CRETA E IL PALAZZO DI CNOSSO .
Certo l’isola non appare a prima vista, così ospitale e idilliaca come sarebbe tentato di pensare chi del mediterraneo orientale abbia un’immagine stereotipata. Dal porto di Candia ( Iraklion ) procedendo verso Cnosso, ci si rende subito conto che le zone a coltura sono relativamente poco estese a causa di una idrografia povera; l’erba é secca e dura, qualche pianta aromatica, rari i boschetti di lecci e olivi selvatici, un pò più diffuse le macchie di mirto e alloro, mentre da nord spirano i forti venti etesii. Creta appare come un grosso pachiderma grigio e monotono, assopito nel mare e il dorso del monte Ida, la sua spina dorsale.
<< Allora Anchise degli avi antichi rievocando i detti:
“ Udite,- esclama,- o prodi, dove volge dovete le speranze! In mezzo al mare,
isola del gran Giove, Creta giace,
col monte Ideo di nostra stirpe culla……
Di[1] Cìbele la dea, la Grande Madre
indi a noi venne, e il bronzo coribante;
indi la selva idea, indi nei riti
il pio silenzio e le aggiogate belve
che con il carro trassero la dea .
Rese ciò detto le dovute [2] offerte
sopra gli altari: al dio Nettuno un toro
ed uno a te, fulgido Apollo: quindi
una di nero vello alla [3]Tempesta
e bianca agnella ai Zèfiri sereni” >>.
Eneide, III,158-184; v.p. di Adriano Bacchelli
Da lì a poco però, “ dal corrotto cielo venne alle membra un morbo miserevole ”, la peste.
Che isola dunque è questa dove si formano i fiumi infernali come lo stesso Cocito nel quale sono immersi i traditori e << lo ‘mperador del doloroso regno >> Lucifero che tradì la fiducia in lui riposta da Dio ? Quale acqua è questa, che di goccia in goccia stilla lagrime e si “ congela” come ceppi eterni, intorno a colui che fu precipitato dall’Arcangelo Michele nell’inferno? Eppure un tempo essa sembra essere stata, come ricordano Omero ( “ Bella e feconda sovra il negro mare / giace una terra che s’appella Creta, / dalle salse onde d’ogni parte attinta./ Gli abitanti son numerosi, e novata / contien cittadi, e la favella è mista./ Poiché vi son gli Achei……/ i Cretesi……../ i Dori……e i Pelasgi.”.Odissea, XIX, 173-180 ) e lo stesso Dante, “ sotto il cui rege fu già il mondo ( e non solo Creta ) casto”, bella e ferace fino a quando [4] “ Cruerat opprobium generis foedumque patebat / matris adulterium mostri nouitate biformis ”. Ovidio, Le Metamorfosi, VIII. Il palazzo di Cnosso è proprio come lo descrive Jacques de Lacretelle in Le demi-dieu, : asimmetrico e disarmonico in confronto ai templi greci; non esistono porte monumentali, né grandi scalinate, né colonnati imponenti. Lasciate alla propria destra la Corte occidentale e la sala di lustrazione, si accede al portico a pilastri e quindi attraverso un passaggio, alla Corte Centrale: tutt’intorno, un ginepraio di stanze. Di grande valore l’intuizione del Santarcangeli: “ ………queste costruzioni sono orientate, anziché verso l’esterno e l’alto, verso l’interno e il basso, verso le profondità della terra. Così la sala del trono del Minos è chiaramente la riproduzione di una caverna sacrale…. Ma proprio le sale più importanti, quelle delle cerimonie…vogliono riprodurre come a noi pare, la struttura e l’atmosfera di una caverna….……Ai lati del palazzo si apre finalmente, una grande area scoperta……Serviva probabilmente agli spettacoli, e in particolare ai taurobolia o alle taurocatapsie……”.
