Lorenzo Lotto: philosophus per ignem
Si legge nel sito ufficiale della Basilica di Santa Maria Maggiore :
" Le immagini geroglifiche del Coro bergamasco hanno la peculiarità di saper emanare messaggi plurimi: proprio come le immagini oniriche, spesso bizzarre e mai collocabili nella certezza di poterne dare una spiegazione razionale e indiscutibile, le immagini simboliche sono da considerare come icone del mondo delle apparenze e specchi delle verità spirituali.
Contemporaneamente viene stimolato anche l’aspetto ludico dell’atto interpretativo: chi cerca la chiave giusta per aprire la porta che cela la soluzione all’enigma entra nel gioco intellettuale iniziato da Lotto nel momento stesso in cui ha egli cominciato ad ideare le Imprese.
Il gioco voluto da Lotto è molto intrigante poiché le sue immagini aprono continuamente su mondi con sempre più implicazioni successive e consentono di far spaziare il pensiero nell’indagine del presunto-vero significato, stimolando soprattutto una ricerca di natura intuitiva.
L’itinerario simbolico ha la forza di far scaturire una gran varietà di interpretazioni, anche molto divergenti l’una dall’altra, poiché ogni simbolo cambia significato a seconda del contesto in cui è inserito.
“Molti esprimono molte opinioni, nessuno si trova d’accordo con un altro: ebbene, tutto ciò è ancor più bello delle immagini dipinte” scriveva Giovan Aurelio Augurello – poeta e alchimista riminese conosciuto da Lotto nel periodo del suo soggiorno a Treviso presso il Vescovo Bernardo de’ Rossi – a proposito delle innumerevoli interpretazioni suscitate dall’impresa di Giuliano de’ Medici nella giostra del 1475, cogliendo il sottile meccanismo stimolante capace di mettere in moto, con la forza della spinta ludica, discussioni atte al movimento dell’intelletto."
Attraverso le tarsie del coro il Lotto certifica il proprio sapere iniziatico e si colloca degnamente fra i più grandi Filosofi della sua epoca.
Debbo aggiungere , come direbbe Panofsky, che l'interpretazione iconologica , intesa come ricerca del significato intrinseco dei simboli, che ha trovato collocazione in diverse pubblicazioni, anche lussuose, non è condivisibile.
Chi era l'irrequieto Lorenzo Lotto? Un grande artista indubbiamente noto a tutti noi ma anche , a mio avviso, un iniziato di rango. Per poter fare questa affermazione faccio riferimento, in particolare , al coro ligneo della Basilica di Santa Maria Maggiore di Bergamo. Le tarsie degli stalli del coro sono state realizzate magnificamente da Giovan Francesco Capoferri su disegni del Lotto.Riporto qui una tarsia del coro che tanti commenti , non proprio a proposito, si é vista pioverle addosso: il leit motiv ripropone la stucchevole convinzione che l'Alchimia sia solo "spirituale " e giammai ( ! ) operativa. La nutrizione del lapis lascia pochi dubbi a chi ha avuto la ventura di leggere qualche libro di alchimia perchè i riferimenti all'Emblema II dell'Atalanta Fugiens ( NUTRIX EJUS TERRA EST ) e al Symbola Aurae Mensae ( LAPIS,UT INFANS,LACTE NUTRIENDUS EST VERGINALI ) oltre che alla Philosophia Reformata di Mylius, appaiono evidenti. La pietra finalmente , nutrita dalla capra Amaltea il cui latte sfamò lo stesso Giove, ci viene mostrata nella forma a lei più congeniale. Il corno dell'abbondanza apparteneva , va ricordato, ad Amaltea ( si veda lib.3,cap.4, Fables Egyptiennes &Grecq. devoilées, Pernety ).
Amaltea bruca i pampini della vite mentre un uomo bendato la munge ed alcune lingue di fuoco fanno capolino sulla sua fronte. All'estrema destra un altro uomo con la barba più vecchio del primo ( Fulcanelli docet ), si appoggia con la mano sinistra alla "boule pas crucifère" come direbbe Canseliet, nella quale ragionevolmente possiamo riconoscere quale materia della Grande Opera?
gdg