Il Drago nell'Apocalisse.
Dracon, il drago il cui linguaggio figurato risale a un mito della lotta fra la divinità e il mostro del Caos. Differenti nomi ebraici di animali come -1- tannim , tan, liwatan, ohim, siyyim sono stati tradotti con “ dragone ”; in EsterX,7 ;XI,6 il nome di “ dragoni ” viene dato a degli animali che Mardocheo vede in sogno e che non si possono determinare in assenza del testo ebraico. Nella Sapienza XVI,10 tale nome designa i serpenti che fecero perire gli israeliani nel deserto: si tratta sempre e comunque di bestie feroci, spietate e crudeli .
-2-Dracon ( è connesso a dercomai = dalla vista acuta , quale possibile riferimento alla funzione di guardiano della soglia ) significa drago, dragone, serpente, ma anche pesce marino ( serpente di mare ).Questo mostro rappresenta una parte importante nella mitologia babilonese-assira e fenicia come “nemico ”. Nel parsismo è il serpente Azi- Dahaka che si presenta all’inizio e alla fine del tempo ; in Babilonia è Tiamat e Labbu insieme ad altre figure demoniache quali i grifoni , i serpenti ecct.; in Egitto è Apophis o Tifone accanto a coccodrilli e così via ; in Grecia è Pitone ucciso da Apollo e il serpente ucciso da Cadmo.
<< Nel cielo apparve poi un segno grandioso:
una donna vestita di sole, con la luna sotto
i suoi piedi, e sul suo capo una corona di
dodici stelle. Era incinta e gridava per le doglie
e il travaglio del parto. Allora apparve un altro segno
nel cielo: un enorme drago rosso, con sette teste e
dieci corna e sulle teste sette diademi; la sua coda
trascinava giù un terzo delle stelle del cielo e le
precipitava sulla terra. Il drago si pose davanti alla
donna che stava per partorire per divorare il bambino
appena nato. Essa partorì un figlio maschio, destinato
a governare tutte le nazioni con scettro di ferro, e il
figlio fu subito rapito verso Dio e verso il suo trono.
La donna invece, fuggì nel deserto, ove Dio le aveva
preparato un rifugio perché vi fosse nutrita per mille-
duecentosessanta giorni.
Scoppiò una guerra nel cielo: -3- Michele e i suoi angeli
combattevano contro il drago. Il drago combatteva insieme
ai suoi angeli, ma non prevalsero e non ci fu più posto in cielo.
Il grande drago, il serpente antico, colui che chiamiamo il diavolo
e satana che seduce tutta la terra, fu precipitato sulla terra
e con lui furono precipitati anche i suoi angeli >> .
Apocalisse di Giovanni.
Nel Nuovo Testamento è Giovanni che circoscrive la figura del dragone, chiamandolo Satanas, parola di origine ebraica che significa avversario, diavolo, Satana. Ed è sempre Giovanni il solo che in tutto il Nuovo Testamento utilizza il termine -4- kategor, per indicare l’avversario categorico, indefesso, assoluto !
<< Vidi salire dal mare una bestia che aveva dieci corna e
sette teste, sulle corna dieci diademi e su ciascuna testa
un titolo blasfemo.
La bestia che io vidi era simile a una -5- pantera, con le zampe
come quelle di un orso e la bocca come quella di un leone.
Il drago le diede la sua forza, il suo trono e la sua potestà.
Una delle sue teste sembrò colpita a morte, ma la sua piaga
mortale fu guarita. Allora la terra intera presa d’ammirazione
andò dietro alla bestia e adorarono la bestia dicendo “ Chi è
simile alla bestia e può combattere con essa? ” >>.
Apocalisse di Giovanni, XIII°,1-4.
Tutti i commentatori antichi e gli esegeti a partire da Tertulliano hanno visto nel mostro marino l’Anticristo , -6- supremo persecutore della fine dei tempi, per poi nei secoli successivi, scindersi su personaggi storici anche minori, ad eccezione di Nerone “…. portio Neronis in crudelitate ”, il cui carattere simbolico trova riscontro ad esempio, nelle porte bronzee della Basilica di S.Pietro a Roma, dell’enigmatico Antonio Averlino, detto il Filarete.
La profezia di Giovanni sembra proprio confacente ai nostri tempi :
“ I giorni che noi viviamo ci ricordano la notte del Venerdì Santo, quando dopo la condanna, i discepoli impauriti abbandonarono il Maestro. E lo stesso Pietro, sul quale più tardi saranno poste le fondamenta della Chiesa, lo rinnegò per tre volte [...]