Nel palazzo di Cnosso l’aspetto originario era conservato tramite una grotta artificiale, i cui resti sono stati trovati dagli archeologi in quell’edificio dalla struttura labirintica. Di particolare interesse, ad ovest della Corte Centrale, la stanza dei serpenti sacri: “ Nelle viscere della Terra Madre, i Cretesi onoravano le potenze oscure……..Le caverne dell’isola, con i loro dedali, i loro echi, ……costituivano le porte di un mondo trascendentale e spaventoso” ( Samivel ) senza con questo cadere in abbagli clamorosi come , ad esempio, considerare i cretesi degli “ uomini delle caverne ” ( ??), o come sostengono altri, che il culto delle forze ctonie fosse attribuibile alla …..attività sismica ( da qui ad affermare che i serpenti strisciando ricordano il moto ….ondulatorio dei terremoti, il passo è breve ), il tutto in un quadro apodittico, che vede il XIX° secolo a.C., cornice di un mondo di sciamani a capo di costernati aborigeni ( ?? ).
Minosse figlio di Europa e di Zeus metamorfico, dopo la morte del patrigno Asterio, avanzò pretese sul trono di Creta a scapito dei fratelli Radamante e Sarpedone. A sostegno delle sue richieste affermò che gli dei erano dalla sua parte e che avrebbero esaudito ogni sua richiesta. Consacrato un’altare a Poseidone e fatti i preparativi, implorò gli dei affinché un toro emergesse dal mare e ….. così fu, perché un abbagliante, candido toro spuntò dalle onde e nuotò sino alla riva. Ma l’animale era così bello che Minosse pensò di sostituirlo per il sacrificio con un’ altro appartenente alle proprie mandrie. Minosse, diventato re perché i cretesi ritennero legittime le sue richieste, sposò Pasifae, alias Perseide, figlia di Elio e della ninfa Creta. A questo punto intervenne Poseidone il quale, offeso per il raggiro di Minosse, fece innamorare la moglie di lui del toro sottratto al sacrificio. Dedalo non osteggiò siffatta , insana passione e fece sì, con uno stratagemma, che Pasifae e il toro si unissero nei pressi di Gortina: dalla loro unione nacque il Minotauro, dalla testa di toro e il corpo di in uomo. Minosse, trovandosi fra le braccia il mostruoso figlio di Pasifae, consultò un’oracolo che gli consigliò di rivolgersi a Dedalo: così fu costruito un inestricabile labirinto a Cnosso per occultarvi il Minotauro e Pasifae. A quest’ultima però, quale divinità lunare, furono attribuiti molti altri figli aventi per lo più carattere solare, come gli eroi Cidone, Glauco, Androgeo, Ammone, Catreo e due sole figlie, Fedra e finalmente, Arianna.
A seguito della morte di Androgeo causata dalla gelosia del re Egeo , Minosse impose agli ateniesi che ogni nove anni, sette fanciulle e sette fanciulli fossero inviati nel labirinto per esservi divorati dal Minotauro. Stava scadendo il termine per inviare al martirio già per la terza volta, quattordici virgulti ateniesi quando Teseo presente in città commosso dalla profonda afflizione degli indigeni si unì a questi volontariamente a patto però che, se fosse riuscito ad abbattere il Minotauro, non sarebbe più stato necessario pagare tale tributo. Grazie all’aiuto di Arianna, fortemente attratta da Teseo, in possesso di un gomitolo magico donatole da Dedalo, l’eroe impavido riuscì non solo a raggiungere il Minotauro e a ucciderlo, ma anche a ritrovare l’uscita dell’ intricato labirinto.
Certo non la tauromachia dei giorni nostri, che vede nelle arene, mettere in bella mostra filari di mutande ( tutte vezzosamente guarnite di pizzo ), appartenenti a donne di ogni età, affilate o atticciate ( alcuni di questi indumenti intimi infatti, al minimo spirare di vento si spiegano come vele ) in una indegna gazzarra per una rammemorazione che affonda, indubitabilmente, le sue radici nella notte dei tempi : una morte tragica, “ rituale ” attende uno dei contendenti nell’arena,nel ludibrio generale !
