La Grande Madre di Loreto.
La statua della Madonna di Loreto risale al XIV secolo . La statua fu distrutta da un incendio nel nel 1921, dopo essere stata trafugata, nel 1797, dalle truppe napoleoniche e restituita nel 1801.
La Vergine che ammiriamo oggi, quindi, risale al 1922 ed è stata realizzata da Leopoldo Celani in legno di Cedro del Libano proveniente dai giardini del Vaticano.
La Santa Casa della Madonna di Loreto [ Loreto deriva da -1- laurus, pianta sacra ad Apollo il cui tempio era spesso circondato da boschetti di lauri o allori e le cui foglie ornavano il capo dei Poeti ( nell’antichità tale onore veniva concesso a -2- pochissimi ! o ai -3- vincitori ) ] la tradizione vuole sia stata trasportata dagli angeli sui movimentati colli delle Marche.
Ebbi fortuna alcuni anni or sono, quando visitai il santuario: la giornata era splendida e essendoci poche persone ebbi tutto il tempo necessario per poter visitare quella semplice costruzione. Un solo neo turbò quella piacevole visita: le piccole statue che erano alla base della costruzione stessa , erano state tutte decapitate ; queste, tutte eguali fra loro, hanno i piedi caprini e dovrebbero, quindi, rappresentare dei -4- fauni.
<< Virgo Paritura, vale a dire la terra prima della sua fecondazione e che i raggi del sole animeranno ben presto. E’ anche la madre degli Dei, come l’attesta una pietra di Die Matri Deum Magna Ideae……..é nella simbolica ermetica la terra primitiva, quella che l’artista deve scegliere per soggetto della sua grande opera >>
Fulcanelli, Il Mistero delle Cattedrali
Virgo Paritura, la Vergine che è sul punto di partorire, la tradizione popolare – vox populi, vox Dei – la soprannominò Nostra Signora di Sottoterra, riferendosi a quelle Vergini dalla pelle scura che venivano poste nelle cripte delle chiese molti secoli fa. Madonne nere in Italia si trovano a Cagliari, Crea del Monferrato, Crotone, Loreto, Lucca, Oropa, Pescasseroli, Rivoli, Roma, San Severo, Tindari, Venezia e così via ; in Francia ne sono state individuate ben novantasei.
La Vergine nera riporta a Myrionyme che, a sua volta , ricorda Myrion , "Maria" , la dea dai mille nomi : Cerere , Epona , Amaterasu , Ishtar , Artemide , Diana , Demetra ,Iside,Cibele, Gea, Mater Matuta, Bona Dea, Magna Mater, Persefone, Artemide.
<< L’ombra fresca e odorosa della chiesa accoglie il Pellegrino che con il cappello in mano,
dopo aver bagnato( nel testo trempé ) le punta delle dita della sua mano destra nella
merelle madreperlacea colma di acque lustrali unte dei raggi del sole e della luna,
si inginocchiò lungamente, tracciando sulla fronte, sul petto e sulle spalle, il segno della Croce.
……………………………………………………………………………………………………………….
Dopo le Saintes- Maries- de- la- Mer dove era andato a pregare e ringraziare le sorelle della Santissima
Vergine, così come la loro serva, Sara - la- Nera, Sara – la – Kali, Sara l’Egiziana; dopo la Cattedrale
Sante - Anne d’Apt dove si era lungamente raccolto sui resti della nonna del nostro dolcissimo Signore
Gesù Cristo, egli era arrivato ora nella buona città d’Aix, l’Acquae Sextiae romane, la città delle acque
guaritrici, ultima tappa del suo pellegrinaggio.
E’ qui che dimorava Nostra Signora della Speranza, un’ammirabile Vergine Nera di pietra, ai piedi della
quale era accucciato, fedele ,un cane.>>
“ La Pietra Nera,
Nostra signora del Caos,
Sant’Anna d’Alchimia! ” >>
Eugène Canseliet, prefazione a Sainte Anne d’Alchimie.
In questo sito si veda : L'eterno femminino,la Vergine Nera e i Fedeli d'Amore.
gdg
NOTE.
-1- Vi è una seconda tesi, la quale vuole che Loreto derivi da Loreta, nome delle proprietaria del fondo dove ha trovato collocazione la Santa Casa della Vergine. Mi chiedo : ma quale è l’etimologia di Loreta ?
