La Cattedrale di Notre-Dame di Victor Hugo e la cabala fonetica o ermetica.
( Manoscritto originale di Victor Hugo )
La confusione regna sovrana in questo mondo di vaghezze e di involuzioni.
Quale cabala o kabbala ? Dove kabbala , in ebraico qabbālā, nulla ha a che fare con la cabala fonetica o cabala ermetica.
“Del resto, se il valore del Mistero delle Cattedrali dovesse essere giustificato , sarebbe largamente sufficiente segnalare che questo libro ha posto nuovamente in piena luce la cabala fonetica i cui principi e il cui uso erano caduti nel più totale oblio. Dopo questo insegnamento dettagliato e preciso, dopo le brevi considerazioni che abbiamo fatto a proposito del centauro, dell’uomo-cavallo di Plessis-Bourré, in Due Luoghi alchemici (Deux Logis alchimiques), non si dovrebbe più confondere la lingua matrice, l'energico idioma facilmente compreso anche se mai parlato , istinto o voce della natura come afferma Cyrano de Bergerac, con le trasposizioni, le inversioni, le sostituzioni e i calcoli tanto astrusi quanto arbitrari della Kabbala ebraica. Ecco perché è importante che si distinguano i due vocaboli , cabala e kabbala , per poterli usare a ragion veduta. Cabala deriva da καβάλλης , o dal latino caballus, cavallo; il secondo dall'ebraico kabbala che significa tradizione. Infine non si dovrà prendere pretesto dai sensi figurati, ampliati per analogia, per parlare di imbroglio, maneggio o intrigo, per rifiutare al sostantivo cabala, l'impiego che solo è capace di assicurare, e che Fulcanelli ha magistralmente confermato, ritrovando la chiave perduta della Gaia Scienza, della Lingua degli Dei o degli Uccelli. Quelle stesse che Jonathan Swift, singolare Decano di San Patrizio, conosceva a fondo e praticava a modo suo, con tanta scienza e virtuosismo “ Il Mistero delle Cattedrali , Prefazione alla seconda edizione di Eugène Canseliet . Savignies agosto1957
Ancora:
“ La kabbala ebraica non si occupa che della Bibbia ; essa è dunque strettamente limitata all’esegesi e alla ermeneutica sacre. La cabala ermetica si applica ai libri , ai testi e ai documenti delle scienze esoteriche dell’antichità , del medio evo e dei tempi moderni. Mentre la kabbala ebraica non è che un procedimento basato sulla decomposizione e spiegazione di ogni parola e di ogni lettera, la cabala ermetica , al contrario, è una vera e propria lingua. E poiché la grande maggioranza dei trattati didattici delle scienze antiche sono redatti con l’ausilio della cabala o che utilizzano questa lingua nei passaggi essenziali , la stessa grande Arte. come afferma Artephius ,è interamente cabalistica e il lettore non può nulla intendere se non è in possesso almeno dei primi rudimenti dell’idioma segreto.” Fulcanelli, Le Dimore Filosofali- Le guardie del corpo di Francesco II°-2 vol.
Può una qualsivoglia costruzione superare Notre-Dame di Parigi per ospitare l'alchimia ?
“ Secondo il parere dell’Adepto Fulcanelli è la stessa alchimia a ricevere l’investigatore sotto il portico centrale , detto anche del Giudizio, a Notre-Dame di Parigi. In un tondo a rilievo , risulta con tutta evidenza che in un cerchio posto sul pilastro mediano l’ alchimia è seduta e con la testa tocca le “ onde” del cielo.
[...]
La Regina del Cielo sta seduta e tiene con la destra, ritti sul suo avambraccio , i due libri di cui abbiamo parlato in un’altra occasione . Aggiungeremo che uno è chiuso , e simboleggia il soggetto grossolano, l’altro è aperto , e raffigura la medesima materia prima , dopo che questa ha subito la penetrazione dello spirito. ” Eugène Canseliet, L’ALCHIMIA spiegata sui suoi testi classici.
Victor Hugo pubblica Notre-Dame de Paris nel 1831, a soli ventinove anni. E’ il 6 gennaio del 1482. Quasimodo viene eletto papa dei folli poiché, con le sue deformità , ebbe facile gioco nella gara delle smorfie. Quasimodo è il campanaro di Notre-Dame di Parigi più aduso a frequentare le gargoyles della cattedrale che l’umana gente poiché da questa è reietto . La seducente Esmeralda danza sinuosa nella piazza di Notre -Dame fomentando , in tal modo, le bramose voglie del turpe arcidiacono Frollo . Esmeralda troverà nel capitano delle guardie Phoebus de Châteaupers un prode difensore e il suo grande amore ( dal capitano , tombeur-de-femmes , non corrisposto ) . In questo capolavoro la tragedia è alle porte e Victor Hugo ne fa un uso magistrale.
“ Non conviene perdere il beneficio della nostra cabala occidentale , della quale possiamo prenderne ad esempio l’applicazione che è stata fatta nell’ appassionante romanzo di Victor Hugo in Notre-Dame de Paris .
