Serafina. Una fiaba alchemica ?
L’Alchimia soffre di una villania persistente e , in questo caso , patologica . In un dirupato vallo di clichés, Gratianus accovona di plebeismo questa nobile Arte. Cosa fare “per lo quale ella potesse fuggire che villania fatta non le fosse ? ” Invitare Gratianus ad astenersi dall’ imbrattare l’Alchimia e , con essa , la lingua italiana.
Serafina, il cane parlante e la civetta ciarliera erano attesi da una colonia di corvi "con un'aria di aspettazione supplichevole " sembra di capire.
Si legge a pag.15 :“Furono accolti da centinaia di gracchi rauchi e striduli che esprimevano la gioia e l’entusiasmo di chi non vede da tempo un caro amico ”.
I corvi si sono trasmutati in gracchi , uccelli della famiglia dei Corvidi e degli Itteridi ? Celebre il gracchio alpino che un amante della montagna come Gratianus dovrebbe conoscere ! O forse era meglio aggiungere , per rispetto della lingua italiana , una vocale? Gracchii magari, seppure rauchi e striduli nello stesso tempo ? Come coniugare un suono rauco ( raucus, ravis<< raucedine>> ) con un suono stridulo quindi acuto, aspro e penetrante ? Potenza dell’almanaccare di Gratianus! Gracchii che “ esprimevano gioia e entusiasmo ”dove entusiasmo così viene definito dal dizionario Treccani : “ sentimento intenso di gioia ” . Forse l’intensità della gioia si palesava in maniera alterna fra i corvi ? Magari al suon di un piffero fatato ? Piffero capace di trasmutare Serafina nell’ “amico ” Serafino tanto caro a Celentano?
L’etimologia di Serafina deriva da Serăphīm e Serăphīn, gr. Σεραϕίμ, dall’ebr. śĕrāfīn, plur., letteralm. «ardenti» (der. del verbo sāraf «ardere») i serafini sono gli angeli che costituiscono il coro più alto della prima gerarchia. Enciclopedia Treccani
Questi “fochi pii” cosa ci azzeccano ( c’azzeccano è irrimediabilmente sbagliato! Corriere della Sera docet ) nella favola alchemica poiché , come è sua abitudine, non tiene in nessun conto la storia della parola, il suo etimo , ovvero l’etimologia parte aristocratica della linguistica.
Il pasticciaccio di Gratianus sul fuoco segreto degli alchimisti a pag.22 è paragonabile al “ frastuono incredibile dei grugniti dei cinghiali ”( quale lessico ricco e nobile e quale melodicità e modulazione dei toni ! ) di cui a pagina 18 di questa fiaba per grulli.
Del fuoco segreto , fulcro dei lavori alchemici, ne hanno parlato Fulcanelli, Eugène Canseliet, Paolo Lucarelli, Pontano, Artefio e molti altri Maestri che non condividono l’opinione del paltoniere Gratianus.
Alle cianciafruscole di Gratianus si possono anteporre le parole dell'unico discepolo di Fulcanelli che ci intrattiene sul fuoco segreto : “ ......... questo uomo uccide un cinghiale così come testimoniano le orecchie corte e dritte dell’animale e il suo pelo ritto nella cresta posta sul dorso………E’ con una ascia che l’uomo colpisce violentemente il pachiderma terrorizzato ed è utile notare che questo strumento di ferro era, presso gli antichi filosofi, il simbolo del loro fuoco segreto. Secondo i mitologi era un cinghiale l’animale sacrificato a Diana , ovvero alla Luna. Forse si può trovare la ragione nel fatto che questo animale stabilisce la sua tana in luoghi umidi e bui quali condizioni imprescindibili per partorire . Tutti sono d’accordo nell’ attribuire al cinghiale l’ etimologia latina singularis perché questo animale condurrebbe una vita solitaria ,cosa assolutamente non vera!……Dal punto di vista filosofico e filologico il greco è più soddisfacente : cinghiale si avvicina per l’assonanza e l’ortografia al vocabolo Zankle che vuol dire falce , piuttosto che al latino singularis. E la falce non ha la forma del croissant ( crescente ) posto sulla fronte di Diana e sotto i piedi della replica cristiana , la Vergine Maria ?
Ecco dunque perché l’immolazione dei cinghiali alla sorella di Apollo trova la giusta collocazione e prende tutto il suo significato fra gli emblemi ermetici offerti dagli stalli della cattedrale ”
Eugène Canseliet , Les ècoincons des stalles de la cathedrale Saint-Pierre de Poitiers et leur interprétation alchimique .
A pag.30 della fiaba per grulli , preso da un invincibile tedio, ho deciso di non proseguire nella lettura. Ho voluto dare , comunque, un’occhiata alla bibliografia . Alchimisti citati ( una sola volta ): Paolo Lucarelli , autore dello splendido libro Studi alchemici e massonici di un grande alchimista del nostro tempo edito sempre da Mimesis , e Eugène Canseliet.