-2- Va detto che l’alloro posto sul capo di Napoleone e di altri suoi pari, ad esempio, costituiva una turpitudine e se questa si aggiunge il fatto che il Bonaparte si fece incoronare imperatore ( secondo un antichissimo rituale, pare ) indossando l’ermellino, viene da chiedersi quante volte sarebbe dovuto morire dato che il motto dell’Ordine dell’Ermellino estintosi nel XVI° secolo, era: “ MALO MORI QUAM FOEDARI ” , “ VOGLIO MORIRE PIUTTOSTO CHE ESSERE MACCHIATO ”
.-3- “ Pretium laborum non vile ” così è commentata la seconda tavola di Sabine Stuart de Chevalier , Discours Philosophique suer les trois Principes, Animal, Végétal, Mineral , Paris M.DCC: LXXXI, dove un angelo pone sul capo già coronato di un cavaliere ( la cui spada è infissa nel corpo di Cerbero e dalla cui ferita fuoriescono numerosi serpentelli ), una tripla fronda d’alloro quale segno di imperitura vittoria.
-4- La Bona Dea, figlia di Faunus , i cui altari erano decorati con due grandi orecchie ( auris, in latino ) e con delle foglie di quercia, aveva il suo santuario nell’Aventino, in un bosco sacro.
(Si v edano anche le note di Guy Beatrice alla voce : La Pietra Filosofale ).
Maria,Iside,Ishtar.
Come Maria, Iside era chiamata “Regina del Cielo”, “Nostra Signora”, “Stella del Mare” e “madre di Dio”. L’adorazione di Iside era diffusa per tutto il mondo Greco-Romano, dall’Egitto alla Gran Bretagna, ed era molto popolare in Roma durante i primi secoli prima e dopo l’inizio dell’era Cristiana. Iside, che era chiamata Mari ed era adorata nel tempio Ebraico.
Il motivo della Vergine Madre era diffuso prima dell’era Cristiana, con i nomi “Meri”, “Mari” o “Maria”, che rappresentava il mare (Mer/Mar), che era governato dalla Regina del Cielo, la luna. La dea Egizia Iside, per esempio, era chiamata anche “Mata-Meri” (“Madre Maria”) o solo “Mari”. Come dice Walker, “Mari” era il “nome di base della Dea nota ai Caldei come Marratu, ai Giudei come Mara, ai Persiani come Maiham, ai Cristiani come Maria… I Semiti adoravano una combinazione androgina di Dea e Dio chiamato Mari-El (Maria-Dio), corrispondente all’Egizio Meri-Ra, che combinava il principio femminile dell’acqua col principio maschile del sole”.
Nei miti babilonesi la dea Ishtar , che equivale alle dee precedenti, discende agli Inferi per riportare in vita l'amato Tamuz . Sua sorella, Allatu, dea dei morti, la fa passare inviandole contro, però , ogni genere di spiriti malvagi. Mentre la dea si trova negli Inferi la terra isterilisce e non produce frutti, gli animali non procreano e tutto è desolazione e, di conseguenza, gli dei impongono che Ishtar ritorni alla vita. Suoi sono l’emblema lunare che spicca sul suo capo, la coppa nella mano destra e il loto nella mano sinistra .
Il culto di Ishtar si diffuse rapidamente in tutta l’area mediorientale con altri nomi : essa era Astarte a Canaan, Attar in Mesopotamia orientale; Athtar nell’Arabia Meridionale; Astar in Abissinia; Atargatis in Siria; Astarte in Grecia …
In tutte le varianti essa risultava essere la personificazione di quella forza della natura che dà la vita come Grande Madre : essa è l’”Argentea”, la “Produttrice di Semi”, la “Gravida”, la dea della fertilità, dalla quale proviene il potere della riproduzione e della crescita per i prodotti dei campi, per tutti gli animali e per l’uomo. E’ in quanto tale “Colei che Apre l’Utero” .
Ma Ishtar non solo è dispensatrice ma anche distruttrice. Risponde in tal modo al ciclo lunare con le sue fasi fra la luna piena e la luna nuova. Così anno dopo anno, anche Tammuz muore e rinasce.
gdg