[... ]
L’influenza di Fabre d’Olivet , che era un grande amico dello scrittore geniale, appare evidente quale fonte di ispirazione del canovaccio ermetico di questo capolavoro. Salta agli occhi la personalità di Esmeralda , che richiamando con il suo nome lo Smeraldo , colpisce il discepolo della Scienza. Lo smeraldo dei saggi o vetriolo filosofico , che nato dal sole ,ne è attratto: per questo motivo la danzatrice bohémienne è fortemente attirata dal bel cavaliere * Febo , mentre il falso alchimista che lavora sull’oro e che si chiama Claudio Frollo ne è un angariatore. Claudio proviene dal latino chiudere e Frollo è semplicemente l’anagramma di : l’or fol. Non dimentichiamo che i migliori autori ripetono fino alla nausea che il metallo giallo e prezioso , in nessuna maniera, fa parte della Pietra Filosofale , poiché avendo raggiunto l’inalterabilità , l’oro non è più perfettibile. Può essere portata allo stesso stato sublime una sola materia bruta e diseredata . A questa evoluzione l’Arte , aiutando la Natura, può dare l’avvio e condurre a buon fine attraverso la sublimazione che non ha nessun punto in comune con l’operazione ordinaria effettuata dai chimici .” Eugène Canseliet, L’Alchimia. Atlantis-n.291 -1977
“ Non si può dubitare del carattere di universalità della cabala fonetica della quale , ne dà una spiegazione particolarmente bella, frutto di una profonda meditazione , Christian Rosencreuz , il primo giorno delle sue << nozze chimiche>> :
<< Ella aveva , nella sua mano destra, una tromba d’oro il cui nome il celebre rosa-croce non doveva rivelare; nella mano sinistra un grosso pacchetto di lettere scritte in tutte le lingue >> Eugène Canseliet ,Due Luoghi Alchemici
In altre parti del suo enciclopedico lavoro sull’ alchimia , Eugène Canseliet ci offre generose indicazioni per approfondire lo studio cabalistico del monumentale romanzo di Victor Hugo . Assordante il nome della giovane fidanzata di Phoebus de Châteaupers : Fleur-de-Lys .
“ Quanto a le fleur de lys , esso è esattamente il simbolo dell’arte reale, perché mostra, nella sua metà, la punta che fa scaturire l’onda viva e pura dalla roccia. Al primo capitolo delle sue Mémoires, particolarmente impregnate di ermetismo che ne ha tessuto la trama e che traspare chiaramente, Frédéric Mistral propone questa nota interessante :
<< I fleurs de lis d’oro, stemmi di Francia e di Provenza, che brillano su fondo azzurro,non erano altro che fiori di gladiolo ( glais ): “ fleur de lis “ viene da “ fleur d’iris” poiché il gladiolo è un iris , e l’azzurro del blasone rappresenta l’acqua dove cresce il gladiolo.>>
Le ** félibre conferma dunque l’idea dell’acqua e del mercurio , che sveglia le fleur de lys , e che sostiene, dal punto di vista della cabala, la sorgente fonetica e iniziale : Glai e glaieul. Vocaboli che incontestabilmente provengono dal greco γλαιόϛ , glaios, eolico, γλοιός , gloios,humore vichioso,fango ( boue ). Noi troviamo nell’antico francese che il sostantivo glaie designa il fango.
Evidentemente , anche l’etimologia latina ha un suo significato di cui ai celebri lessicografi Emile Littré, Auguste Brachet et Jean Scheler:
Gladius, gladiolus- glaive ( falcione, arma in asta ) o spada, piccolo glaive o piccola spada.
La cabala greca e latina si completano per spiegare compiutamente il simbolismo della fleur de lys.>> Eugène Canseliet , Due Luoghi Alchemici, Cap. : La via corta o secca.
gdg
* Fèbo, epiteto del dio Apollo (lat. Phoebus, gr. Φοῖβος), che nella letteratura e nella poesia romana è assunto a indicare anche il Sole considerato quale divinità e identificato col dio stesso.
**Félibre ‹felìbr› s. m., fr. [provenz. felibre, parola di etimo incerto, trovata da F. Mistral in un componimento religioso popolare del Mezzogiorno della Francia – designante, sembra, i dottori che disputarono con Gesù nel tempio – e da lui intesa come derivata dal lat.tardo fellebris «lattante» (der. di fellare «succhiare il latte») e riferita ai poeti in quanto succhiano il latte delle Muse] (pl. félibres). Enciclopedia Treccani
Victor Hugo pubblica Notre-Dame de Paris nel 1831, a soli ventinove anni. E’ il 6 gennaio del 1482. Quasimodo viene eletto papa dei folli poiché, con le sue deformità , ebbe facile gioco nella gara delle smorfie. Quasimodo è il campanaro di Notre-Dame di Parigi più aduso a frequentare le gargoyles della cattedrale che l’umana gente poiché da questa è reietto . La seducente Esmeralda danza sinuosa nella piazza di Notre -Dame fomentando , in tal modo, le bramose voglie del turpe arcidiacono Frollo . Esmeralda troverà nel capitano delle guardie Phoebus de Châteaupers un prode difensore e il suo grande amore ( dal capitano , tombeur-de-femmes , non corrisposto ) . In questo capolavoro la tragedia è alle porte e Victor Hugo ne fa un uso magistrale.