La caverna ( antrum, specum ) costituisce indubitabilmente l’epicentro di questo proliferare di racconti mitologici [ va ricordata anche la celeberrima grotta di [5]Caco; la grotta dei mitrei che tanto affascina gli appassionati d’arte, meno conosciuta poi, quella di Egeria dalla sacra fonte presso la porta Capena; particolarmente nascosta quella di[6] Fauno e di Pico; di notevoli dimensioni, infine, quella del ciclope antropofago Polifemo ]. La grotta dunque, quale parte lunare del palazzo di Cnosso ( su questa definizione concordano sorprendentemente, la maggioranza degli studiosi “ laici ” ) sotterranea, occulta, segreta il cui accesso era riservato ai soli iniziati; mentre la parte solare era accessibile a tutti . Quella stessa caverna possiamo dire , che riporta con buona approssimazione alla cripta delle cattedrali gotiche e alla Madonna nera che vi alberga come insegna Fulcanelli ?
gdg
NOTE
[1] Cibele il cui carro era trainato da leoni, era conosciuta anche quale Afrodite frigia del monte Ida, ed era venerata come ape regina. Anchise dopo le nozze con la “ dea della Vita e della Morte ”, fu colpito da una folgore rituale. Anchise secondo Robert Graves, era sinonimo di Adone e inoltre, : “Anchise ci fa identificare Afrodite con Iside, moglie di Osiride ”.
Afrodite come dea della Vita e della Morte, ebbe molti appellativi che paiono contrastare con la fama di dea bella e compiacente e che sono consentanei con l’isola di Creta: Melenide ( la nera ) , Scotia( l’oscura ) dove scotia [ scotos ] in greco = oscurità, tenebre, nascondimento, ombra , Androfone ( omicida ), Epitimbria ( “delle tombe” ), la maggiore delle Moire e infine, sorella delle Erinni.
[2] Vorrei caro lettore, spezzare una lancia a favore di questi sacrifici orrifici ,……se interpretati alla lettera. Tali sacrifici a mio avviso, potrebbero essere letti come………… “fiabe apologo- mitologiche”, per evitare che il possibile smarrimento nel labirinto della Mitologia ( che credo abbia colpito inizialmente, tutti coloro che se ne sono occupati con una certa continuità ), suggerisca a qualche inesperto barcaiolo, che la leggenda del Minotauro sia dovuta “ all’uso consolidato di effettuare sacrifici umani..?? “ Sic.
[3] Nessun nesso apparente con i suddetti versi dell’Eneide, sembra esserci con il celebre quadro “La Tempesta” del Giorgione, conservato nelle Gallerie dell’Accademia a Venezia; eppure la giovane nutrice di un neonato ivi rappresentata , ovverosia la Grande Madre, la Terra riconducono a Cibele ; mentre resta da definire quel cielo gonfio di nubi e della sua possibile “ congiunzione” con la terra, attraverso la pioggia e il guizzare dei lampi. NdA
[4]“ Ma cresceva la vergogna della stirpe; per l’inaudito mostro biforme si appalesava l’adulterio di colei che lo aveva generato”
[5] “ Là s’addentrava enorme una spelonca ,/ tenebrosa dimora al sol negata,/ di Caco, mostro di bestiale aspetto,/ ove di sangue il suol sempre fumava/ e sulle porte orribili le teste/ pendean col volto squallido di tabe/. Era suo padre Efesto, ed il suo fuoco / dalla bocca soffiando, gigantesco, / rapinando e uccidendo ovunque andava.” Eneide, VIII,268-276. Sembra proprio che in ogni contrada oggi, Caco ( cacos = cattivo ) domini incontrastato, mentre di Alcide “ l’eroe vendicatore “ non si ha più notizia .NdA
[6]La caverna di Fauno e Pico, era conosciuta solo per questi versi d’Ovidio: “ Lucus Aventino suberat niger ilicis umbra/ Quo posses viso dicere, numen adest./ In medio gramen, muscoque adoperta virenti. / Manabat saxovena perennis aquae. ” .
Winckelmann ha trovato nella raccolta dei disegni del commendatore Dal Pozzo, una testa di satiro, la quale era sopra una medaglia rotonda di bronzo, al cui rovescio leggevasi l’iscrizione: DRIMOGS KAIANORA FILOMENI ( noi amiamo i boschi e le caverne ).
