce abbreviata in "INRI" ( Iesus Nazarenus Rex Iudaeorum) . Più corretta la significazione :” Igne Natura Renovatur Integra “.La croce di Lorena fu ripresa poi, da molti stemmi dell’europa nord-orientale.
(2) In araldica, il termine campo in senso stretto indica la superficie dello scudo. In una prima estensione del significato, il campo indica anche il modo in cui, nel suo insieme, è trattata la superficie dello scudo. Indica in tal caso l'"attributo di campo", cioè il modo in cui la superficie è stata riempita. In un'ulteriore estensione del significato, questo "attributo del campo" si può applicare a una superficie qualsiasi, e non solo al campo propriamente detto.
(3) Con la scomparsa di Eugène Canseliet e ,successivamente, di Paolo Lucarelli, sono apparsi nelle librerie e su internet numerosi prestidigitateurs dell' alchimia con testi altisonanti sulla Grande Opera ( rien va plus ! ) o su importanti maestri come Artefio e il Cosmopolita ( per non lesinare nulla ,beninteso ! ), magari dopo un paio di annetti di apprendistato o di abbrivo ad una operatività manchevole o dando ascolto a qualche chef delle pispole . Altro che 20 anni di studi assidui o addirittura i 30 anni di impasse subiti dallo stesso Fulcanelli sull’enigma della Terra Adamitica! Una genia di ciarlatani, predestinati al disdoro eterno perché questi cialtroni seminano confusione e errori ! “Chi scandalizza ( scandalo dal gr. σκάνδαλον «ostacolo, inciampo, insidia» ) anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina d’ asino e fosse gettato negli abissi del mare. ” Matteo 18,6
(4) Cendrillion , elegante costruzione cabalistica.
gdg