Questi sono i nostri tempi: anni di dubbi e di rinnegamenti, fino alla suprema menzogna che sarà l’Apostasia [...] Cerchiamo di ben comprendere tuttavia, come sia stretto il rapporto fra la notte che precedette la Crocifissione e la nostra notte spirituale [...]” Séverin Batfroi, Du chaos à la lumière.
Tempi che non mi sembrano discostarsi molto da quanto descritto nel Testamento Siriaco di nostro Signore, apocrifo attribuito agli Apostoli : “ Molte saranno le agitazioni nei ceti, nei popoli e nelle chiese. Si leveranno pastori iniqui, perversi, dispregiatori, avidi, desiderosi di piaceri, amanti del guadagno, cupidi di denaro, compiaciuti in vani discorsi, millantatori, superbi, golosi, protervi, immersi nella libidine, ricercatori di vana gloria, procedenti contro le vie evangeliche, pronti a ripudiare la porta stretta, rifuggenti da ogni umiltà e amore, né essi comparteciperanno della mia sofferenza. Disprezzeranno ogni parola veritiera, avranno in odio ogni sentiero di verità, non si pentiranno del loro peccare. Per questo motivo dilagheranno fra i popoli l’incredulità, l’odio fraterno, la malvagità, la durezza, l’indifferenza, l’invidia, l’inimicizia, l’aggressività, il latrocinio, la violenza, l’ebbrietà, l’intemperanza, la lascivia, il piacere carnale, la fornicazione e tutti gli altri vizi che si oppongono ai precetti della vita ”.
Ritengo con tali premesse, che le parole del versetto 31 del XII° capitolo del Vangelo di S. Giovanni appaiano ben comprensibili nella loro “ ferrea ” logica:
“ Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato di fuori ”.
Ed è proprio uno degli ultimi commentatori dell’Apocalisse , in una riedizione parigina del 1959, ( Lanza M.Del Vasto, I Quattro Flagelli ) che ripropone l’atavico dilemma: “ Il Mare, massa indefinita, strana, fredda, sfavillante, gonfia di ricchezze come di procelle, è la Materia dagli immensi abissi e dalla mutevole superficie dei fenomeni. E' la Bestia che sale dal Mare è la Scienza della Materia, mostro brillante per le sue scaglie e tentacolare [...] ”.
Eugène Caseliet in Les Douzes Clefs de la Philosophie fornisce ulteriori indicazioni: “ L’osservazione e l’analisi confermano ciò che insegnano i filosofi, quando assicurano che il mercurio è un minerale grossolano, impuro, nero, scaglioso ( ed è proprio per questo ultimo epiteto che gli è stato denominato dragone ), sebbene in lui tutte le forze e le virtù metalliche siano potenzialmente incluse, in una parola , una massa confusa di materia primitiva rimasta intatta nella solitudine delle caverne rocciose ”.
Basilio Valentino nel Trattato dell’Azoto, invece, pone l’accento su alcuni pericoli che l’imprudente ricercatore potrebbe correre: “Materia Prima: io sono il dragone velenoso, presente ovunque, e che si può acquistare a poco prezzo [...] La mia acqua e il mio fuoco distruggono e compongono [...] se tu non mi conosci perfettamente, tu distruggerai i tuoi cinque sensi a causa del mio fuoco. Dalle mie narici esce un veleno immaturo che è stato la causa della fine di molti. Separa dunque con artificio il sottile dallo spesso [...] Io sono il vecchio dragone presente in tutta la terra [...] ”.
Nicolas Flamel in Le Livre des Figures Hiéroglyphiques si sofferma suoi luoghi dove l’appassionato d’Arte potrebbe fare siffatti , spaventevoli incontri : “ Sono questi i Dragoni insonni che gli antichi poeti hanno messo a guardia delle Mele d’Oro del Giardino delle Esperidi. Sono questi sui quali Giasone , nel racconto del Vello d’Oro ,versò il succo preparato dalla bella Medea [...] Gli antichi Saggi Cabalisti li hanno descritti nelle Metamorfosi sotto la storia del Serpente di Marte che aveva divorato i Compagni di Cadmo, il quale uccise il dragone trafiggendolo con la lancia contro una quercia cava. Prendi nota di questa quercia ”.
gdg
NOTE.