Certo l’isola non appare a prima vista, così ospitale e idilliaca come sarebbe tentato di pensare chi del mediterraneo orientale abbia un’immagine stereotipata. Dal porto di Candia ( Iraklion ) procedendo verso Cnosso, ci si rende subito conto che le zone a coltura sono relativamente poco estese a causa di una idrografia povera; l’erba é secca e dura, qualche pianta aromatica, rari i boschetti di lecci e olivi selvatici, un pò più diffuse le macchie di mirto e alloro, mentre da nord spirano i forti venti etesii. Creta appare come un grosso pachiderma grigio e monotono, assopito nel mare e il dorso del monte Ida, la sua spina dorsale.
<< Allora Anchise degli avi antichi rievocando i detti:
“ Udite,- esclama,- o prodi, dove volge dovete le speranze! In mezzo al mare,
isola del gran Giove, Creta giace,
col monte Ideo di nostra stirpe culla……
Di[1] Cìbele la dea, la Grande Madre
indi a noi venne, e il bronzo coribante;
indi la selva idea, indi nei riti
il pio silenzio e le aggiogate belve
che con il carro trassero la dea .
Rese ciò detto le dovute [2] offerte
sopra gli altari: al dio Nettuno un toro
ed uno a te, fulgido Apollo: quindi
una di nero vello alla [3]Tempesta
e bianca agnella ai Zèfiri sereni” >>.
Eneide, III,158-184; v.p. di Adriano Bacchelli
Da lì a poco però, “ dal corrotto cielo venne alle membra un morbo miserevole ”, la peste.
Che isola dunque è questa dove si formano i fiumi infernali come lo stesso Cocito nel quale sono immersi i traditori e << lo ‘mperador del doloroso regno >> Lucifero che tradì la fiducia in lui riposta da Dio ? Quale acqua è questa, che di goccia in goccia stilla lagrime e si “ congela” come ceppi eterni, intorno a colui che fu precipitato dall’Arcangelo Michele nell’inferno? Eppure un tempo essa sembra essere stata, come ricordano Omero ( “ Bella e feconda sovra il negro mare / giace una terra che s’appella Creta, / dalle salse onde d’ogni parte attinta./ Gli abitanti son numerosi, e novata / contien cittadi, e la favella è mista./ Poiché vi son gli Achei……/ i Cretesi……../ i Dori……e i Pelasgi.”.Odissea, XIX, 173-180 ) e lo stesso Dante, “ sotto il cui rege fu già il mondo ( e non solo Creta ) casto”, bella e ferace fino a quando [4] “ Cruerat opprobium generis foedumque patebat / matris adulterium mostri nouitate biformis ”. Ovidio, Le Metamorfosi, VIII. Il palazzo di Cnosso è proprio come lo descrive Jacques de Lacretelle in Le demi-dieu, : asimmetrico e disarmonico in confronto ai templi greci; non esistono porte monumentali, né grandi scalinate, né colonnati imponenti. Lasciate alla propria destra la Corte occidentale e la sala di lustrazione, si accede al portico a pilastri e quindi attraverso un passaggio, alla Corte Centrale: tutt’intorno, un ginepraio di stanze. Di grande valore l’intuizione del Santarcangeli: “ ………queste costruzioni sono orientate, anziché verso l’esterno e l’alto, verso l’interno e il basso, verso le profondità della terra. Così la sala del trono del Minos è chiaramente la riproduzione di una caverna sacrale…. Ma proprio le sale più importanti, quelle delle cerimonie…vogliono riprodurre come a noi pare, la struttura e l’atmosfera di una caverna….……Ai lati del palazzo si apre finalmente, una grande area scoperta……Serviva probabilmente agli spettacoli, e in particolare ai taurobolia o alle taurocatapsie……”.