Gratianus é in pole position con 3 autocitazioni !
Ubi maior minor cessat !
Serafina, il cane parlante e la civetta ciarliera erano attesi da una colonia di corvi "con un'aria di aspettazione supplichevole " sembra di capire.
Si legge a pag.15 :“Furono accolti da centinaia di gracchi rauchi e striduli che esprimevano la gioia e l’entusiasmo di chi non vede da tempo un caro amico ”.
I corvi si sono trasmutati in gracchi , uccelli della famiglia dei Corvidi e degli Itteridi ? Celebre il gracchio alpino che un amante della montagna come Gratianus dovrebbe conoscere ! O forse era meglio aggiungere , per rispetto della lingua italiana , una vocale? Gracchii magari, seppure rauchi e striduli nello stesso tempo ? Come coniugare un suono rauco ( raucus, ravis<< raucedine>> ) con un suono stridulo quindi acuto, aspro e penetrante ? Potenza dell’almanaccare di Gratianus! Gracchii che “ esprimevano gioia e entusiasmo ”dove entusiasmo così viene definito dal dizionario Treccani : “ sentimento intenso di gioia ” . Forse l’intensità della gioia si palesava in maniera alterna fra i corvi ? Magari al suon di un piffero fatato ? Piffero capace di trasmutare Serafina nell’ “amico ” Serafino tanto caro a Celentano?
L’etimologia di Serafina deriva da Serăphīm e Serăphīn, gr. Σεραϕίμ, dall’ebr. śĕrāfīn, plur., letteralm. «ardenti» (der. del verbo sāraf «ardere») i serafini sono gli angeli che costituiscono il coro più alto della prima gerarchia. Enciclopedia Treccani
Questi “fochi pii” cosa ci azzeccano ( c’azzeccano è irrimediabilmente sbagliato! Corriere della Sera docet ) nella favola alchemica poiché , come è sua abitudine, non tiene in nessun conto la storia della parola, il suo etimo , ovvero l’etimologia parte aristocratica della linguistica.
Il pasticciaccio di Gratianus sul fuoco segreto degli alchimisti a pag.22 è paragonabile al “ frastuono incredibile dei grugniti dei cinghiali ”( quale lessico ricco e nobile e quale melodicità e modulazione dei toni ! ) di cui a pagina 18 di questa fiaba per grulli.
Del fuoco segreto , fulcro dei lavori alchemici, ne hanno parlato Fulcanelli, Eugène Canseliet, Paolo Lucarelli, Pontano, Artefio e molti altri Maestri che non condividono l’opinione del paltoniere Gratianus.
Alle cianciafruscole di Gratianus si possono anteporre le parole dell'unico discepolo di Fulcanelli che ci intrattiene sul fuoco segreto : “ ......... questo uomo uccide un cinghiale così come testimoniano le orecchie corte e dritte dell’animale e il suo pelo ritto nella cresta posta sul dorso………E’ con una ascia che l’uomo colpisce violentemente il pachiderma terrorizzato ed è utile notare che questo strumento di ferro era, presso gli antichi filosofi, il simbolo del loro fuoco segreto. Secondo i mitologi era un cinghiale l’animale sacrificato a Diana , ovvero alla Luna. Forse si può trovare la ragione nel fatto che questo animale stabilisce la sua tana in luoghi umidi e bui quali condizioni imprescindibili per partorire . Tutti sono d’accordo nell’ attribuire al cinghiale l’ etimologia latina singularis perché questo animale condurrebbe una vita solitaria ,cosa assolutamente non vera!……Dal punto di vista filosofico e filologico il greco è più soddisfacente : cinghiale si avvicina per l’assonanza e l’ortografia al vocabolo Zankle che vuol dire falce , piuttosto che al latino singularis. E la falce non ha la forma del croissant ( crescente ) posto sulla fronte di Diana e sotto i piedi della replica cristiana , la Vergine Maria ?
Ecco dunque perché l’immolazione dei cinghiali alla sorella di Apollo trova la giusta collocazione e prende tutto il suo significato fra gli emblemi ermetici offerti dagli stalli della cattedrale ”
Eugène Canseliet , Les ècoincons des stalles de la cathedrale Saint-Pierre de Poitiers et leur interprétation alchimique .
A pag.30 della fiaba per grulli , preso da un invincibile tedio, ho deciso di non proseguire nella lettura. Ho voluto dare , comunque, un’occhiata alla bibliografia . Alchimisti citati ( una sola volta ): Paolo Lucarelli , autore dello splendido libro Studi alchemici e massonici di un grande alchimista del nostro tempo edito sempre da Mimesis , e Eugène Canseliet.
Gratianus é in pole position con 3 autocitazioni !
Ubi maior minor cessat !
gdg