-1- Tannin = il serpente Esd.VII,12; Dt. ,XXXII, 33; Ger,LI,34 ; il serpente adorato nel tempio di Bel, a Babilonia o coccodrillo perché la parola ebrea ha questo doppio significato Ez. XXIX,3 ; XXXII,2 o ancora cetaceo Sal. CXXXXVIII,7. Tan = sciacallo Is,XXXIV,13. Liwatan = coccodrillo Sal. LXXIV,14. Ohim = bestie urlanti Is. XIII,21. Siyyim = bestie del deserto Ger. L,39. NdA
-2- Di particolare interesse dracaina = dragonessa, frusta. Quest’ultimo termine porta alla memoria la quinta tavola del TYPUS MUNDI , intitolata “ Hic vertitur orbis ” di Philippe de Mallery, RR.C.S.I.A., dove la Discordia con la sua frusta di serpenti minaccia il piccolo mondo crucifero :
TRANSIT EROS IN ERIS .
-3- Mi ka el in ebraico “ chi come Dio ? ”
-4- Non si ha notizia di altri impieghi di questo vocabolo, se non in una “ formula magica” del IV° o V° secolo ( si veda il Papiro greco 124 del British Museum ,Ed. Kenyon, volme I ) .
-5- << Io Daniele guardavo nella mia visione notturna ed ecco i quattro venti del cielo si abbattevano impetuosamente sul mare Mediterraneo e quattro grandi bestie, differenti l’una dall’altra, salivano dal mare. La prima era simile ad un leone e aveva ali di aquila. Mentre io stavo guardando, le furono tolte le ali e fu sollevata da terra e fatta stare su due piedi come un’uomo e le fu dato un cuore d’uomo.Poi ecco una seconda bestia, simile ad un orso, la quale stava alzata da un lato e aveva tre costole in bocca, fra i denti, e la fu detto:” Su , divora molta carne “. Mentre stavo guardando, eccone un’altra simile ad un leopardo, la quale aveva quattro ali d’uccello sul dorso; quella bestia aveva quattro teste e le fu dato il dominio. Stavo ancora guardando nelle visioni notturne ed ecco una quarta bestia, spaventosa, terribile, d’una forza eccezionale, con i denti di ferro; divorava, stritolava e il rimanente se lo metteva sotto i piedi e lo calpestava: era diversa da tutte le altre bestie precedenti e aveva dieci corna>>. Dn,7,2-7.
-6- J. Sickenberger, Erklarung der Joh.-Apokalypse.
-2-Dracon ( è connesso a dercomai = dalla vista acuta , quale possibile riferimento alla funzione di guardiano della soglia ) significa drago, dragone, serpente, ma anche pesce marino ( serpente di mare ).Questo mostro rappresenta una parte importante nella mitologia babilonese-assira e fenicia come “nemico ”. Nel parsismo è il serpente Azi- Dahaka che si presenta all’inizio e alla fine del tempo ; in Babilonia è Tiamat e Labbu insieme ad altre figure demoniache quali i grifoni , i serpenti ecct.; in Egitto è Apophis o Tifone accanto a coccodrilli e così via ; in Grecia è Pitone ucciso da Apollo e il serpente ucciso da Cadmo.
<< Nel cielo apparve poi un segno grandioso:
una donna vestita di sole, con la luna sotto
i suoi piedi, e sul suo capo una corona di
dodici stelle. Era incinta e gridava per le doglie
e il travaglio del parto. Allora apparve un altro segno
nel cielo: un enorme drago rosso, con sette teste e
dieci corna e sulle teste sette diademi; la sua coda
trascinava giù un terzo delle stelle del cielo e le
precipitava sulla terra. Il drago si pose davanti alla
donna che stava per partorire per divorare il bambino
appena nato. Essa partorì un figlio maschio, destinato
a governare tutte le nazioni con scettro di ferro, e il
figlio fu subito rapito verso Dio e verso il suo trono.
La donna invece, fuggì nel deserto, ove Dio le aveva
preparato un rifugio perché vi fosse nutrita per mille-
duecentosessanta giorni.
Scoppiò una guerra nel cielo: -3- Michele e i suoi angeli
combattevano contro il drago. Il drago combatteva insieme
ai suoi angeli, ma non prevalsero e non ci fu più posto in cielo.