Nel palazzo di Cnosso l’aspetto originario era conservato tramite una grotta artificiale, i cui resti sono stati trovati dagli archeologi in quell’edificio dalla struttura labirintica. Di particolare interesse, ad ovest della Corte Centrale, la stanza dei serpenti sacri: “ Nelle viscere della Terra Madre, i Cretesi onoravano le potenze oscure……..Le caverne dell’isola, con i loro dedali, i loro echi, ……costituivano le porte di un mondo trascendentale e spaventoso” ( Samivel ) senza con questo cadere in abbagli clamorosi come , ad esempio, considerare i cretesi degli “ uomini delle caverne ” ( ??), o come sostengono altri, che il culto delle forze ctonie fosse attribuibile alla …..attività sismica ( da qui ad affermare che i serpenti strisciando ricordano il moto ….ondulatorio dei terremoti, il passo è breve ), il tutto in un quadro apodittico, che vede il XIX° secolo a.C., cornice di un mondo di sciamani a capo di costernati aborigeni ( ?? ).
Minosse figlio di Europa e di Zeus metamorfico, dopo la morte del patrigno Asterio, avanzò pretese sul trono di Creta a scapito dei fratelli Radamante e Sarpedone. A sostegno delle sue richieste affermò che gli dei erano dalla sua parte e che avrebbero esaudito ogni sua richiesta. Consacrato un’altare a Poseidone e fatti i preparativi, implorò gli dei affinché un toro emergesse dal mare e ….. così fu, perché un abbagliante, candido toro spuntò dalle onde e nuotò sino alla riva. Ma l’animale era così bello che Minosse pensò di sostituirlo per il sacrificio con un’ altro appartenente alle proprie mandrie. Minosse, diventato re perché i cretesi ritennero legittime le sue richieste, sposò Pasifae, alias Perseide, figlia di Elio e della ninfa Creta. A questo punto intervenne Poseidone il quale, offeso per il raggiro di Minosse, fece innamorare la moglie di lui del toro sottratto al sacrificio. Dedalo non osteggiò siffatta , insana passione e fece sì, con uno stratagemma, che Pasifae e il toro si unissero nei pressi di Gortina: dalla loro unione nacque il Minotauro, dalla testa di toro e il corpo di in uomo. Minosse, trovandosi fra le braccia il mostruoso figlio di Pasifae, consultò un’oracolo che gli consigliò di rivolgersi a Dedalo: così fu costruito un inestricabile labirinto a Cnosso per occultarvi il Minotauro e Pasifae. A quest’ultima però, quale divinità lunare, furono attribuiti molti altri figli aventi per lo più carattere solare, come gli eroi Cidone, Glauco, Androgeo, Ammone, Catreo e due sole figlie, Fedra e finalmente, Arianna.
A seguito della morte di Androgeo causata dalla gelosia del re Egeo , Minosse impose agli ateniesi che ogni nove anni, sette fanciulle e sette fanciulli fossero inviati nel labirinto per esservi divorati dal Minotauro. Stava scadendo il termine per inviare al martirio già per la terza volta, quattordici virgulti ateniesi quando Teseo presente in città commosso dalla profonda afflizione degli indigeni si unì a questi volontariamente a patto però che, se fosse riuscito ad abbattere il Minotauro, non sarebbe più stato necessario pagare tale tributo. Grazie all’aiuto di Arianna, fortemente attratta da Teseo, in possesso di un gomitolo magico donatole da Dedalo, l’eroe impavido riuscì non solo a raggiungere il Minotauro e a ucciderlo, ma anche a ritrovare l’uscita dell’ intricato labirinto.
Certo non la tauromachia dei giorni nostri, che vede nelle arene, mettere in bella mostra filari di mutande ( tutte vezzosamente guarnite di pizzo ), appartenenti a donne di ogni età, affilate o atticciate ( alcuni di questi indumenti intimi infatti, al minimo spirare di vento si spiegano come vele ) in una indegna gazzarra per una rammemorazione che affonda, indubitabilmente, le sue radici nella notte dei tempi : una morte tragica, “ rituale ” attende uno dei contendenti nell’arena,nel ludibrio generale !