“ Non conviene perdere il beneficio della nostra cabala occidentale , della quale possiamo prenderne ad esempio l’applicazione che è stata fatta nell’ appassionante romanzo di Victor Hugo in Notre-Dame de Paris .
[... ]
L’influenza di Fabre d’Olivet , che era un grande amico dello scrittore geniale, appare evidente quale fonte di ispirazione del canovaccio ermetico di questo capolavoro. Salta agli occhi la personalità di Esmeralda , che richiamando con il suo nome lo Smeraldo , colpisce il discepolo della Scienza. Lo smeraldo dei saggi o vetriolo filosofico , che nato dal sole ,ne è attratto: per questo motivo la danzatrice bohémienne è fortemente attirata dal bel cavaliere * Febo , mentre il falso alchimista che lavora sull’oro e che si chiama Claudio Frollo ne è un angariatore. Claudio proviene dal latino chiudere e Frollo è semplicemente l’anagramma di : l’or fol. Non dimentichiamo che i migliori autori ripetono fino alla nausea che il metallo giallo e prezioso , in nessuna maniera, fa parte della Pietra Filosofale , poiché avendo raggiunto l’inalterabilità , l’oro non è più perfettibile. Può essere portata allo stesso stato sublime una sola materia bruta e diseredata . A questa evoluzione l’Arte , aiutando la Natura, può dare l’avvio e condurre a buon fine attraverso la sublimazione che non ha nessun punto in comune con l’operazione ordinaria effettuata dai chimici .” Eugène Canseliet, L’Alchimia. Atlantis-n.291 -1977
“ Non si può dubitare del carattere di universalità della cabala fonetica della quale , ne dà una spiegazione particolarmente bella, frutto di una profonda meditazione , Christian Rosencreuz , il primo giorno delle sue << nozze chimiche>> :
<< Ella aveva , nella sua mano destra, una tromba d’oro il cui nome il celebre rosa-croce non doveva rivelare; nella mano sinistra un grosso pacchetto di lettere scritte in tutte le lingue >> Eugène Canseliet ,Due Luoghi Alchemici
In altre parti del suo enciclopedico lavoro sull’ alchimia , Eugène Canseliet ci offre generose indicazioni per approfondire lo studio cabalistico del monumentale romanzo di Victor Hugo . Assordante il nome della giovane fidanzata di Phoebus de Châteaupers : Fleur-de-Lys .
“ Quanto a le fleur de lys , esso è esattamente il simbolo dell’arte reale, perché mostra, nella sua metà, la punta che fa scaturire l’onda viva e pura dalla roccia. Al primo capitolo delle sue Mémoires, particolarmente impregnate di ermetismo che ne ha tessuto la trama e che traspare chiaramente, Frédéric Mistral propone questa nota interessante :
<< I fleurs de lis d’oro, stemmi di Francia e di Provenza, che brillano su fondo azzurro,non erano altro che fiori di gladiolo ( glais ): “ fleur de lis “ viene da “ fleur d’iris” poiché il gladiolo è un iris , e l’azzurro del blasone rappresenta l’acqua dove cresce il gladiolo.>>
Le ** félibre conferma dunque l’idea dell’acqua e del mercurio , che sveglia le fleur de lys , e che sostiene, dal punto di vista della cabala, la sorgente fonetica e iniziale : Glai e glaieul. Vocaboli che incontestabilmente provengono dal greco γλαιόϛ , glaios, eolico, γλοιός , gloios,humore vichioso,fango ( boue ). Noi troviamo nell’antico francese che il sostantivo glaie designa il fango.
Evidentemente , anche l’etimologia latina ha un suo significato di cui ai celebri lessicografi Emile Littré, Auguste Brachet et Jean Scheler:
Gladius, gladiolus- glaive ( falcione, arma in asta ) o spada, piccolo glaive o piccola spada.
La cabala greca e latina si completano per spiegare compiutamente il simbolismo della fleur de lys.>> Eugène Canseliet , Due Luoghi Alchemici, Cap. : La via corta o secca.
gdg
* Fèbo, epiteto del dio Apollo (lat. Phoebus, gr. Φοῖβος), che nella letteratura e nella poesia romana è assunto a indicare anche il Sole considerato quale divinità e identificato col dio stesso.
**Félibre ‹felìbr› s. m., fr. [provenz. felibre, parola di etimo incerto, trovata da F. Mistral in un componimento religioso popolare del Mezzogiorno della Francia – designante, sembra, i dottori che disputarono con Gesù nel tempio – e da lui intesa come derivata dal lat.tardo fellebris «lattante» (der. di fellare «succhiare il latte») e riferita ai poeti in quanto succhiano il latte delle Muse] (pl. félibres). Enciclopedia Treccani