Il grande drago, il serpente antico, colui che chiamiamo il diavolo
e satana che seduce tutta la terra, fu precipitato sulla terra
e con lui furono precipitati anche i suoi angeli >> .
Apocalisse di Giovanni.
Nel Nuovo Testamento è Giovanni che circoscrive la figura del dragone, chiamandolo Satanas, parola di origine ebraica che significa avversario, diavolo, Satana. Ed è sempre Giovanni il solo che in tutto il Nuovo Testamento utilizza il termine -4- kategor, per indicare l’avversario categorico, indefesso, assoluto !
<< Vidi salire dal mare una bestia che aveva dieci corna e
sette teste, sulle corna dieci diademi e su ciascuna testa
un titolo blasfemo.
La bestia che io vidi era simile a una -5- pantera, con le zampe
come quelle di un orso e la bocca come quella di un leone.
Il drago le diede la sua forza, il suo trono e la sua potestà.
Una delle sue teste sembrò colpita a morte, ma la sua piaga
mortale fu guarita. Allora la terra intera presa d’ammirazione
andò dietro alla bestia e adorarono la bestia dicendo “ Chi è
simile alla bestia e può combattere con essa? ” >>.
Apocalisse di Giovanni, XIII°,1-4.
Tutti i commentatori antichi e gli esegeti a partire da Tertulliano hanno visto nel mostro marino l’Anticristo , -6- supremo persecutore della fine dei tempi, per poi nei secoli successivi, scindersi su personaggi storici anche minori, ad eccezione di Nerone “…. portio Neronis in crudelitate ”, il cui carattere simbolico trova riscontro ad esempio, nelle porte bronzee della Basilica di S.Pietro a Roma, dell’enigmatico Antonio Averlino, detto il Filarete.
La profezia di Giovanni sembra proprio confacente ai nostri tempi :
“ I giorni che noi viviamo ci ricordano la notte del Venerdì Santo, quando dopo la condanna, i discepoli impauriti abbandonarono il Maestro. E lo stesso Pietro, sul quale più tardi saranno poste le fondamenta della Chiesa, lo rinnegò per tre volte [...]
Questi sono i nostri tempi: anni di dubbi e di rinnegamenti, fino alla suprema menzogna che sarà l’Apostasia [...] Cerchiamo di ben comprendere tuttavia, come sia stretto il rapporto fra la notte che precedette la Crocifissione e la nostra notte spirituale [...]” Séverin Batfroi, Du chaos à la lumière.
Tempi che non mi sembrano discostarsi molto da quanto descritto nel Testamento Siriaco di nostro Signore, apocrifo attribuito agli Apostoli : “ Molte saranno le agitazioni nei ceti, nei popoli e nelle chiese. Si leveranno pastori iniqui, perversi, dispregiatori, avidi, desiderosi di piaceri, amanti del guadagno, cupidi di denaro, compiaciuti in vani discorsi, millantatori, superbi, golosi, protervi, immersi nella libidine, ricercatori di vana gloria, procedenti contro le vie evangeliche, pronti a ripudiare la porta stretta, rifuggenti da ogni umiltà e amore, né essi comparteciperanno della mia sofferenza. Disprezzeranno ogni parola veritiera, avranno in odio ogni sentiero di verità, non si pentiranno del loro peccare. Per questo motivo dilagheranno fra i popoli l’incredulità, l’odio fraterno, la malvagità, la durezza, l’indifferenza, l’invidia, l’inimicizia, l’aggressività, il latrocinio, la violenza, l’ebbrietà, l’intemperanza, la lascivia, il piacere carnale, la fornicazione e tutti gli altri vizi che si oppongono ai precetti della vita ”.
Ritengo con tali premesse, che le parole del versetto 31 del XII° capitolo del Vangelo di S. Giovanni appaiano ben comprensibili nella loro “ ferrea ” logica:
“ Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato di fuori ”.
Ed è proprio uno degli ultimi commentatori dell’Apocalisse , in una riedizione parigina del 1959, ( Lanza M.Del Vasto, I Quattro Flagelli ) che ripropone l’atavico dilemma: “ Il Mare, massa indefinita, strana, fredda, sfavillante, gonfia di ricchezze come di procelle, è la Materia dagli immensi abissi e dalla mutevole superficie dei fenomeni. E' la Bestia che sale dal Mare è la Scienza della Materia, mostro brillante per le sue scaglie e tentacolare [...] ”.