La caverna ( antrum, specum ) costituisce indubitabilmente l’epicentro di questo proliferare di racconti mitologici [ va ricordata anche la celeberrima grotta di [5]Caco; la grotta dei mitrei che tanto affascina gli appassionati d’arte, meno conosciuta poi, quella di Egeria dalla sacra fonte presso la porta Capena; particolarmente nascosta quella di[6] Fauno e di Pico; di notevoli dimensioni, infine, quella del ciclope antropofago Polifemo ]. La grotta dunque, quale parte lunare del palazzo di Cnosso ( su questa definizione concordano sorprendentemente, la maggioranza degli studiosi “ laici ” ) sotterranea, occulta, segreta il cui accesso era riservato ai soli iniziati; mentre la parte solare era accessibile a tutti . Quella stessa caverna possiamo dire , che riporta con buona approssimazione alla cripta delle cattedrali gotiche e alla Madonna nera che vi alberga come insegna Fulcanelli ?
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NOTE
[1] Cibele il cui carro era trainato da leoni, era conosciuta anche quale Afrodite frigia del monte Ida, ed era venerata come ape regina. Anchise dopo le nozze con la “ dea della Vita e della Morte ”, fu colpito da una folgore rituale. Anchise secondo Robert Graves, era sinonimo di Adone e inoltre, : “Anchise ci fa identificare Afrodite con Iside, moglie di Osiride ”.
Afrodite come dea della Vita e della Morte, ebbe molti appellativi che paiono contrastare con la fama di dea bella e compiacente e che sono consentanei con l’isola di Creta: Melenide ( la nera ) , Scotia( l’oscura ) dove scotia [ scotos ] in greco = oscurità, tenebre, nascondimento, ombra , Androfone ( omicida ), Epitimbria ( “delle tombe” ), la maggiore delle Moire e infine, sorella delle Erinni.
[2] Vorrei caro lettore, spezzare una lancia a favore di questi sacrifici orrifici ,……se interpretati alla lettera. Tali sacrifici a mio avviso, potrebbero essere letti come………… “fiabe apologo- mitologiche”, per evitare che il possibile smarrimento nel labirinto della Mitologia ( che credo abbia colpito inizialmente, tutti coloro che se ne sono occupati con una certa continuità ), suggerisca a qualche inesperto barcaiolo, che la leggenda del Minotauro sia dovuta “ all’uso consolidato di effettuare sacrifici umani..?? “ Sic.
[3] Nessun nesso apparente con i suddetti versi dell’Eneide, sembra esserci con il celebre quadro “La Tempesta” del Giorgione, conservato nelle Gallerie dell’Accademia a Venezia; eppure la giovane nutrice di un neonato ivi rappresentata , ovverosia la Grande Madre, la Terra riconducono a Cibele ; mentre resta da definire quel cielo gonfio di nubi e della sua possibile “ congiunzione” con la terra, attraverso la pioggia e il guizzare dei lampi. NdA
[4]“ Ma cresceva la vergogna della stirpe; per l’inaudito mostro biforme si appalesava l’adulterio di colei che lo aveva generato”
[5] “ Là s’addentrava enorme una spelonca ,/ tenebrosa dimora al sol negata,/ di Caco, mostro di bestiale aspetto,/ ove di sangue il suol sempre fumava/ e sulle porte orribili le teste/ pendean col volto squallido di tabe/. Era suo padre Efesto, ed il suo fuoco / dalla bocca soffiando, gigantesco, / rapinando e uccidendo ovunque andava.” Eneide, VIII,268-276. Sembra proprio che in ogni contrada oggi, Caco ( cacos = cattivo ) domini incontrastato, mentre di Alcide “ l’eroe vendicatore “ non si ha più notizia .NdA
[6]La caverna di Fauno e Pico, era conosciuta solo per questi versi d’Ovidio: “ Lucus Aventino suberat niger ilicis umbra/ Quo posses viso dicere, numen adest./ In medio gramen, muscoque adoperta virenti. / Manabat saxovena perennis aquae. ” .
Winckelmann ha trovato nella raccolta dei disegni del commendatore Dal Pozzo, una testa di satiro, la quale era sopra una medaglia rotonda di bronzo, al cui rovescio leggevasi l’iscrizione: DRIMOGS KAIANORA FILOMENI ( noi amiamo i boschi e le caverne ).