Eugène Caseliet in Les Douzes Clefs de la Philosophie fornisce ulteriori indicazioni: “ L’osservazione e l’analisi confermano ciò che insegnano i filosofi, quando assicurano che il mercurio è un minerale grossolano, impuro, nero, scaglioso ( ed è proprio per questo ultimo epiteto che gli è stato denominato dragone ), sebbene in lui tutte le forze e le virtù metalliche siano potenzialmente incluse, in una parola , una massa confusa di materia primitiva rimasta intatta nella solitudine delle caverne rocciose ”.
Basilio Valentino nel Trattato dell’Azoto, invece, pone l’accento su alcuni pericoli che l’imprudente ricercatore potrebbe correre: “Materia Prima: io sono il dragone velenoso, presente ovunque, e che si può acquistare a poco prezzo [...] La mia acqua e il mio fuoco distruggono e compongono [...] se tu non mi conosci perfettamente, tu distruggerai i tuoi cinque sensi a causa del mio fuoco. Dalle mie narici esce un veleno immaturo che è stato la causa della fine di molti. Separa dunque con artificio il sottile dallo spesso [...] Io sono il vecchio dragone presente in tutta la terra [...] ”.
Nicolas Flamel in Le Livre des Figures Hiéroglyphiques si sofferma suoi luoghi dove l’appassionato d’Arte potrebbe fare siffatti , spaventevoli incontri : “ Sono questi i Dragoni insonni che gli antichi poeti hanno messo a guardia delle Mele d’Oro del Giardino delle Esperidi. Sono questi sui quali Giasone , nel racconto del Vello d’Oro ,versò il succo preparato dalla bella Medea [...] Gli antichi Saggi Cabalisti li hanno descritti nelle Metamorfosi sotto la storia del Serpente di Marte che aveva divorato i Compagni di Cadmo, il quale uccise il dragone trafiggendolo con la lancia contro una quercia cava. Prendi nota di questa quercia ”.
gdg
NOTE.
-1- Tannin = il serpente Esd.VII,12; Dt. ,XXXII, 33; Ger,LI,34 ; il serpente adorato nel tempio di Bel, a Babilonia o coccodrillo perché la parola ebrea ha questo doppio significato Ez. XXIX,3 ; XXXII,2 o ancora cetaceo Sal. CXXXXVIII,7. Tan = sciacallo Is,XXXIV,13. Liwatan = coccodrillo Sal. LXXIV,14. Ohim = bestie urlanti Is. XIII,21. Siyyim = bestie del deserto Ger. L,39. NdA
-2- Di particolare interesse dracaina = dragonessa, frusta. Quest’ultimo termine porta alla memoria la quinta tavola del TYPUS MUNDI , intitolata “ Hic vertitur orbis ” di Philippe de Mallery, RR.C.S.I.A., dove la Discordia con la sua frusta di serpenti minaccia il piccolo mondo crucifero :
TRANSIT EROS IN ERIS .
-3- Mi ka el in ebraico “ chi come Dio ? ”
-4- Non si ha notizia di altri impieghi di questo vocabolo, se non in una “ formula magica” del IV° o V° secolo ( si veda il Papiro greco 124 del British Museum ,Ed. Kenyon, volme I ) .
-5- << Io Daniele guardavo nella mia visione notturna ed ecco i quattro venti del cielo si abbattevano impetuosamente sul mare Mediterraneo e quattro grandi bestie, differenti l’una dall’altra, salivano dal mare. La prima era simile ad un leone e aveva ali di aquila. Mentre io stavo guardando, le furono tolte le ali e fu sollevata da terra e fatta stare su due piedi come un’uomo e le fu dato un cuore d’uomo.Poi ecco una seconda bestia, simile ad un orso, la quale stava alzata da un lato e aveva tre costole in bocca, fra i denti, e la fu detto:” Su , divora molta carne “. Mentre stavo guardando, eccone un’altra simile ad un leopardo, la quale aveva quattro ali d’uccello sul dorso; quella bestia aveva quattro teste e le fu dato il dominio. Stavo ancora guardando nelle visioni notturne ed ecco una quarta bestia, spaventosa, terribile, d’una forza eccezionale, con i denti di ferro; divorava, stritolava e il rimanente se lo metteva sotto i piedi e lo calpestava: era diversa da tutte le altre bestie precedenti e aveva dieci corna>>. Dn,7,2-7.
-6- J. Sickenberger, Erklarung der Joh.-Apokalypse.